La guerra in Ucraina si sta concentrando su Avdiivka
È una cittadina poco a nord di Donetsk, che ha una posizione strategica e da qualche mese è il nuovo centro del fronte di guerra
di Davide Maria De Luca
La linea fortificata intorno alla città di Avdiivka è da due mesi il nuovo centro del fronte di guerra in Ucraina. Intorno a questo centro abitato che un tempo aveva oltre 30mila abitanti, pochi chilometri a nord della città di Donetsk, si combatte dal 2014. La città è circondata su tre lati dalle truppe russe e dallo scorso 10 ottobre ha subìto attacchi sempre più intensi, tanto che, dopo la lunghissima battaglia di Bakhmut, da qualche tempo si parla di quella di Avdiivka come della nuova battaglia simbolo della guerra in Ucraina.
Fino a ora gli ucraini hanno resistito, infliggendo gravi danni ai russi. Ma secondo molti analisti la battaglia di Avdiivka sta mostrando soprattutto che, dopo la controffensiva ucraina di questa estate e le pesanti perdite subite in quasi due anni di guerra, le forze armate russe sono ancora in grado di passare all’offensiva.
Avdiivka è una cittadina industriale al centro del Donbass che ospitava il più grande impianto ucraino per la produzione di coke (un combustibile derivato dal carbone), diventato oggi uno dei punti cardine della difesa ucraina. Occupata brevemente dai separatisti filorussi nel 2014, è stata liberata dagli ucraini e nel 2017 è stata luogo di uno dei più grandi scontri tra filorussi e truppe del governo di Kiev prima dell’invasione su larga scala del 24 febbraio.
Situata a pochi chilometri dalla periferia di Donetsk, dal punto di vista militare è un avamposto importante nei territori occupati dalla Russia. Da qui, gli ucraini minacciano l’importante autostrada che collega Donetsk con Horlivka, un’altra città occupata, e minacciano la stessa capitale della regione (Donetsk, appunto).
I dintorni di Avdiivka sono stati fortificati dagli ucraini e oggi la città è considerata uno dei punti più difesi di tutto il fronte. Oltre a trincee e campi minati, ci sono bunker di cemento, tunnel sotterranei e depositi di armi. Dei 32mila abitanti che aveva prima della guerra, si calcola che solo in 1.500 siano rimasti in città. Attualmente Avdiivka è considerata una “città chiusa” ed è quasi impossibile raggiungerla per giornalisti e volontari.
L’assedio
Anche se intorno alla cittadina si combatte da quasi dieci anni, durante la prima fase dell’invasione su larga scala Avdiivka è rimasta un fronte secondario. Prima i russi si sono concentrati contro Kiev e il sud del paese, poi contro la città di Bakhmut, più a nord. Solo lo scorso 10 ottobre, poche settimane dopo che la controffensiva ucraina aveva esaurito la sua spinta, le forze armate russe sono tornate ad attaccare con intensità.
Secondo gli ucraini, nella seconda metà di ottobre i russi hanno concentrato tre brigate motorizzate in un assalto alle linee fortificate, in tutto circa 10mila soldati e centinaia di veicoli. Le prime fasi delle battaglia sono state imponenti, con colonne di blindati russi che sferragliavano in campo aperto verso le linee ucraine. Le perdite che hanno subìto, sostengono gli ucraini, sono state molto gravi. Durante i primi giorni dell’attacco il capo di stato maggiore delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, aveva detto: «Sui nostri monitor vedevamo 140 veicoli russi in fiamme, tutti colpiti entro quattro ore da quando erano entrati a portata di tiro della nostra artiglieria».
