Sono ricominciati i combattimenti tra Israele e Hamas
Poco dopo la scadenza della tregua, che in una settimana ha permesso lo scambio reciproco di centinaia di ostaggi e prigionieri
Venerdì alle 7 di mattina locali (le 6 in Italia) è scaduto il termine fissato per la tregua tra Israele e Hamas, che era cominciata venerdì scorso e ha permesso uno scambio reciproco di prigionieri e ostaggi. Le due parti si erano inizialmente accordate per una tregua di quattro giorni, che era stata prolungata più volte dopo lunghe e complicate negoziazioni mediate dal Qatar, che ha buoni rapporti con entrambe.
Già pochi minuti dopo la scadenza del termine della tregua sono ricominciati i combattimenti tra Israele e Hamas. Israele ha bombardato varie zone di Gaza, da nord a sud. A Khan Yunis, la principale città nel sud della Striscia, l’aviazione israeliana ha lanciato dei volantini che avvisavano i civili di spostarsi verso la città di Rafah, ancora più a sud. I missili lanciati contro Israele hanno fatto scattare gli allarmi antiaerei in varie città al confine con la Striscia di Gaza e nella parte centrale del paese. Il gruppo radicale libanese sciita Hezbollah ha rivendicato anche degli attacchi missilistici contro il nord di Israele, al confine col Libano. Le forze armate israeliane a loro volta hanno detto di aver colpito una «cellula terroristica» in Libano: secondo un canale televisivo affiliato a Hezbollah due persone sono state uccise.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas della mancata estensione della tregua, sostenendo che il gruppo radicale palestinese non abbia voluto liberare altri ostaggi. Intanto il ministero della Salute della Striscia di Gaza – controllato da Hamas – ha detto che da venerdì mattina i bombardamenti israeliani hanno ucciso in tutto 109 palestinesi e che negli ospedali non ci sono abbastanza posti per curare le centinaia di feriti. La ripresa del conflitto ha anche fermato l’ingresso dei camion di aiuti umanitari a Gaza. La quantità di aiuti era aumentata durante la tregua, ma secondo le organizzazioni umanitarie è sempre rimasta molto inferiore al necessario.
L’ultima estensione di giovedì ha permesso la liberazione di otto ostaggi israeliani da parte di Hamas, e di 30 detenuti palestinesi da parte di Israele. In tutto in sette giorni Hamas ha liberato 105 persone prese in ostaggio nel corso dell’attacco del 7 ottobre (su un totale di oltre 240), di cui 78 donne e minori israeliani. Oltre a molti ostaggi israeliani, ne sono stati liberati altri di diverse nazionalità, prevalentemente thailandesi, sulla base di accordi separati che non facevano parte di quelli per la tregua con Israele. Israele ha invece liberato in tutto 210 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri del paese.
Secondo un portavoce del governo israeliano 137 persone sarebbero ancora tenute in ostaggio nella Striscia di Gaza: 115 uomini, 20 donne e due bambini. 7 persone israeliane invece sono considerate come disperse. Queste cifre non tengono conto delle affermazioni di Hamas, non ancora verificate da Israele, secondo cui i due bambini e la loro madre sarebbero morti. Venerdì il kibbutz di Nir Oz, uno di quelli più colpiti dalle violenze e dai rapimenti di Hamas del 7 ottobre, ha detto che alcuni suoi abitanti erano morti mentre erano in ostaggio nella Striscia di Gaza.
– Leggi anche: Le indagini israeliane sugli stupri compiuti da Hamas il 7 ottobre
Fin dai primi giorni della tregua le autorità israeliane avevano detto che la sospensione dei combattimenti sarebbe stata temporanea – quindi non un “cessate il fuoco” definitivo come chiesto dalle Nazioni Unite – e che una volta terminata avrebbe ricominciato le operazioni militari nella Striscia di Gaza per colpire Hamas.
Negli ultimi due giorni i rappresentanti di Israele e Hamas avevano detto di essere disposti a sospendere i combattimenti ancora per qualche giorno, anche se il governo israeliano aveva precisato che in ogni caso non intendeva far proseguire la tregua oltre domenica. Secondo il governo del Qatar, che aveva fatto da mediatore fra Hamas e Israele per l’accordo degli scorsi giorni, sono in corso nuove trattative per cessare le ostilità, che però «sono rese più complicate» dalla ripresa dei bombardamenti su Gaza.