Il presidente dell’area serba della Bosnia Milorad Dodik è sotto processo per “ribellione” all’Alto Rappresentante dell’ONU
È iniziato mercoledì il processo al leader nazionalista serbo-bosniaco Milorad Dodik, presidente dell’area serba della Bosnia Erzegovina: Dodik è accusato di non rispettare l’autorità e le decisioni dell’inviato internazionale dell’ONU incaricato di garantire la pace nel paese. Dodik rischia fino a cinque anni di carcere e l’interdizione da ruoli politici: sostiene che il processo sia politico e definisce l’Alto Rappresentante dell’ONU uno «straniero non eletto».
Il processo arriva dopo uno scontro che va avanti ormai da un paio d’anni, da quando il tedesco Christian Schmidt è diventato Alto Rappresentante. Alla fine della guerra in Bosnia, nel 1995, gli accordi di pace di Dayton stabilirono la divisione della Bosnia in due regioni semiautonome, una a maggioranza serba, l’altra denominata Federazione Bosniaco-croata. All’inviato internazionale dell’ONU fu affidato il compito di garantire la pace, anche con il potere di cancellare leggi e rimuovere funzionari considerati di ostacolo al mantenimento della stessa.
Dodik ha invece introdotto una serie di leggi che limitano i poteri dell’autorità nazionale, non ha mai riconosciuto la figura dell’Alto Rappresentate e ha più volte minacciato la secessione dell’area serba. È considerato un alleato della Russia, mentre i suoi progetti secessionisti non hanno l’appoggio della vicina Serbia.