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  • Mercoledì 29 novembre 2023

Il sesto giorno di tregua tra Israele e Hamas

Da quando è iniziata il gruppo palestinese ha liberato 70 israeliani, in cambio di 210 palestinesi rilasciati da Israele

Due palestinesi su una moto davanti a un edificio distrutto nella città di Gaza (AP Photo/Mohammed Hajjar)
Due palestinesi su una moto davanti a un edificio distrutto nella città di Gaza (AP Photo/Mohammed Hajjar)
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Mercoledì, nel sesto giorno di tregua tra Israele e il gruppo armato radicale palestinese Hamas, c’è stato un nuovo scambio di prigionieri e ostaggi tra le due parti, com’era già avvenuto in ognuno dei precedenti giorni di interruzione dei combattimenti. Israele ha liberato 30 prigionieri palestinesi che erano detenuti nelle carceri israeliane, mentre Hamas ha liberato in tutto 16 ostaggi: 10 israeliani, 4 thailandesi e due donne con doppia nazionalità russa e israeliana.

Hamas ha detto che le due donne non rientrano negli accordi con Israele, ma che sono un segno di riconoscenza nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, che ha incontrato e dato legittimità alla dirigenza di Hamas anche dopo il feroce attacco in Israele dello scorso 7 ottobre che ha dato inizio alla guerra in corso. Il Qatar, che ha buoni rapporti con entrambe le parti e sta mediando la tregua, ha detto che i prigionieri liberati da Israele sono 14 donne e 16 minori.

In tutto dall’inizio della tregua sono stati liberati 70 ostaggi israeliani che Hamas aveva rapito in Israele il 7 ottobre, mentre Israele ha liberato 210 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri del paese. Hamas ha liberato anche alcune decine di ostaggi di altre nazionalità, prevalentemente thailandesi, ma sulla base di accordi separati che non facevano parte di quelli per la tregua con Israele.

– Leggi anche: I racconti della detenzione degli ostaggi di Hamas

Mercoledì in teoria è stato anche l’ultimo giorno della tregua tra Israele e il gruppo armato radicale palestinese Hamas, che era cominciata venerdì della settimana scorsa ed era stata prolungata lunedì: sono però ancora in corso le trattative tra le parti per prolungarla ulteriormente. Negli ultimi due giorni i rappresentanti di Israele e Hamas hanno detto di essere disposti a sospendere i combattimenti ancora per qualche giorno, anche se il governo israeliano ha precisato che in ogni caso non intende far proseguire la tregua oltre domenica. Per ora comunque non ci sono accordi ufficiali.

Diversi giornali israeliani scrivono che martedì il capo del Mossad – l’agenzia di intelligence israeliana per gli esteri – sarebbe andato a Doha, in Qatar, dove avrebbe incontrato William Burns, direttore della CIA – l’intelligence statunitense – e il primo ministro qatariota Mohammed Bin Abdulrahman al Thani, per discutere di eventuali estensioni della tregua. Il ruolo di mediazione del Qatar, che ha buoni rapporti sia con Israele che con Hamas, era stato fondamentale nel raggiungere un accordo per una tregua la scorsa settimana.

Le modalità di un’eventuale nuova tregua sarebbero quelle già concordate nei giorni scorsi, ovvero che per ogni ostaggio israeliano liberato vengano rilasciati tre prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Gli ostaggi israeliani liberati finora sono stati solo donne e minori, e la liberazione di uomini adulti e di soldati non è ancora stata discussa. Se la tregua venisse prolungata, è possibile che nei prossimi giorni Hamas liberi anche alcuni uomini. Secondo il sito della tv israeliana Channel 13, le autorità israeliane ritengono che entro mercoledì sera saranno liberati tutti o quasi i minori e le donne tenuti in ostaggio da Hamas. Finita la liberazione di donne e minori comincerebbe quindi quella degli uomini adulti.

Mercoledì pomeriggio intanto c’è stato uno scambio di accuse tra Hamas e Israele sulla morte di alcuni degli ostaggi rapiti da Hamas in Israele il 7 ottobre. Hamas ha detto che una donna, Shiri Bibas, e i suoi due figli di 10 mesi e 4 anni erano stati uccisi in un bombardamento israeliano, senza però specificare né dove né quando. L’esercito israeliano sta indagando sull’accaduto e ancora non ha confermato né smentito la dichiarazione. Il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, ha comunque detto di ritenere Hamas «completamente responsabile della sicurezza di tutti ostaggi nella Striscia di Gaza» e che perciò il gruppo «deve essere ritenuto responsabile» per qualsiasi cosa succeda loro.