Cos’è esattamente una benedizione
Da lunedì la Chiesa può darla a coppie di persone dello stesso sesso; è una pratica che esiste da secoli e dalla definizione piuttosto larga
Lunedì la Chiesa cattolica ha deciso che i suoi vescovi e sacerdoti potranno dare una “benedizione” alle coppie dello stesso sesso. Papa Francesco ha spiegato che a suo dire non si tratta di una modifica della dottrina cattolica, ma di un chiarimento più esplicito sui modi con cui vengono garantite le benedizioni: diversi commentatori comunque l’hanno interpretato come un segnale di apertura nei confronti della comunità LGBT+, da secoli osteggiata e messa ai margini dalla Chiesa.
Le benedizioni sono un elemento presente da secoli nella dottrina cattolica: vengono pronunciate solitamente ad alta voce da una persona che ha un ruolo riconosciuto all’interno della Chiesa, e sono una via di mezzo fra una preghiera, un auspicio e una celebrazione di Dio, per chi ci crede. Si possono benedire persone, relazioni, oggetti: ogni anno in Italia nel periodo pre-natalizio migliaia di sacerdoti fanno visita ai propri parrocchiani per benedire la loro casa e le loro famiglie in vista del Natale. La benedizione può essere accompagnata da un segno della croce o da un getto di acqua santa, cioè acqua che a sua volta in precedenza è stata benedetta.
Il Benedizionale, il testo ufficiale di 494 pagine che elenca alcune benedizioni standard, dice che gli obiettivi delle benedizioni sono «rendere gloria a Dio per i suoi doni, chiedere i suoi favori e sconfiggere il potere del maligno nel mondo»: una definizione sufficientemente ampia da tenere dentro varie interpretazioni.
La corrente più progressista della Chiesa, a cui appartiene papa Francesco, le considera una specie di celebrazione del fatto che il Dio cristiano provi affetto per tutti gli uomini e le donne: la benedizione quindi sarebbe un modo di riconoscere questo legame, anche se non viene percepito dalle persone stesse, o se queste persone stanno violando la dottrina cattolica. Nel documento in cui vengono formalmente approvate le benedizioni per le unioni dello stesso sesso il dicastero per la Dottrina della Fede, un importante organo della Chiesa cattolica che ha il compito di occuparsi di dottrina e morale, parla esplicitamente di «benedizioni che si offrono a tutti, senza chiedere nulla» in cambio.
La corrente conservatrice invece considera le benedizioni come un modo per riconoscere persone, relazioni e oggetti come conformi alla dottrina. Anche per questo i suoi membri si sono sempre opposti a una benedizione nei confronti di coppie di persone dello stesso sesso, temendo che le benedizioni possano diventare una forma di legittimazione di unioni che rimangono vietate dalla dottrina.
Il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede chiarisce comunque che le benedizioni di unioni di persone dello stesso sesso non possono essere garantite in un “rito liturgico”, cioè in una funzione ufficiale: per esempio un matrimonio o un funerale. Mauro Cozzoli, teologo e collaboratore del dicastero per la Dottrina della Fede, parlando con il Tg1 ha specificato che queste benedizioni devono avere un «carattere spontaneo, più assimilabile a un gesto di devozione popolare che il sacerdote può impartire in modo semplice e informale».