Perché la giornata internazionale contro la violenza sulle donne si tiene il 25 novembre
L'ha deciso l'ONU per ricordare l'omicidio di tre sorelle dominicane uccise per la loro opposizione al regime di Rafael Trujillo
La data del 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata scelta nel 1999 dall’ONU. La data fa riferimento a un episodio molto noto nella storia politica sudamericana, e decisamente meno altrove: l’assassinio di tre sorelle – Patria Mercedes Mirabal Reyes, María Argentina Minerva Mirabal Reyes e Antonia María Teresa Mirabal Reyes – avvenuto il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, per volere dell’allora dittatore del paese, Rafael Trujillo.
Le tre sorelle Mirabal erano attiviste contro il regime e furono picchiate a morte da uomini dei servizi segreti di Trujillo. La loro morte alimentò enormi proteste che portarono nel giro di sei mesi all’uccisione di Trujillo e alla caduta del regime. Oggi le tre sorelle Mirabal sono considerate figure centrali della storia della Repubblica Dominicana e simboli internazionali dell’attivismo politico delle donne, oltre che loro malgrado come vittime della violenza di genere.
Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa erano tre delle quattro sorelle nate fra gli anni Venti e Trenta in una famiglia piuttosto agiata della provincia di Salcedo. Il padre era un uomo d’affari e un proprietario terriero che perse gran parte delle proprietà quando salì al potere il generale Rafael Trujillo. Trujillo avrebbe governato il paese per oltre trent’anni e il suo regime si sarebbe rivelato uno dei più sanguinosi nella storia del Sud America. Truijllo era animato da un forte anticomunismo, promosse un culto della sua persona e attuò una repressione costante e violenta di ogni opposizione: si stima che il suo regime abbia ucciso oltre 50mila persone.
Istruite e impegnate politicamente, le tre sorelle diventarono attiviste contro il regime a partire dal 1949: María Argentina Minerva e Antonia María Teresa furono particolarmente attive, usando il nome di “battaglia” di Mariposas, farfalle. Con i rispettivi mariti entrarono nel movimento rivoluzionario «14 giugno», il cui nome ricordava un tentativo fallito di insurrezione armata del 1959, con la collaborazione del nuovo governo cubano di Fidel Castro. Nel gennaio del 1960 il movimento fu scoperto dalla polizia e smantellato: le sorelle e i loro mariti furono incarcerati con l’accusa di minacciare la sicurezza dello stato. Alcuni mesi dopo le donne furono liberate, mentre i mariti restarono in carcere.
Il 25 novembre María Argentina Minerva e Antonia María Teresa andarono a visitare i mariti detenuti nella fortezza di San Felipe, nella provincia di Puerto Plata: di solito portavano con sé i figli, in quella occasione furono invece accompagnate dalla sorella Patria Mercedes e dall’autista Rufino de la Cruz. La polizia segreta da almeno un paio di settimane aveva messo a punto un piano per ucciderle, ma lo aveva rinviato per la presenza dei bambini. Quel giorno invece intercettò l’auto delle sorelle mentre tornavano verso la provincia di Salcedo: le tre donne e l’autista furono portate in una casa, dove alcuni agenti le picchiarono e le strangolarono. Poi riposizionarono i cadaveri sull’auto che fu fatta cadere in un burrone, simulando un incidente.
Il brutale omicidio delle sorelle, insieme a quello di altri oppositori politici, fu scoperto e isolò ancora di più il regime dalla comunità internazionale e dagli Stati Uniti. Le proteste interne crebbero e Trujillo perse il sostegno di ampi settori della società dominicana, compresa parte dell’esercito. Sei mesi dopo il dittatore fu ucciso in un’imboscata a bordo della sua auto.
La quarta sorella, Bélgica Adela Mirabal detta Dedé, è morta per cause naturali nel 2014: non era impegnata politicamente, ma dedicò la sua vita a tenere viva la memoria delle sorelle e crebbe i loro sei figli. Suo figlio Jaime David Fernández Mirabal è stato ministro della Repubblica Dominicana, mentre la figlia di Minerva Minou Tavárez Mirabal è attualmente deputata in parlamento.