Marine Le Pen è stata rinviata a giudizio per appropriazione indebita di fondi europei
La politica di estrema destra è accusata di aver pagato con fondi dell'UE assistenti che però lavoravano per il suo partito in Francia
La politica francese di estrema destra Marine Le Pen e altri 26 membri del suo partito, il Rassemblement National (RN), sono stati rinviati a giudizio in Francia con l’accusa di aver organizzato un piano per appropriarsi in maniera indebita di fondi europei. Le Pen e gli altri membri del RN sono sospettati di aver usato fondi pubblici europei per assumere e pagare assistenti che però lavoravano per il partito in Francia. Sono accusati di appropriazione indebita e collusione nell’ambito di una truffa, contestazioni che potrebbero essere un problema per le ambizioni politiche di Le Pen.
L’inchiesta è stata condotta da due procuratori che si occupano di reati finanziari in Francia e riguarda fatti che risalirebbero al periodo compreso tra il 2004 e il 2016, quando il partito di Le Pen si chiamava ancora Front National. Tra le persone che andranno a processo c’è anche suo padre, Jean-Marie Le Pen, il fondatore del Front National, partito che nel 2018 si trasformò appunto in Rassemblement National. In totale sono stati rinviati a giudizio 11 parlamentari, 12 assistenti e quattro collaboratori del RN.
Nel processo è coinvolto lo stesso partito, accusato di aver nascosto i presunti illeciti. Le Pen è stata presidente del RN fino al 2021 e ora è la leader del suo gruppo parlamentare. Ha negato tutte le accuse.
I reati sarebbero stati commessi nel periodo precedente alla prima campagna elettorale per le presidenziali francesi di Marine Le Pen, che sfidò l’attuale presidente Emmanuel Macron sia nel 2017 che nel 2022, perdendo entrambe le volte. Nel 2022 Le Pen era già stata accusata dall’ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) di avere utilizzato in maniera indebita più di 600mila euro di fondi pubblici europei assieme ad altri due membri del partito: i fondi sarebbero stati ottenuti nel periodo in cui erano in servizio come deputati del Parlamento Europeo e utilizzati per coprire spese per il personale e spese legate all’attività politica del partito francese.
Il Parlamento Europeo ha stimato che più di 6,8 milioni di euro di fondi pubblici siano stati sottratti indebitamente nel periodo compreso tra il 2009 e il 2017.
La procura francese ha ricordato che in caso di condanna Le Pen rischia fino a 10 anni di carcere e una sanzione massima di 1 milione di euro, o comunque del doppio delle somme che avrebbe usato in maniera indebita. Se fosse condannata, inoltre, rischierebbe la sospensione dalle cariche pubbliche per i successivi dieci anni: un’eventualità che le impedirebbe di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali previste per il 2027. Una prima udienza è prevista per il 27 marzo dell’anno prossimo. Le successive per il novembre del 2024.
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