Il governo tedesco deve fare grossi tagli al budget, e in fretta
Ha pochi giorni per approvare la legge finanziaria, nel mezzo di una crisi sul debito che minaccia il cancelliere Olaf Scholz
La coalizione di governo in Germania ha ancora pochi giorni per trovare una soluzione a un grosso buco di bilancio da 17 miliardi di euro che si era creato dopo un’importante decisione della Corte costituzionale tedesca presa a metà novembre: questa soluzione richiederà probabilmente tagli molto duri a progetti di investimento e alla spesa pubblica. I tre partiti che compongono la coalizione stanno discutendo su quali tagli fare e a quali progetti rinunciare, con l’obiettivo di presentare una nuova legge finanziaria e farla approvare dal parlamento entro la fine dell’anno.
Se il governo tedesco non riuscirà a mettersi d’accordo in pochi giorni (è prevista un’importante riunione di coalizione già per mercoledì) la Germania potrebbe arrivare al 2024 senza il budget annuale dello stato approvato: di per sé non è un problema irrisolvibile (la Costituzione tedesca prevede che il governo possa continuare a operare per le questioni correnti anche senza un budget) ma sarebbe un grosso colpo alla reputazione della prima economia europea. Secondo alcune analisi, inoltre, i litigi dentro alla coalizione su quali tagli fare potrebbero rischiare di mettere in crisi la tenuta del governo stesso, guidato dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz.
La coalizione di governo in Germania è composta da tre partiti principali: il Partito Socialdemocratico (SPD) del cancelliere Scholz, il Partito Liberale del ministro delle Finanze, Christian Lindner, e il Partito Verde del ministro dell’Economia, Robert Habeck. La crisi è cominciata a novembre, quando la Corte costituzionale, rispondendo a una causa portata avanti dall’opposizione di centrodestra, aveva dichiarato che la finanziaria per il 2023 e per il 2024 era illegale perché violava una legge tedesca che impedisce allo stato di indebitarsi oltre un certo limite.
Secondo la Corte, il governo aveva approvato grossi piani di investimento (legati soprattutto alla transizione energetica e allo sviluppo tecnologico) usando fondi d’emergenza che non erano stati spesi nel periodo della pandemia da coronavirus e della guerra in Ucraina. Il governo riteneva di poter usare quei soldi anche fuori dall’emergenza senza conteggiarli nel debito pubblico, e per questo aveva previsto enormi piani di investimento, ma la Corte gliel’ha impedito. Le spese che il governo aveva previsto di finanziare usando i fondi emergenziali sono così rimaste scoperte.
La sentenza della Corte costituzionale ha quindi aperto un buco di bilancio di 45 miliardi di euro per il 2023 e di 17 miliardi per il 2024, creando enormi problemi all’interno del governo, che si è messo al lavoro per cercare una soluzione.
Per quanto riguarda il buco da 45 miliardi nel 2023, il governo se l’è cavata stabilendo che anche il 2023 è stato un anno di emergenza, e che dunque i fondi emergenziali possono essere utilizzati derogando alla legge che impedisce allo stato di indebitarsi. Questa decisione è problematica e potrebbe essere contestata in tribunale, ma quanto meno ha consentito di evitare i problemi nell’immediato.
Resta però il buco da 17 miliardi di euro nella finanziaria del 2024, quello che dovrebbe essere approvato dal parlamento entro la fine dell’anno. In teoria il governo potrebbe dichiarare che anche il 2024 sarà un anno di emergenza e cavarsela così, ma il Liberale Lindner si è rifiutato di farlo, sostenendo che non ci siano sufficienti giustificazioni e che una decisione del genere sarebbe politicamente controproducente. Così adesso il governo deve tagliare 17 miliardi di euro per la finanziaria dell’anno prossimo, e deve decidere i tagli in pochissimi giorni.
Diciassette miliardi di euro sono una cifra enorme in assoluto, ma tutto sommato contenuta se si considera che il budget annuale tedesco è di circa 450 miliardi. Quei 17 miliardi rientravano però in alcuni piani di investimento strategici per la transizione energetica, ed è piuttosto problematico rinunciarvi.
Le discussioni sono comprensibilmente molto tese, tanto che Robert Habeck dei Verdi, che è uno dei politici ambientalisti più importanti d’Europa, ha rinunciato all’ultimo momento a partecipare alla COP28 di Dubai per essere presente ai negoziati. Habeck vorrebbe risolvere il problema tagliando i grossi sussidi ai combustibili fossili che la Germania spende tutti gli anni. Al contrario Lindner, che è un centrista, ritiene che la spesa sociale prevista nella finanziaria (il 45 per cento del totale) sia eccessiva, e che vada tagliata anzitutto quella.
In discussione non ci sono soltanto i tagli immediati al budget, ma anche la realizzazione del programma del governo, che puntava molto sul rilancio dell’economia tramite enormi investimenti per la transizione ecologica e digitale. Il grosso di questi investimenti era però previsto con i fondi emergenziali che la Corte costituzionale ha dichiarato inutilizzabili, e questo potrebbe mettere a rischio i progetti del governo anche nei prossimi anni.