La NBA ha infine sospeso Draymond Green
Il giocatore dei Golden State Warriors ha aggredito in modo totalmente ingiustificato un avversario: ora non potrà tornare a giocare finché non si darà una calmata
Nella notte tra mercoledì e giovedì il campionato di basket NBA ha comunicato la sospensione a tempo indeterminato di Draymond Green, uno dei giocatori più rappresentativi dei Golden State Warriors. La sospensione è arrivata il giorno dopo l’espulsione che Green ha ricevuto nella partita contro i Phoenix Suns per aver tirato un pugno al centro bosniaco Jusuf Nurkic, che lo stava marcando.
Meno di un mese fa Green era già stato sospeso cinque partite per aver stretto al collo il francese Rudy Gobert durante un battibecco tra le due squadre in campo, Golden State e Minnesota Timberwolves. In quell’occasione era stato anche espulso, per la terza volta in questa stagione e la diciottesima in tutta la sua carriera, più di ogni altro giocatore attualmente in attività.
La NBA ha motivato la squalifica a tempo indeterminato, una delle più severe viste negli ultimi anni, dicendo di aver tenuto conto della ripetuta storia di atti antisportivi di Green, al quale ora verrà chiesto di soddisfare determinate condizioni prima di tornare a giocare: non ci sono ancora informazioni precise, ma si parla di un percorso riabilitativo che verrà deciso in questi giorni insieme al giocatore. In poche parole dovrà darsi una calmata.
Green gioca con i Golden State Warriors ininterrottamente dal 2012, anno in cui arrivò in NBA dal college. Insieme a Steph Curry e Klay Thompson ha costituito la colonna portante della squadra ritenuta la più vincente e spettacolare dell’ultimo decennio, capace di vincere quattro titoli NBA in sei anni. Green è sempre stato un difensore irruento e dai modi piuttosto ruvidi, ma è famoso anche per la sua impulsività. Le sue intemperanze sono spesso sfociate nella violenza ingiustificata, come quando un anno fa tirò un pugno in pieno volto al suo compagno di squadra Jordan Poole durante un allenamento.