Italia-Australia, finale dei “Mondiali” di tennis
Dalle 16 la Nazionale italiana si gioca il titolo della Coppa Davis, che ha vinto una sola volta nella sua storia nel 1976
Dalle 16 la Nazionale italiana maschile di tennis è impegnata con l’Australia nella finale della Coppa Davis, la più importante competizione di tennis a squadre per nazionali che si disputa ogni anno e che esiste dal 1900: è la cosa più vicina ai “Mondiali” di altri sport. L’Italia l’ha vinta una sola volta, nel 1976, e non arrivava in finale dal 1998, quando la formula era diversa e Jannik Sinner, oggi miglior giocatore italiano e principale protagonista della qualificazione italiana alla finale, non era ancora nato.
La finale contro l’Australia si gioca al meglio di tre partite: due singolari e una eventuale gara di spareggio di doppio, se le partite singolari saranno vinte da una nazionale a testa. Si gioca a Malaga, in Spagna, e le partite sono trasmesse in diretta su Rai 2 e su Sky Sport Uno (o in alternativa su NOW, il servizio in streaming di Sky).
L’Italia è arrivata in finale dopo aver battuto in semifinale l’avversario considerato più forte, la Serbia del numero uno della classifica mondiale individuale (ATP) Novak Djokovic. In finale incontrerà l’Australia, che venerdì ha battuto in due partite la Finlandia. L’Australia è stata finalista anche lo scorso anno, sconfitta dal Canada che aveva eliminato l’Italia in semifinale. La squadra italiana è gestita da Filippo Volandri, ex tennista (miglior piazzamento in classifica il 25° posto nel 2007) che svolge un ruolo assimilabile a quello dell’allenatore, che in Coppa Davis viene definito di “capitano non giocatore”.
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In semifinale per l’Italia è stato decisivo Jannik Sinner, miglior tennista italiano in attività e numero 4 della classifica mondiale: è il miglior piazzamento di sempre di un italiano nel cosiddetto ranking ATP, a parimerito con quello di Adriano Panatta nel 1976. Sinner è altoatesino, è molto giovane (22 anni) e sta vivendo il miglior momento della propria carriera. In carriera ha vinto dieci tornei ATP, di cui quattro in questa stagione. Un anno fa non giocò le partite della fase finale della Coppa Davis per un infortunio al polso, quest’anno saltò le gare di qualificazioni di settembre per recuperare energie dopo gli US Open, uno dei quattro tornei più importanti della stagione, e gli altri tornei americani: una decisione piuttosto condivisa anche dal capitano Volandri e senza conseguenze, ma che causò una dura campagna di critiche da parte della stampa.
Sinner giocherà uno dei due singolari e l’eventuale doppio in coppia con Lorenzo Sonego, torinese di 28 anni e attualmente numero 46 al mondo, con cui ha mostrato un certo affiatamento. Nell’altro singolare è stato schierato Matteo Arnaldi, 22 anni, di Sanremo, arrivato recentemente al 41° posto nelle classifiche mondiali. Volandri lo ha scelto perché l’attuale secondo miglior giocatore italiano, il 21enne di Carrara Lorenzo Musetti (27° posto nella classifiche ATP), nelle semifinali di ieri contro la Serbia ha avuto problemi fisici che gli hanno causato un notevole calo finale nella partita persa contro Miomir Kecmanovic. Tra gli altri italiani Matteo Berrettini è infortunato (ma ha seguito comunque la squadra a Malaga) e Sonego è stato preservato per l’eventuale doppio.
Il miglior giocatore dell’Australia è invece Alex de Minaur, 24enne e numero 12 nei ranking ATP, mentre l’altro singolarista dovrebbe essere Alexei Popyrin. L’Australia è guidata dal capitano Lleyton Hewitt, che nel 2001 arrivò ad essere il numero 1 al mondo. Ha fra i suoi punti di forza la coppia del doppio Matthew Ebden-Max Purcell: a differenza di Sinner e Sonego si tratta di due specialisti che fino alla scorsa stagione durante l’anno giocavano sempre in coppia nei tornei di doppio (ora Purcell ha preferito privilegiare la carriera da singolarista).
L’Italia ha già giocato tre volte in finale contro l’Australia, perdendo tutte e tre le volte, fra il 1960 e il 1977. Da allora però la Coppa Davis è molto cambiata: fino al 2015 si giocava al meglio di cinque incontri (4 singolari e un doppio), su cinque set (contro i tre attuali). Soprattutto, ogni turno prevedeva che una della due squadre giocasse “in casa” e potesse scegliere la superficie, cioè il tipo di terreno su cui giocare. L’Australia per esempio sceglieva sempre l’erba, che imponeva un gioco diverso, più veloce e molto adatto agli specialisti. L’Italia aveva invece una lunga tradizione sulla terra rossa, la superficie più lenta. In Coppa Davis anche il pubblico, molto più rumoroso che nei normali tornei, diventava un grande fattore.
Tutto questo è cambiato nel 2018 quando la competizione, che stava attraversando una crisi dovuta alla mancanza di fondi e all’eccessivo affollamento dei calendari, è stata riformata per renderla più attraente per sponsor e televisioni. È diventata più breve, raccolta in pochi weekend più una settimana finale. Il nuovo format della Coppa Davis è stato proposto e introdotto dal gruppo Kosmos, una società che si occupa di investimenti nel mondo dello sport fondata dall’ex difensore del Barcellona e della nazionale spagnola Gerard Piqué assieme all’imprenditore giapponese Hiroshi Mikitani, proprietario dell’azienda giapponese di commercio elettronico Rakuten. Dal 2019 la fase finale della Coppa Davis si gioca in una sede unica, che è stata Madrid per le prime due edizioni e ora Malaga.
La prima edizione venne giocata invece nel 1900 a Boston, negli Stati Uniti. Era stata ideata l’anno prima da quattro membri della squadra di tennis dell’università di Harvard che volevano organizzare una partita tra Stati Uniti e Regno Unito. Le due federazioni nazionali accettarono e uno dei quattro giocatori, Dwight Davis, inventò la struttura del torneo e ordinò una coppa, che comprò di tasca sua. La prima edizione venne sorprendentemente vinta dagli Stati Uniti. Da allora il torneo si è tenuto ogni anno, tranne durante la Prima e la Seconda guerra mondiale e nel 2020 per la pandemia. Nel 1905 parteciparono anche Francia, Austria, Belgio e “Australasia”, una squadra composta da Australia e Nuova Zelanda, che giocarono insieme fino al 1913. Il torneo continuò a crescere lentamente ammettendo sempre nuovi paesi; i primi anni videro il dominio di Stati Uniti, Gran Bretagna e Australasia, fino alla vittoria della Francia nel 1927. Inizialmente il torneo si chiamava International Lawn Tennis Challenge, ma in seguito alla morte di Dwight Davis nel 1945 venne rinominato Coppa Davis.
L’Italia entrò nel torneo nel 1922 e vinse la coppa nel 1976 a Santiago del Cile contro il Cile: la squadra era guidata da Nicola Pietrangeli (capitano-non giocatore), e composta da Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli.
L’ultima volta che arrivò in finale, nel 1998, aveva il diritto di giocare in casa: fu allestito un campo in terra rossa al Forum di Assago di Milano, ma la squadra capitanata da Paolo Bertolucci, con Andrea Gaudenzi, Davide Sanguinetti, Diego Nargiso e Gianluca Pozzi, perse contro la Svezia.
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