È stato condannato a quattro anni di carcere Simone Isaia, il senzatetto che incendiò la “Venere degli Stracci” a Napoli
Il tribunale di Napoli ha condannato a quattro anni di reclusione e al pagamento di una multa di quattromila euro Simone Isaia, il senzatetto 32enne che lo scorso 12 luglio incendiò l’installazione artistica Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto esposta in piazza Municipio, nel centro di Napoli.
L’installazione era una delle più note opere di Pistoletto, tra i più famosi artisti italiani contemporanei della corrente dell’“arte povera”. Era una riproduzione della statua Venere con mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen, ma affiancata da un cumulo di stracci: è stata realizzata per la prima volta nel 1967 e ne esistono varie versioni in diversi musei di tutto il mondo. Quella incendiata era stata realizzata da Pistoletto appositamente per Napoli: era alta circa 10 metri e, oltre alla statua della Venere realizzata in gesso e resina, consisteva in un’impalcatura metallica ricoperta di stracci.
L’incendio che ha distrutto l’opera era cominciato verso le 5:30 del 12 luglio, come testimoniato dai video realizzati da diverse persone che si trovavano nei paraggi in quel momento. Le indagini avevano permesso di individuare il responsabile, Isaia, che aveva disturbi mentali ed era stato messo agli arresti domiciliari in una casa di accoglienza in provincia di Salerno.
La pena stabilita dal giudice è stata giudicata eccessiva sia da alcuni politici che da persone impegnate nell’associazionismo. Nei mesi scorsi lo stesso Pistoletto era intervenuto con un appello in favore di Isaia: «Simone ha bisogno di essere curato, non del carcere», disse Pistoletto. «Le istituzioni si prendano cura di Simone. Il problema della nostra società si rivela con il gesto compiuto contro la mia opera, chi lo ha commesso mostra la malattia sociale con cui conviviamo».
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