Il canto lirico italiano è stato dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO
Mercoledì l’UNESCO, l’agenzia culturale delle Nazioni Unite, ha inserito il canto lirico italiano nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. Secondo la definizione approvata dall’UNESCO «la pratica del canto lirico in Italia» include la musica, il canto, la recitazione e le scenografie tipiche dell’opera. La decisione è stata comunicata durante una riunione dei membri della Commissione UNESCO tenutasi in Botswana, in Africa meridionale. Durante la stessa riunione altri due elementi che riguardano l’Italia sono stati iscritti nell’elenco di patrimoni culturali immateriali dell’umanità: l’irrigazione tradizionale e la transumanza stagionale del bestiame. A differenza del canto lirico, il cui riconoscimento riguarda solo l’Italia, negli altri due casi la pratica è condivisa con vari altri paesi.
Il canto lirico si è sviluppato in Italia a partire dalla fine del Cinquecento e comprende tecniche che permettono di aumentare la diffusione della voce sfruttando gli effetti di risonanza prodotti dal corpo umano. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha detto di essere soddisfatto del «lungo e articolato lavoro» che ha portato «una grande eccellenza della nostra nazione» a ottenere il riconoscimento dall’UNESCO.
Il patrimonio culturale immateriale dell’umanità secondo l’UNESCO include le tradizioni trasmesse all’interno di una comunità, come pratiche sociali, tradizioni, riti, feste, espressioni orali, artistiche o pratiche legate alla natura e all’artigianato, nonché strumenti, oggetti, manufatti e spazi culturali a essi legati. In Italia esistono 19 elementi considerati dall’UNESCO patrimonio culturale immateriale dell’umanità, fra cui il teatro dei Pupi siciliano e l’arte dei pizzaioli napoletani.
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