Lo sciopero dei designer a Gucci
Protestano contro lo spostamento di oltre 150 dipendenti dalla sede di Roma a quella di Milano
Lunedì una cinquantina di designer di Gucci, i dipendenti che pensano, progettano e realizzano capi e collezioni, hanno scioperato per quattro ore fuori dalla sede romana dell’azienda di moda, in largo Ottavio Tassoni, contro la decisione di trasferire a Milano 153 dipendenti su 219 entro il primo marzo 2024. La decisione era stata annunciata a inizio ottobre, ed era stata subito contestata da molti lavoratori: Federica Ricci, segretaria locale di Filctem Cgil, il sindacato che rappresenta i lavoratori del settore tessile, ha detto che per loro «si tratta di un licenziamento collettivo mascherato, perché non sono state offerte a tutti le condizioni per permettere un trasferimento, quindi molte persone perderanno il posto di lavoro».
Gucci fu fondata nel 1921 a Firenze, e oggi è di proprietà del gruppo francese di beni di lusso Kering, che include anche marchi come Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta e Pomellato. Il suo ufficio romano è stato storicamente molto importante per l’identità dell’azienda: Chiara Giannotti, rappresentante sindacale dei lavoratori dell’azienda, l’ha definito «il cuore di Gucci, dove lavorano designer e couturier [stilisti, ndr] e dove nascono tutte le collezioni». L’azienda ha però spiegato di voler spostare vari gruppi di lavoro a Milano per rendere più semplici le interazioni professionali con altre parti dell’azienda che si trovano già lì.
Alcuni dipendenti in sciopero hanno portato con sé dei cartelli con slogan come «Gucci sfila posti di lavoro», «Gucci taglia, Milano cuce» e «Da Gucci è di moda il licenziamento». Il sospetto principale dei dipendenti è che Kering voglia progressivamente chiudere la sede di Roma e abbia offerto delle condizioni difficili da accettare ai dipendenti a cui è stato offerto il trasferimento nella speranza che almeno alcuni di loro si dimettano volontariamente.
I sindacati chiedono che venga garantita un’alternativa per chi non ha modo di trasferirsi a Milano: un’opzione proposta sarebbe quella di spostarli in altre aziende di moda che appartengono a Kering e che hanno una sede a Roma.
Gucci dice che il trasferimento non prevede alcuna riduzione del personale e avverrà nel rispetto delle normative. L’azienda ha aggiunto di aver previsto anche misure economiche e di sostegno per il personale interessato, specificando che 66 dipendenti resteranno nella sede romana e proseguiranno le loro attuali mansioni.
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