La giunta militare del Niger ha annullato una legge che criminalizzava il traffico di persone migranti
Lunedì la giunta militare del Niger ha abrogato una legge emanata nel 2015, anno caratterizzato da una crisi migratoria di grandissime dimensioni, per fermare il flusso di persone migranti che attraversavano il Niger per andare in Libia con l’obiettivo di raggiungere l’Europa: il Niger confina con Libia e Algeria ed è un punto di snodo per chi cerca di migrare in Europa dall’Africa. Il governo nigerino che aveva adottato la legge in collaborazione con l’Unione Europea era stato rovesciato a luglio del 2023 con un colpo di stato e ora la giunta militare al potere ha deciso di cambiare la politica nazionale al riguardo.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) la legge è stata efficace nel ridurre i flussi migratori, ma la giunta militare sostiene che abbia avuto un impatto negativo sull’economia locale nelle regioni desertiche, dove prima transitavano migliaia di persone ogni settimana. Nel suo comunicato si legge infatti che la legge «non teneva conto degli interessi del Niger e dei suoi cittadini» e che le condanne emesse sulla base di questa legge verranno cancellate. Secondo la BBC la decisione è stata presa proprio per accrescere il sostegno locale nei confronti della giunta.
L’abrogazione della legge complica ulteriormente le relazioni tra il Niger e l’Unione Europea, che aveva già sanzionato il paese in seguito al colpo di stato di luglio.