Syriza sta perdendo pezzi
Un quarto dei parlamentari e decine di dirigenti hanno lasciato il principale partito della sinistra greca: considerano il nuovo segretario troppo poco di sinistra
Da alcune settimane Syriza, il principale partito della sinistra in Grecia, sta vivendo una grave crisi politica a causa di grossi litigi e dissidi interni tra la vecchia leadership del partito e Stefanos Kasselakis, il nuovo leader eletto a settembre. Dall’inizio di novembre Syriza ha perso quasi un quarto dei suoi parlamentari e decine di dirigenti: in mezzo a tutto questo, secondo i sondaggi sta subendo un grosso calo di popolarità tra la popolazione greca.
La ragione principale delle polemiche riguarda la figura di Kasselakis, un manager senza esperienza politica che fino a poco tempo fa lavorava per la banca d’affari Goldman Sachs e che è percepito da parte della dirigenza e dell’elettorato di Syriza come molto lontano dalle idee tradizionali della sinistra: nelle scorse settimane è stato accusato di adottare «pratiche trumpiane», di essere un populista di destra e di avere posizioni «neoliberiste».
Kasselakis era stato eletto in maniera piuttosto sorprendente alle primarie che Syriza ha tenuto a settembre, dopo le dimissioni del leader storico Alexis Tsipras, che aveva subìto una dura sconfitta alle elezioni politiche di questa estate. Oltre ad aver trascorso gran parte della sua carriera in una banca d’affari americana (cosa che da molti militanti di sinistra è vista con sospetto), Kasselakis non ha una storia di politica attiva nella sinistra greca, e fino a pochi mesi fa viveva negli Stati Uniti, a Miami.
– Ascolta Globo: La Grecia oltre le spiagge
Dopo un paio di mesi di polemiche e malumori, a novembre la situazione è ulteriormente peggiorata. Due settimane fa una fazione composta da una cinquantina di dirigenti – di cui due parlamentari – e guidata dall’ex ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos era uscita dal partito sostenendo che Kasselakis volesse abbandonare l’ideologia di sinistra anticapitalista alla base di Syriza. Tsakalotos e i suoi alleati facevano parte di una fazione chiamata “Ombrello” che da mesi era in polemica aperta con Kasselakis. La scissione è avvenuta quando il segretario aveva minacciato di espellere alcuni membri di “Ombrello”.
Mercoledì, poi, c’è stata una scissione ancora più grossa. Cinquantasette membri del comitato direttivo, tra cui 9 parlamentari e un parlamentare europeo, hanno abbandonato il partito. La nuova scissione è guidata da Effie Achtsioglou, ex ministra del Lavoro che aveva perso alle primarie di settembre contro Kasselakis. In un comunicato pubblicato giovedì i nuovi fuoriusciti hanno detto che Kasselakis «è stato eletto democraticamente, ma sta procedendo in modo antidemocratico» e l’hanno accusato di star trasformando Syriza in un partito «amorfo» e di avere «un’accozzaglia di opinioni contraddittorie senza alcuna profondità».
– Leggi anche: Il nuovo leader della sinistra greca arriva dalla finanza
In poco meno di due settimane Syriza ha perso 11 parlamentari su 47. Se le scissioni dovessero proseguire rischia di perdere il ruolo di principale forza di opposizione in parlamento. Il PASOK, di centrosinistra, controlla infatti 32 seggi. La maggioranza invece è saldamente controllata da Nuova Democrazia, il partito di centrodestra del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, con 158 seggi. Fra l’altro gli 11 parlamentari che hanno lasciato Syriza nelle ultime settimane sono ormai un numero sufficiente per formare un nuovo gruppo in parlamento, che potrebbe fare ulteriore concorrenza a Syriza.
La fazione dell’“Ombrello” ufficialmente non ha ancora formato un nuovo partito politico, ma è ampiamente previsto che lo farà. Secondo il giornale greco Kathimerini l’obiettivo sarebbe quello di diventare la principale formazione di sinistra alle elezioni europee, previste nel giugno del 2024.