• Mondo
  • Martedì 12 dicembre 2023

Il parlamento del Regno Unito ha approvato la legge sul trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda

Per il governo, che sta affrontando un calo del consenso e dissensi interni, è un risultato importante

Rishi Sunak, il 6 dicembre 2023 (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)
Rishi Sunak, il 6 dicembre 2023 (AP Photo/Kirsty Wigglesworth)

Il parlamento britannico ha approvato la proposta di legge del governo per trasferire in modo forzato i richiedenti asilo in Ruanda, in Africa orientale, mentre la loro richiesta viene valutata nel Regno Unito. Il piano è ormai da tempo al centro delle politiche per la gestione dell’immigrazione dei governi del Partito Conservatore, ma finora non è mai stato messo in atto a causa di diverse sentenze dei tribunali britannici e della Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu). La legge su cui si è votato oggi ripropone il piano con alcune modifiche che dovrebbero impedire che venga bloccato nuovamente dai tribunali.

Il voto di oggi era considerato una delle sfide più grandi per il governo di Rishi Sunak, in carica dall’anno scorso: serviva a misurare il suo consenso nel Partito Conservatore, che è molto indietro nei sondaggi rispetto agli avversari di centrosinistra, i Laburisti. La proposta era stata criticata sia dai Conservatori più moderati sia da quelli più radicali, e a causa delle divisioni fra i parlamentari la possibilità che non fosse approvata era considerata molto concreta. Alla fine ha ottenuto 313 voti a favore e 269 contrari.

I Conservatori moderati avevano sollevato dubbi sui costi, sul rispetto dei diritti umani e sull’effettiva applicabilità di un piano che in precedenza era stato bloccato ripetutamente in tribunale. I radicali invece volevano che venissero incluse delle misure per impedire che i richiedenti asilo potessero ricorrere in appello contro il proprio trasferimento.

Il piano era già stato bloccato dalla Cedu e dalla Corte Suprema britannica. Fra i Conservatori che hanno criticato la nuova proposta di legge c’è Suella Braverman, ministra dell’Interno fra il 2022 e il 2023. Durante il suo mandato era stata una delle sostenitrici più entusiaste del progetto di mandare i richiedenti asilo in Ruanda, proposto inizialmente dal governo di Boris Johnson nel 2022.

Il 5 dicembre Regno Unito e Ruanda avevano firmato un trattato che impediva al Ruanda di trasferire i richiedenti asilo in altri paesi. Il fatto che fra il 2013 e il 2018, quando era in vigore un accordo fra il governo ruandese e quello israeliano analogo a quello proposto dal governo britannico, il Ruanda respinse verso i loro paesi di origine diverse persone che avevano presentato richiesta d’asilo in Israele era stato uno dei motivi per cui la Corte Suprema aveva bocciato il piano dei trasferimenti.

Secondo il ministro dell’Interno James Cleverly, nominato dopo il licenziamento di Braverman il 13 novembre, la nuova proposta sarebbe «ai limiti» ma comunque «all’interno del quadro del diritto internazionale».

Il piano è sempre stato molto criticato: non solo per il suo costo (il governo britannico ha già pagato al governo ruandese l’equivalente di 160 milioni di euro e il piano dovrebbe costare quasi 200mila euro a migrante), ma anche perché nelle sue versioni iniziali violava le leggi sui diritti umani britanniche e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quello che doveva essere il primo volo verso il Ruanda era stato bloccato da un intervento della Cedu, che esiste per far rispettare la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, il trattato europeo più importante per il riconoscimento dei diritti umani, civili e politici, e aveva fermato l’aereo mentre era già sulla pista di decollo.