La Corte Suprema degli Stati Uniti si esprimerà sulle modalità di accesso alla pillola abortiva più diffusa nel paese
Mercoledì la Corte Suprema statunitense, il più alto tribunale federale del paese, ha annunciato che nei prossimi mesi si esprimerà sulle modalità di accesso al mifepristone, la pillola abortiva più diffusa negli Stati Uniti. È il secondo grosso caso legato all’accesso all’aborto su cui si esprimerà la Corte dalla sentenza con cui a giugno del 2022 aveva eliminato il diritto all’aborto a livello federale. La sentenza sulla pillola è attesa entro giugno, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali di novembre, su cui potrebbe avere una grossa influenza.
La Corte Suprema ha deciso di esprimersi dopo due diversi ricorsi, uno da parte dell’amministrazione del presidente Joe Biden e uno dell’azienda che produce il mifepristone, che chiedevano alla Corte di ribaltare una sentenza d’appello che avrebbe ridotto notevolmente l’accesso al farmaco anche negli stati in cui l’aborto è ancora legale. Quelle restrizioni prevedevano tra le altre cose l’eliminazione della possibilità di ricevere il farmaco per posta dopo una prescrizione telematica e la riduzione da 10 a 7 settimane del periodo di gravidanza entro il quale si può prendere il mifepristone.
La Food and Drug Administration (FDA), l’ente che regola il cibo e i medicinali negli Stati Uniti, approvò il mifepristone nel 2000 giudicandolo sicuro ed efficace: negli anni è stato usato da milioni di donne nel paese, e i casi di effetti collaterali sono stati molto rari. La nuova sentenza della Corte Suprema non giudicherà questi aspetti, ma più che altro quelli che riguardano il modo in cui si può ottenere la pillola.
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