Un tribunale australiano ha annullato le accuse contro Kathleen Folbigg, che fu ingiustamente incarcerata per 20 anni per la morte dei suoi figli
La Corte di appello penale del Nuovo Galles del Sud, in Australia, ha annullato le accuse contro Kathleen Folbigg, una donna che fu ingiustamente incarcerata per 20 anni per la morte dei suoi 4 figli nel corso di 10 anni. A giugno Folbigg era stata liberata per aver ricevuto la grazia dal governo del Nuovo Galles del Sud, uno stato federale dell’Australia, dopo che nuove prove avevano dimostrato la sua innocenza. Dopo la sentenza di giovedì, che ha assolto Folbigg da tutte le accuse, la donna potrà richiedere un risarcimento allo stato.
Folbigg era accusata di aver soffocato i suoi figli, di età compresa fra i 19 giorni e i 18 mesi, fra il 1989 e il 1999. Nel 2003 fu condannata per 3 omicidi volontari e uno colposo, e perse numerosi ricorsi in appello. Folbigg si era sempre detta innocente, e negli ultimi anni erano emerse nuove prove scientifiche secondo cui i bambini sarebbero morti per cause naturali per via di alcune rare mutazioni genetiche.
Secondo la sentenza di giovedì, i processi di vent’anni fa usarono prove «inaffidabili». I processi, che furono molto seguiti in Australia e all’estero e portarono Folbigg a essere considerata a lungo la più nota serial killer del paese, avrebbero usato prove indiziarie per dipingere la donna come una madre irascibile e instabile: per esempio i suoi diari, che non furono mai sottoposti a una perizia psicologica o psichiatrica.
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