I lanci di missili degli Houthi nel mar Rosso potrebbero avere conseguenze sui commerci
Molte grosse compagnie hanno sospeso i viaggi delle navi cargo, e i costi assicurativi sono già raddoppiati
La decisione di alcune grandi compagnie di trasporto merci di sospendere le proprie rotte navali attraverso il mar Rosso a causa degli attacchi con missili compiuti dagli Houthi – il gruppo armato sciita che controlla buona parte dello Yemen – potrebbe avere grosse conseguenze sui commerci mondiali.
Venerdì Maersk, la seconda più grande azienda al mondo di trasporto merci, ha annunciato di aver sospeso i viaggi delle sue navi portacontainer nel mar Rosso a causa dei pericoli provocati dagli attacchi missilistici degli Houthi. Poco dopo anche Hapag-Lloyd, un’altra grossa azienda di trasporti navali, ha annunciato la sospensione dei viaggi lungo la stessa rotta. A quel punto altre compagnie, tra cui MSC e CMA CGM, hanno annunciato la sospensione dei viaggi nel mar Rosso.
Questi annunci arrivano dopo che negli scorsi mesi numerose navi sia civili sia militari sono state colpite o minacciate da missili all’altezza dello stretto di Bab al Mandeb, un canale largo 32 chilometri che collega il mar Rosso con l’oceano Indiano e che è controllato da un lato dal Gibuti e dall’altro dallo Yemen (dunque dagli Houthi).
Gli Houthi, che sono sostenuti dall’Iran, hanno intensificato i loro lanci di missili come ritorsione contro Israele dopo l’inizio della guerra nella Striscia di Gaza: in questo modo stanno rendendo quel tratto di mare sempre più insicuro. I loro attacchi si concentrano soprattutto contro navi israeliane e statunitensi, e spesso sono intercettati dalla marina americana presente nell’area. Nonostante questo ci sono rischi anche per le altre navi, come hanno dimostrato alcuni attacchi negli ultimi giorni, quando alcune navi cargo sono state colpite da missili da crociera.
Soltanto nella giornata di sabato 16 dicembre, le marine statunitense e britannica hanno abbattuto 15 droni sul mar Rosso.
Lo stretto di Bab al Mandeb controlla l’accesso sud al mar Rosso, ed è uno dei luoghi di trasporto marittimo più strategici del mondo: vi passa circa il 12 per cento delle merci mondiali e circa il 30 per cento del traffico dei container. Se il mar Rosso dovesse essere bloccato, potrebbero esserci ritardi e aumenti delle spese con conseguenze importanti sui commerci.
Al momento la situazione è ancora tranquilla: i sistemi di tracciamento satellitare delle navi mostrano che il mar Rosso è ancora abbastanza trafficato. Alcune navi israeliane – che sono le più bersagliate – hanno tuttavia già iniziato a evitare il mar Rosso: l’unico modo per farlo è circumnavigare l’Africa, cosa che comporta un enorme ritardo di navigazione, con viaggi che durano circa il 30 per cento in più.
Gli attacchi missilistici degli Houthi stanno però già avendo degli effetti: i costi di assicurazione delle navi cargo sono aumentati considerevolmente, e questo ha reso più costosi i viaggi. I costi assicurativi per le navi che passano dal mar Rosso sono raddoppiati per tutte le navi, e sono aumentati ancora di più (del 250 per cento) per le navi che battono bandiera israeliana, che sono le più esposte e vulnerabili. Questo fa sì che le compagnie di trasporti debbano spendere tra i 50 e i 100 dollari in più per ogni singolo container che fanno passare per il mar Rosso (e una nave portacontainer ne può portare decine di migliaia). È un costo elevato in termini assoluti ma non ancora così tanto da provocare aumenti dei prezzi per i consumatori (un singolo container può contenere moltissimi beni, e i 50–100 dollari di aumento possono essere ammortizzati abbastanza agilmente).
Se la situazione nel mar Rosso dovesse peggiorare, però, anche i costi potrebbero aumentare, e cominciare a influenzare anche i prezzi al consumo.
Gli analisti tuttavia ritengono al momento improbabile che gli Houthi abbiano i mezzi per bloccare il mar Rosso e per minacciare ulteriormente i trasporti. Di recente peraltro il consigliere per la sicurezza statunitense Jake Sullivan ha detto che gli Stati Uniti stavano organizzando una «coalizione internazionale» per contrastare la minaccia degli Houthi nel mar Rosso.