La polizia iraniana ha impedito alla famiglia di Mahsa Amini di raggiungere l’Europa per ritirare il Premio Sakharov per la libertà di pensiero
I genitori e il fratello di Mahsa Amini sono stati fermati in aeroporto dalla polizia iraniana mentre cercavano di partire verso Strasburgo per ricevere il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, il più importante riconoscimento per i diritti umani assegnato annualmente in Europa.
Mahsa Amini, che aveva 22 anni, è morta in carcere il 16 settembre del 2022 dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa iraniana perché non indossava correttamente il velo islamico. La morte di Amini aveva provocato estese, eccezionali e trasversali proteste contro il regime iraniano, che aveva risposto con una dura e violenta repressione, con migliaia di arresti, centinaia di morti negli scontri e successive condanne a morte, alcune delle quali eseguite in pubblico.
Secondo l’avvocato della famiglia, Chirinne Ardakani, la polizia iraniana ha confiscato il passaporto dei familiari di Amini nonostante avessero un visto valido. La cerimonia del Premio Sakharov, che prevede una donazione di 50mila euro, è in programma al Parlamento europeo il 13 dicembre.
La presidente del Parlamento, Roberta Metsola, ha esortato l’Iran a lasciar partire i familiari di Amini. «Chiedo al regime iraniano di ritirare il divieto di viaggiare alla madre, al padre e al fratello di Mahsa Amini», ha scritto Metsola sui social media. «Martedì prossimo il loro posto sarà al Parlamento europeo a Strasburgo per ricevere il Premio Sakharov insieme alle coraggiose donne iraniane. La verità non può essere messa a tacere».
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