Il presidente della COP28 non è convinto dell’utilità di abbandonare i combustibili fossili
Secondo Sultan Ahmed Al Jaber «nessuna scienza» dimostra che farlo manterrà l'aumento delle temperature entro 1,5 gradi
La scorsa settimana il presidente della COP28 Sultan Ahmed Al Jaber ha partecipato a un evento online organizzato dall’organizzazione SHE Changes Climate. Durante questo evento ha detto di ritenere priva di fondamento scientifico l’idea che l’abbandono dei combustibili fossili sia l’unica soluzione per mantenere l’aumento delle temperature globali entro 1,5 gradi, come previsto dall’accordo di Parigi sul clima. Al Jaber ha detto:
Non c’è nessuna scienza, o scenario, che dica che l’abbandono graduale dei combustibili fossili permetterà di mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi.
La conversazione è stata resa nota da un articolo del Guardian pubblicato domenica. Oltre a presiedere la COP28, cioè la conferenza sul cambiamento climatico dell’ONU che si sta tenendo a Dubai, Al Jaber è anche l’amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), l’azienda petrolifera statale emiratina, tra le più grandi società al mondo del settore. Per questo la sua nomina come presidente della COP28 era stata assai contestata.
Nella conversazione riportata dal Guardian, Al Jaber rispondeva a una domanda di Mary Robinson, presidente dell’ong Elders ed ex inviata speciale delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici. Robinson stava incalzando Al Jaber a prendere posizione sull’abbandono dei combustibili fossili in quanto presidente della COP28 che sarebbe iniziata dopo pochi giorni. Al Jaber ha definito il tono della conversazione «allarmistico» e aggiunto che l’abbandono graduale (phase out) dei combustibili fossili non consentirebbe uno sviluppo sostenibile «a meno che non si voglia riportare il mondo all’età della pietra». Ha poi accusato Robinson e chi la pensa come lei di «puntare il dito» contro interi settori e di alimentare così polarizzazioni e divisioni non necessarie.
Scienziati ascoltati dal Guardian, come David King, presidente del gruppo di scienziati Climate Crisis Advisory Group, hanno definito le parole di Al Jaber «incredibilmente preoccupanti» e «al limite del negazionismo climatico», nonché in contrasto con la posizione ufficiale delle Nazioni Unite. Le parole al Al Jaber hanno alimentato nuove perplessità non solo sulla sua nomina di presidente della conferenza, ma anche sulla stessa scelta di organizzare la COP28 negli Emirati Arabi Uniti, il settimo paese al mondo per produzione di petrolio e il settimo per emissioni di gas serra pro capite.
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