Lo sciopero di medici e infermieri
Protestano contro varie misure della legge di bilancio: durerà tutta la giornata di martedì, e moltissimi esami, visite e interventi potrebbero essere rimandati
Per il 5 dicembre è stato proclamato uno sciopero di 24 ore dei medici, degli infermieri e dei professionisti non medici che lavorano negli ospedali del settore pubblico. È stato indetto dai sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, dei medici, e Nursing Up, degli infermieri, per chiedere al governo di inserire maggiori sostegni economici nella legge di bilancio. I sindacati hanno stimato che 1,5 milioni di prestazioni mediche potrebbero essere rimandate, fra cui interventi chirurgici, visite specialistiche ed esami di vario tipo. I servizi essenziali e d’urgenza saranno comunque garantiti.
Durante lo sciopero si terranno manifestazioni di protesta in varie città italiane: quella principale è prevista alle 11:30 in piazza Santi Apostoli a Roma. I sindacati hanno indicato in particolare cinque punti su cui chiedono l’intervento del governo: un aumento delle assunzioni, la detassazione di una parte della retribuzione, maggiori risorse per il rinnovo del contratto di lavoro, maggiori tutele per i medici denunciati nello svolgimento della propria attività e la cancellazione dei tagli alle pensioni.
I sindacati sostengono che la legge di bilancio, che attualmente sta venendo discussa in Senato, contenga misure che peggiorerebbero le condizioni del lavoro nel Servizio sanitario nazionale e la qualità dei servizi che questo offre, spingendo molti medici a lasciare la sanità pubblica per quella privata. Fra questi ci sono un taglio dell’importo mensile delle pensioni future fra il 5 e il 25 percento, e l’indirizzamento di fondi per la riduzione delle liste d’attesa degli ospedali pubblici alle sole cliniche private.
I fondi stanziati per il rinnovo dei contratti pubblici, inoltre, sarebbero secondo i sindacati troppo pochi per adeguare gli stipendi all’inflazione, cosa che aggraverebbe la carenza del personale negli ospedali pubblici. Secondo Guido Quici, presidente di Cimo-Fesmed, nel sistema attuale la sanità privata, a differenza di quella pubblica, non si fa carico di reparti considerati fondamentali che richiedono molto personale e risorse, come i pronto soccorso e le terapie intensive neonatali. Quici ha detto che allo sciopero potranno partecipare anche i medici del settore privato senza un regolare contratto da medico.
Anche gli infermieri sciopereranno: chiedono un aumento delle assunzioni, un aumento della retribuzione e dell’indennità di specificità infermieristica (una quota aggiuntiva pagata agli infermieri oltre alla loro normale retribuzione, variabile in base alle mansioni svolte). Secondo i sindacati in Italia mancherebbero 170mila infermieri. Il sindacato Nursing Up ha criticato anche una misura della legge di bilancio che prevede che gli infermieri non possano più andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di servizio, ma debbano superare i 67 anni d’età.
I sindacati chiedono anche maggiori sforzi per tutelare i medici dalle cause giudiziarie dovute agli errori commessi nel loro lavoro. L’attuale governo ad aprile aveva creato una commissione apposita, che però non ha ancora trovato una soluzione. I sindacati chiedono una depenalizzazione completa degli errori medici, che però il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito «impensabile». Negli anni nei tribunali si sono accumulate moltissime cause giudiziarie contro i medici, un fatto che contribuisce ad alimentare il problema della cosiddetta “medicina difensiva”: cioè la pratica per cui i medici prescrivono un gran numero di esami e visite con lo scopo di prevenire il rischio di essere coinvolti in cause giudiziarie, che però finisce per rendere le cure meno immediate ed efficaci e per allungare i tempi di attesa negli ospedali.
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