La Svizzera vuole ospitare le Olimpiadi dopo molto tempo dall’ultima volta
È stato presentato un progetto molto economico e sostenibile, che dovrebbe aiutare a superare le resistenze dei Cantoni
Venerdì il parlamento dello sport, l’organo principale dell’Associazione Olimpica Svizzera che riunisce le principali federazioni sportive del paese, ha approvato all’unanimità un progetto per la candidatura della Svizzera come sede delle Olimpiadi invernali del 2030 o del 2034.
Il progetto prevede un investimento totale piuttosto basso, di circa 1,6 miliardi di dollari: a questo proposito, Bloomberg ha scritto che, tenendo conto dell’inflazione, questa cifra «le renderebbe probabilmente le Olimpiadi più economiche della storia», e comunque le più economiche dai tempi dei Giochi di Los Angeles del 1984.
L’Associazione Olimpica Svizzera ha dichiarato che intende realizzare Olimpiadi «decentralizzate» (ossia che coinvolgano tutte e quattro le regioni linguistiche della Svizzera) e «finanziate in gran parte dal settore privato». Ha spiegato inoltre che intende sfruttare in gran parte «strutture già esistenti», senza avviare lavori per la realizzazione di nuovi impianti.
Bloomberg ha scritto che l’Associazione Olimpica Svizzera vuole contenere i costi anche per assicurarsi il sostegno dell’opinione pubblica, che negli ultimi anni ha mostrato una certa contrarietà alla possibilità di utilizzare risorse per ospitare i Giochi olimpici invernali. Ad esempio, nel 2013 i cittadini del Canton Grigioni avevano respinto una candidatura per ospitare le Olimpiadi invernali del 2022. Quattro anni dopo i cittadini del Canton Vallese bocciarono la candidatura per l’edizione del 2026, quella che si terrà in Italia, a Milano e Cortina d’Ampezzo.
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In generale, i Cantoni – le unità territoriali in cui è divisa la Svizzera – non vedono di buon occhio la possibilità di sobbarcarsi i costi di una manifestazione del genere, temendo che questo possa intaccare la loro autonomia finanziaria, uno degli elementi centrali del federalismo svizzero: anche per questo motivo, il progetto per le Olimpiadi del 2030 prevede che l’evento venga ospitato dalla Svizzera come paese, senza che un Cantone in particolare debba farsi carico delle spese. Anche l’opinione pubblica vede favorevolmente questa soluzione: secondo un sondaggio realizzati ad agosto e citato da Bloomberg, due svizzeri su tre sarebbero favorevoli alla candidatura.
Secondo quanto previsto dal piano, le cerimonie di apertura e chiusura si terrebbero rispettivamente a Losanna e Berna, la capitale della Svizzera. Le gare di hockey su ghiaccio si disputerebbero a Zurigo e Zugo, quelle di discesa libera a Crans-Montana e gli eventi di “half-pipe” (ossia che prevedono l’utilizzo di una rampa, come lo snowboard e lo sci freestyle) a Sankt Moritz.
Nonostante l’ottimismo dell’Associazione Olimpica Svizzera, alcuni esperti ritengono che l’investimento previsto sia largamente insufficiente per ospitare un evento del genere. A questo proposito Victor Matheson, economista del College of the Holy Cross a Worcester, in Massachusetts (Stati Uniti), ha mostrato un certo scetticismo, dato che un investimento da 1,6 miliardi rappresenterebbe «appena il 10 per cento del costo medio delle ultime sette Olimpiadi invernali».
Nella sua storia, la Svizzera ha ospitato le Olimpiadi invernali in sole due occasioni: nel 1928 e nel 1948, in entrambi i casi a Sankt Moritz, nel Canton Grigioni. Nel 1940 aveva ottenuto una candidatura in seguito al rifiuto del Giappone, che però fu ritirata perché gli svizzeri insistevano sul fatto che i maestri di sci non dovessero essere considerati professionisti e che potessero partecipare alle competizioni, ma il Comitato Olimpico Internazionale si oppose. I Giochi avrebbero dovuto tenersi in Germania, ma furono annullati per via degli sviluppi della Seconda guerra mondiale.
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