Il deputato Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia, sarà processato con l’accusa di aver rivelato conversazioni riservate avute da Alfredo Cospito in carcere
La giudice dell’udienza preliminare (gup) di Roma Maddalena Cipriani ha rinviato a giudizio il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia. Delmastro era indagato da febbraio con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, dopo che un altro deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, in un discorso alla Camera aveva riferito alcune conversazioni avvenute in carcere tra il militante anarchico Alfredo Cospito e due detenuti membri della criminalità organizzata.
Da subito era stato chiaro che Donzelli, per il ruolo che ha, non potesse essere a conoscenza delle conversazioni tra carcerati sottoposti al 41-bis – il cosiddetto carcere duro – che sono sottoposti a rigidi protocolli di segretezza: lui stesso aveva poi spiegato che a riferirgliele era stato Delmastro, che invece poteva accedere a quelle informazioni in quanto sottosegretario alla Giustizia con delega al DAP, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
La procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione per Delmastro, sostenendo che non ci fossero prove oggettive che dimostrassero che il sottosegretario fosse a conoscenza della segretezza di quelle conversazioni. Ma a luglio la giudice per le indagini preliminari (gip) di Roma Emanuela Attura non aveva accolto la richiesta e aveva deciso di ordinare l’imputazione coatta per Delmastro. L’imputazione coatta è un provvedimento con cui alla procura viene imposto (da cui l’aggettivo “coatta”) di esercitare l’azione penale, ovvero di chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato. A quel punto era stato nominato un giudice per l’udienza preliminare (gup), che poteva decidere se mandare a processo Delmastro, come poi è successo, o emettere una sentenza di non luogo a procedere.