Le polemiche sulla Fiat Panda elettrica prodotta in Serbia
L'opposizione dice che è colpa del governo, mentre i sindacati temono per i lavoratori degli stabilimenti italiani
Lunedì durante una visita della presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha detto che la Fiat Panda elettrica sarà prodotta nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia. La notizia che uno dei modelli più venduti della Fiat, la più importante azienda automobilistica italiana, verrà prodotto in un altro paese ha suscitato un dibattito: sia sui risvolti che questa scelta avrà sull’occupazione in Italia, sia sulle politiche economiche adottate dal governo italiano per incentivare la produzione di auto elettriche.
Al momento la Panda viene prodotta nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, in Campania, dove lavorano circa 4mila persone. Stellantis, il gruppo proprietario di Fiat e di diversi altri marchi automobilistici, ha confermato che il modello con motore tradizionale sarà prodotto lì fino almeno al 2026. Quello elettrico, che dovrebbe essere presentato dall’azienda nel 2024, sarà invece prodotto nello stabilimento di Kragujevac, acquistato da Stellantis nel 2008 e inaugurato nel 2012.
Il governo ha ricevuto critiche sia dai sindacati che dall’opposizione per non aver fatto in modo che Stellantis scegliesse di produrre in Italia la Panda elettrica, che in futuro dovrebbe diventare quella più venduta: secondo i regolamenti dell’Unione Europea, fra meno di 15 anni le auto elettriche saranno le uniche che potranno essere prodotte in Europa.
L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, aveva detto già nel 2022 che a Kragujevac sarebbe stata prodotta un’auto elettrica, ma non era ancora stato annunciato che sarebbe stata la Panda. Questa dovrebbe diventare il primo modello di auto elettrica a costi contenuti prodotto da Fiat. Trasferire la produzione nell’Europa dell’est, dove i salari mediamente sono più bassi rispetto all’Europa occidentale e i costi sono in molti casi minori, è un metodo usato da molte aziende per abbassare i costi di produzione.
Nonostante sia ormai una multinazionale, Stellantis ha ancora un notevole valore economico per l’Italia e per la sua economia, che hanno tutto l’interesse ad avere la produzione automobilistica dell’azienda nel paese. In Italia ci sono ancora enormi stabilimenti come quelli di Mirafiori (a Torino), Melfi (in Basilicata) e Pomigliano (in Campania), e si stima che l’impatto dell’azienda sull’economia nazionale valga tra l’1 e il 3 per cento del PIL. Secondo l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, il settore della produzione di automobili in Italia dà lavoro a 160 mila persone, la maggior parte delle quali dipende proprio da Stellantis. In passato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, aveva chiesto all’azienda di produrre la Panda elettrica nello stabilimento di Mirafiori, a Torino.
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Alcune settimane fa Tavares aveva chiesto al governo italiano maggiori incentivi per le auto elettriche come condizioni per aumentare la loro produzione in Italia. Finora il governo non ha dato seguito a richieste di questo genere, e in generale non sta adottando politiche che vanno in questa direzione: in Italia esistono diversi sussidi per l’acquisto di auto nuove, ma sono distribuiti sia a chi acquista auto elettriche sia a chi acquista quelle con motori a combustione interna considerate “a basse emissioni” (la soglia in Italia è piuttosto alta rispetto ad altri paesi europei).
Per tutte queste ragioni molti stanno incolpando il governo italiano per la decisione di Stellantis di spostare la produzione della Panda elettrica. Fra gli altri Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, dopo l’annuncio del presidente serbo ha parlato di «totale assenza di politiche industriali da parte del governo». Anche i sindacati hanno sollevato la questione con Stellantis, chiedendo garanzie sul mantenimento dell’occupazione delle migliaia di lavoratori che assemblano le Panda a Pomigliano. L’azienda ha detto che le Panda a motore termico e ibrido continueranno a essere prodotte a Pomigliano.
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