Video from Ukraine's 1st Tank Brigade of a Russian armored assault being repelled, presumably from the Avdiivka area.https://t.co/48YqNNEYAa pic.twitter.com/3pdFwI4D8O
— Rob Lee (@RALee85) October 31, 2023
Secondo esperti e analisti, i russi hanno condotto il nuovo assalto nel modo in cui gli alleati suggerivano all’Ucraina di condurre la sua controffensiva: con grandi attacchi concentrati di carri armati e altri blindati. Ma dopo le perdite dei primi giorni i russi hanno cambiato tattica e, come hanno fatto le forze armate di Kiev la scorsa estate, sono passati a operazioni di dimensioni più ridotte, condotte soprattutto dalla fanteria.
Nonostante le perdite, i russi sono riusciti a stringere sempre di più il loro accerchiamento. Ora le linee fortificate intorno alla città sono circondate su tre lati e le uniche strade che consentono di portare rifornimenti ai suoi difensori rischiano di finire sotto tiro.
Perché è importante?
Ci sono almeno tre ragioni che hanno reso la battaglia di Avdiivka centrale in questa fase della guerra. La prima è quella che la mantiene importante fin dal 2014: la vicinanza di Avdiivka a Donetsk e la possibilità di minacciare, e colpire, uno dei principali centri occupati dai russi.
La seconda è che la città e i suoi dintorni costituiscono un saliente all’interno del fronte ucraino, si tratta cioè di una profonda sporgenza in una linea che altrimenti sarebbe sostanzialmente dritta. I russi vogliono “chiudere” questo saliente, così da accorciare il loro fronte e utilizzare le truppe risparmiate in altri punti.
La terza è che trattandosi di una posizione fortificata è un terreno vantaggioso per gli ucraini dove impegnare i russi. Per loro, cedere la città significherebbe combattere in posizioni meno preparate e dove quindi è più probabile subire maggiori perdite.
Nonostante questi fattori, difficilmente quella di Avdiivka sarà una battaglia risolutiva. Anche se minaccia la città di Donetsk, Avdiivka non è di per sé un significativo snodo stradale e la sua conquista non apre la porta a nuove avanzate. Gli ucraini, inoltre, hanno avuto tempo di costruire nuove fortificazioni alle sue spalle, non altrettanto formidabili, ma comunque difficili da superare.
Una nuova Bakhmut?
Il timore di molti in Ucraina è che Avdiivka si trasformi in una sanguinosa battaglia che durerà mesi, assumerà contorni simbolici sempre più rilevanti per poi terminare con un’occupazione da parte della Russia, come è già avvenuto nell’ultimo anno a Severodonetsk, Soledar e, il caso più famoso, Bakhmut.
Ci sono però significative differenze dal punto di vista militare e politico tra Bakhmut e Avdiivka. Bakhmut si trova in una pessima posizione strategica, sul fondo di una conca, con lievi colline che incombono tutto intorno. La battaglia si è svolta in gran parte nel centro urbano, dove gli ucraini hanno improvvisato le loro difese nel mezzo alle rovine della città.
Avdiivka è circondata da una pianura senza particolari rilievi e gli scontri, per il momento, non riguardano la città, ma le linee fortificate che gli ucraini hanno costruito a una certa distanza dal centro abitato.
La leadership ucraina, inoltre, non ha dato segnali di considerare la città di Avdiivka un simbolo nazionale da difendere a ogni costo, almeno per il momento. Un anno fa era stato lo stesso presidente Volodymyr Zelensky a proclamare Bakhmut una “città fortezza” e “fortezza Bakhmut” era diventato un modo di dire così popolare da aver persino ispirato canzoni (come quella cantata a Sanremo 2023 dal gruppo ucraino Antytila).
La decisione di difendere ad ogni costo Bakhmut aveva ragioni soprattutto politiche. La leadership ucraina temeva l’impatto interno e internazionale di una Russia che si dimostrasse ancora in grado di occupare nuovi territori dopo un anno di guerra. La decisione di difendere la città ad ogni costo è stata successivamente oggetto di critiche da parte di esperti e di alcuni membri della leadership militare ucraina. In ogni caso, la sua caduta la scorsa primavera non ha prodotto significativi contraccolpi morali, diplomatici o militari.