Il governo sloveno ha annullato decine di migliaia di multe fatte durante la pandemia
Le restrizioni introdotte dall'allora governo di destra erano già state considerate eccessivamente rigide e giudicate incostituzionali
Questa settimana in Slovenia è entrata in vigore una legge approvata a settembre che prevede il rimborso e l’annullamento di decine di migliaia di multe fatte durante le fasi più critiche della pandemia da coronavirus. Le multe riguardavano la violazione delle restrizioni introdotte dal governo del primo ministro conservatore e populista Janez Janša, come l’obbligo di indossare la mascherina, sia all’aperto che al chiuso. Le norme stabilite dal governo di Janša erano state giudicate incostituzionali già nel 2022, con il risultato che adesso più di 60mila multe verranno rimborsate, come era stato promesso in campagna elettorale dall’attuale primo ministro sloveno progressista Robert Golob.
Tra il marzo del 2020 e il maggio del 2022 il governo sloveno di Janša aveva imposto misure di contrasto alla pandemia da Covid-19 molto severe: tra queste c’erano grosse limitazioni alle libertà di movimento, coprifuoco per periodi prolungati e multe da centinaia di euro per comportamenti che in altri paesi non erano vietati o perlomeno erano tollerati, come togliersi la mascherina all’aperto per qualche minuto anche nei periodi in cui era obbligatoria. Nel giro di due anni per la violazione di queste misure erano state fatte circa 62mila multe, per un totale di 5,7 milioni di euro.
Nel novembre del 2020 sui social media e sui giornali sloveni era circolata molto la foto di un rider che veniva multato da due poliziotti perché si era tolto per qualche minuto la mascherina all’aperto per mangiare un burek, una sfoglia ripiena di formaggio e verdure, mentre si riposava fra una consegna e l’altra. La multa ammontava a 400 euro e il caso era diventato un esempio dell’intransigenza delle forze dell’ordine e del governo.
Imam vprašanje za @vladaRS: Tisti, ki delajo na terenu in na prostem, kje lahko pojedo svojo malico? Ali jo lahko pojedo pred trgovino z živili? In gozdar, se mora vrniti iz terena? Smemo pojesti burek iz Nobla?
A se še komu zdi ta ukrep nor? pic.twitter.com/XATPMJT6nE
— Nastja Škopac (@nastja_skopac) November 14, 2020
Per mesi una parte della popolazione e i partiti di sinistra, che al tempo erano all’opposizione, avevano protestato contro l’applicazione delle norme introdotte dal governo di Janša, sostenendo che fossero un pretesto per limitare la libertà delle persone. Nel maggio del 2022, poi, una sentenza della Corte Costituzionale slovena aveva giudicato incostituzionale il modo in cui queste norme erano state formulate e applicate, stabilendo che comportavano una violazione dei diritti umani dei cittadini sloveni, e in particolare del loro diritto alla privacy. Intanto però il 30 per cento delle multe, pari a circa 1,7 milioni di euro, era già stato pagato.
Le norme erano rimaste in vigore fino al giugno del 2022, quando erano state abolite dal nuovo governo di centrosinistra, entrato in carica dopo le elezioni parlamentari vinte dal partito progressista Movimento Libertà dell’attuale primo ministro Golob.
La promessa di porre fine alle restrizioni e annullare tutte le multe emesse fino a quel momento era stata uno dei principali punti della campagna elettorale di Movimento Libertà: la ministra della Giustizia slovena, Dominika Švarc Pipan, ha chiarito che oltre a rimborsare le multe la legge annullerà automaticamente le infrazioni. Švarc Pipan ha aggiunto che l’obiettivo del governo è ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nello stato di diritto, che a suo dire «è stato significativamente compromesso dall’uso di una repressione eccessiva e incostituzionale durante la pandemia».
L’entrata in vigore della nuova legge è stata accolta con scetticismo dall’opposizione. Il Partito Democratico Sloveno di Janez Janša si è difeso sostenendo di aver approvato norme che si attenevano alle linee guida dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su come limitare la diffusione della pandemia. Altri deputati dell’opposizione hanno obiettato che l’annullamento automatico delle multe non farebbe differenza fra chi aveva ricevuto una multa perché le forze dell’ordine erano state troppo intransigenti e chi invece aveva violato volontariamente la legge, mettendo in pericolo la popolazione in una situazione di emergenza.
Švarc Pipan ha ribattuto però che non verranno rimborsate le multe relative a violazioni commesse da persone che avevano avuto comportamenti violenti né quelle che avevano causato problemi alla collettività, come l’interruzione del traffico.