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  • Sabato 2 dicembre 2023

Israele si sta preparando a invadere il sud della Striscia di Gaza

Con la fine della tregua ci si aspetta un'offensiva dove si sono ammassati i 2 milioni di civili scappati dal nord

Il sistema di difesa israeliano “Iron Dome” mentre intercetta razzi provenienti dalla Striscia di Gaza (AP Photo/Tsafrir Abayov)
Il sistema di difesa israeliano “Iron Dome” mentre intercetta razzi provenienti dalla Striscia di Gaza (AP Photo/Tsafrir Abayov)
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Venerdì sono ricominciati i combattimenti tra Israele e Hamas, dopo una tregua durata una settimana durante la quale erano stati liberati centinaia di ostaggi e prigionieri da entrambe le parti. Da subito ci sono stati segnali chiari sulle intenzioni di Israele di puntare ora verso sud, dopo aver fatto evacuare e attaccato il nord della Striscia di Gaza e la città di Gaza: a Khan Yunis, la principale città meridionale, l’aviazione israeliana ha lanciato alcuni volantini che avvisavano i civili di spostarsi verso Rafah, ancora più a sud. Nel corso della giornata di venerdì, poi, ha bombardato pesantemente la città.

Il Financial Times ha pubblicato un articolo che racconta i preparativi dell’esercito israeliano per avviare un’offensiva via terra verso il sud della Striscia nei prossimi giorni, e continuare poi ad attaccare in vari modi nei prossimi mesi: molto probabilmente infatti i combattimenti proseguiranno anche nel 2024, hanno detto fonti anonime a conoscenza dei piani dell’esercito, citate dal Financial Times. Secondo queste fonti, gli obiettivi dell’esercito sono di uccidere i tre leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Marwan Issa, sconfiggere definitivamente le 24 unità militari di Hamas e inibire la sua capacità di governare la Striscia.

Nelle scorse settimane, prima che Israele invadesse la Striscia, gran parte della popolazione palestinese era stata costretta ad abbandonare il nord, che è stato poi pesantemente attaccato e bombardato. Larghe porzioni di questa parte di territorio sono ora ridotte in macerie e a sud si sono ammassati circa 2 milioni di persone: è una zona sovraffollata e in gravissima crisi umanitaria. Non è ancora chiaro dove dovrebbero dirigersi i civili in caso di un’ulteriore offensiva: con il nord occupato le persone non hanno un posto dove andare.

Un funzionario israeliano rimasto anonimo ha detto al Financial Times che ci saranno delle “zone sicure”: «Li avvertiremo in anticipo e solleciteremo a fare uno sforzo per spostarsi, ad esempio, un chilometro verso nord o verso ovest».

Che l’obiettivo successivo di Israele fosse attaccare il sud era chiaro da tempo, visto che le forze militari israeliane ritengono che lì si siano concentrati i leader di Hamas. L’offensiva dovrebbe concentrarsi principalmente a Khan Yunis, peraltro città natale di Yahya Sinwar e Mohammed Deif, e a Rafah, dove c’è l’omonimo varco, l’unico passaggio di confine della Striscia di Gaza che non porti in territorio israeliano ma in Egitto.

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