Salvini torna a puntare su Cortina per la costosa pista da bob olimpica
Ma è un progetto complicato e con scadenze difficili da rispettare, e il comitato olimpico vorrebbe spostare le gare all'estero
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è tornato a proporre Cortina d’Ampezzo come sede delle gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina che si terranno nel 2026. L’ipotesi era stata accantonata dal CONI (Comitato olimpico nazionale italiano) perché il rifacimento della vecchia pista è molto costoso, così complesso e lungo da non poter essere completato entro le scadenze imposte dal Comitato olimpico internazionale (CIO). La delusione della Regione Veneto e del suo presidente Luca Zaia hanno convinto Salvini a riproporre il progetto in una versione semplificata nonostante a questo punto sia molto complicato portarlo a termine.
Della pista da bob di Cortina si discute da tre anni per via dei costi notevoli e dell’impatto ambientale del suo rifacimento. La Regione Veneto e la fondazione Milano-Cortina, a cui è stata affidata la gestione dei lavori in vista delle Olimpiadi, avevano previsto una spesa iniziale di 85 milioni di euro per la demolizione della vecchia pista Eugenio Monti e la costruzione della nuova. Oltre alla pista, il progetto prevedeva anche edifici per ospitare le squadre, posti per giornalisti e nuove tribune per gli spettatori. Nella versione iniziale c’era anche un parco “ludico sportivo” che sarebbe servito a sostenere economicamente la gestione dopo le Olimpiadi. Il parco fu poi rimosso con un risparmio di circa 20 milioni di euro rispetto alla proposta iniziale.
Nel 2022 l’aumento dei costi delle materie prime e dei materiali dovuto alla guerra in Ucraina ha fatto aumentare nuovamente i costi a 81 milioni di euro, ma nell’ultimo anno sono state diffuse stime ancora diverse: all’inizio di febbraio il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha detto che i costi sarebbero potuti aumentare fino a 120 milioni di euro.
Tutti i bandi pubblicati dalla fondazione per trovare un’azienda disponibile a farsi carico del cantiere sono andati deserti. Nessuna azienda se l’è sentita di rischiare le pesanti penali per il mancato rispetto dei tempi e delle scadenze, decisamente impegnative.
Queste difficoltà hanno spinto altre città a candidarsi per ospitare le gare di bob. La prima provarci è stata Innsbruck, in Austria: a luglio, dopo che il bando di gara era andato deserto per la prima volta, il sindaco Georg Willi aveva scritto alla fondazione proponendo di utilizzare la loro pista da bob e chiedendo 12,5 milioni di euro per adeguare le strutture. Anche St. Moritz, in Svizzera, è considerata dal CIO tra le soluzioni migliori per risolvere il problema.
Si è proposta anche Cesana Torinese, che aveva ospitato le gare durante le Olimpiadi di Torino nel 2006. La pista di Cesana Torinese, chiamata Cesana Pariol, fu costruita nel 2005. All’epoca costò 110 milioni di euro. Rimase in funzione sei anni ospitando le Olimpiadi del 2006, la coppa del mondo di bob nel 2009 e i campionati mondiali di slittino nel 2011. Come è accaduto a molti degli impianti costruiti per le Olimpiadi, anche la pista di Cesana fu costretta a chiudere a causa degli alti costi di gestione, circa 1,3 milioni di euro all’anno.
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La candidatura di Cesana è stata presentata con più forza dopo che il presidente del CONI Giovanni Malagò a metà ottobre aveva annunciato la rinuncia al rifacimento della pista di Cortina. Alla fine di ottobre la città metropolitana di Torino e la Regione Piemonte hanno inviato un corposo dossier al governo e al CONI, il comitato olimpico nazionale italiano, per convincerli a spostare le gare a Cesana. Questa soluzione è stata sostenuta anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nonostante l’annuncio di Malagò e i tempi sempre più stretti, il presidente del Veneto Luca Zaia non ha mai rinunciato all’ipotesi di rifare la pista di Cortina.
Martedì 5 dicembre era stato indicato come ultimo giorno disponibile per scegliere una sede, ma la proposta di Salvini ha spostato nuovamente la scadenza della decisione. Durante la riunione che si è tenuta al ministero Salvini ha assicurato che la nuova proposta in versione semplificata «non costerà un centesimo in più agli italiani», ma non è chiaro quanto.
Martedì mattina prima della riunione il CIO ha diffuso una nota in cui chiarisce la sua posizione che è molto diversa dalla proposta di Salvini. Il CIO «si aspetta che la decisione definitiva preveda l’organizzazione degli eventi in un centro già esistente e pienamente funzionante fuori dall’Italia».