La sorella di Fidel Castro che lavorava per la CIA
Juanita Castro è morta 90enne in Florida, dove era emigrata dopo aver prima aiutato e poi sabotato la rivoluzione comunista del fratello
Giovedì i media cubani, tutti controllati dal regime comunista nato dopo la rivoluzione del 1959, non avevano ancora dato notizia della morte di Juanita Castro, avvenuta lunedì. Juanita era la sorella minore di Fidel e Raúl Castro e da oltre cinquant’anni viveva a Miami, in Florida. Era un’attiva oppositrice del governo comunista cubano di cui i fratelli sono stati leader dal 1959 al 2008 (Fidel) e dal 2008 al 2018 (Raúl). In un’autobiografia del 2009 rivelò di essere stata assoldata dalla CIA, l’agenzia di intelligence statunitense, e di aver collaborato per alcuni anni come spia, prima di trasferirsi definitivamente all’estero.
Juanita è morta a 90 anni e da oltre mezzo secolo non aveva più nessun rapporto o contatto con i fratelli a Cuba. Era la quinta dei sette fratelli Castro, nati da Angel Castro e Lina Ruiz: oggi sopravvivono Raúl e la sorella Enma, che vive a Miami. Angelita è morta nel 2012, il primogenito Ramón nel febbraio del 2016, Fidel a novembre dello stesso anno, Agustina nel 2017.
Juanita collaborò inizialmente alla causa della rivoluzione cubana contro il dittatore Fulgencio Batista, raccogliendo denaro e acquistando armi all’estero. Dopo il successo della rivoluzione nel 1959 fu impegnata nella costruzione di cliniche e ospedali nella campagna cubana, ma ben presto iniziò a disapprovare le scelte politiche dei fratelli e di Ernesto Che Guevara. Juanita era contraria alle collettivizzazioni delle risorse agrarie e più in generale non approvava l’approccio rigidamente comunista del nuovo governo. Secondo alcune fonti i maggiori dissapori con i fratelli nacquero quando la tenuta e i campi agricoli della famiglia furono inseriti nei programmi di statalizzazione e ridistribuzione delle terre del governo. Nella sua autobiografia Juanita ha invece scritto di essersi allontanata non approvando le uccisioni e le incarcerazioni degli avversari politici.
Nei primi anni Sessanta la sua casa divenne sede di varie riunioni di anticomunisti nell’isola e durante un viaggio in Messico nel 1961 la moglie dell’ambasciatore brasiliano a Cuba la convinse a incontrare un agente della CIA. In seguito ha raccontato di non aver ricevuto denaro in cambio del suo aiuto e di aver posto come condizione di non essere coinvolta in azioni violente contro i fratelli. La CIA l’avrebbe invece utilizzata per far arrivare all’interno del paese messaggi, documenti e denaro, spesso nascosti in confezioni di cibo in scatola. Le comunicazioni sarebbero avvenute anche attraverso programmi radiofonici su onde corte: un particolare brano dell’opera Madama Butterfly era il segnale che si sarebbe dovuta mettere in contatto con gli agenti. Durante la sua collaborazione con la CIA contribuì alla fuga dall’isola di quasi 200 dissidenti cubani.
I fratelli erano a conoscenza delle sue idee e delle sue frequentazioni, ma non della sua attività con la CIA. Juanita raccontò di sentirsi protetta dalla presenza della madre, che morì nel 1963. Un anno dopo Fidel Castro requisì per lo stato tutte le proprietà di famiglia e Juanita decise di lasciare il paese e raggiungere la sorella Enma in Messico: fu Raúl a intercedere perché le fosse concesso un visto.
Al suo arrivo in Messico Juanita annunciò la sua defezione dal regime castrista: «Non posso più restare indifferente a ciò che sta accadendo nel mio paese. I miei fratelli Fidel e Raúl lo hanno trasformato in una prigione circondata dal mare». Un anno dopo si trasferì negli Stati Uniti all’interno della numerosa comunità di esuli cubani di Miami, dove era vista però con un certo sospetto, visto che la sua collaborazione con la CIA non era pubblica. Il suo impegno anticomunista continuò in un’ONG finanziata dalla CIA che lavorava contro il governo castrista.
Juanita gestì una farmacia a Little Havana e prese la cittadinanza statunitense nel 1984. Nel 2009 ha pubblicato l’autobiografia I miei fratelli Fidel e Raúl. La storia segreta, non è mai tornata a Cuba e non ha avuto contatti con i fratelli. Le sue ceneri resteranno in Florida.
– Leggi anche: Una delle più gravi crisi a Cuba dalla rivoluzione castrista