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  • Giovedì 23 novembre 2023

Storia di una manciata di peli che fa la differenza

Le sopracciglia sono da sempre uno strumento per esprimersi e ridefinire sguardo e viso: disegnandole, rasandole, infoltendole

La cantante Rosalía (Neilson Barnard/Getty Images for Latin Recording Academy)
La cantante Rosalía (Neilson Barnard/Getty Images for Latin Recording Academy)
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Il 17 novembre scorso la cantante spagnola Rosalía, tra le più seguite degli ultimi anni, ha partecipato ai Latin Grammy Awards (i premi più importanti dell’industria musicale latina, in lingua spagnola o portoghese) a Siviglia, in Spagna, con un trucco molto naturale. Le sopracciglia erano l’unico elemento in evidenza del viso: folte e pettinate accuratamente in ciuffetti all’insù (tanto che alcuni le hanno definite “sopracciglia piumate”), lasciando tra un ciuffo e l’altro una distanza per dare l’illusione di una rasatura. La scelta è stata commentata molto da siti e influencer di moda e di cosmetici: Rosalía infatti è considerata un modello da milioni di persone che cercano di vestirsi e truccarsi come lei e che potrebbero replicare e normalizzare questo nuovo modo piuttosto anticonvenzionale di portare le sopracciglia, facendola diventare una nuova moda.

Per quanto si tratti di una semplice arcata di peli, le sopracciglia vengono modificate, ridisegnate e alterate dall’antichità e negli ultimi decenni hanno avuto spesso il ruolo di sovvertire le regole di bellezza dominanti e di indicare l’appartenenza a una sottocultura, per esempio quella punk o, più recentemente, quella LGBTQI+. Per questo può essere interessante ripercorrere un po’ la loro storia e capire meglio il significato di un sopracciglio naturale, folto o rasato.

Per prima cosa, la vicinanza delle sopracciglia agli occhi le ha rese un elemento importante per definire lo sguardo e l’idea di personalità che si vuole comunicare; per lo stesso motivo «non vengono associate al mondo dei capelli ma del trucco, e la loro forma si è sempre molto prestata a quello che doveva essere il resto del make up»,  spiega Sofia Viganò, caporedattrice della sezione di bellezza e cosmetica di Vogue Italia. Già nell’Antico Egitto le sopracciglia rispondevano a questa logica: gli occhi erano messi in evidenza da un trucco molto forte e le sopracciglia venivano rasate, ridisegnate e accentuate con sostanze a base di carbonio e ossido nero.

Nel mondo greco-romano invece erano portate in modo più naturale e si apprezzava il monociglio, cioè che le sopracciglia fossero unite sopra il naso, come per esempio negli autoritratti della pittrice messicana Frida Kahlo: veniva appositamente dipinto ed era considerato un segno di intelligenza.

Nel Giappone del periodo Heian, tra l’VIII e il XII secolo, si diffuse tra donne e uomini aristocratici la pratica dello hikimayu: le sopracciglia venivano rasate e poi ridisegnate molto più in alto, quasi all’attaccatura dei capelli. In Europa, invece, la regina Elisabetta I (al potere dal 1558 al 1603) le portava sottilissime, quasi invisibili, perché la fronte alta era simbolo di bellezza e intelligenza: molte donne la imitarono, tingendosele anche di rosso come lei. Sempre in Inghilterra, in epoca vittoriana (1837-1901) erano lasciate naturali perché il trucco sul viso era malvisto e considerato tipico delle prostitute.

Le cose cambiarono negli anni Venti del Novecento, gli anni Ruggenti in cui si intrecciarono i movimenti di liberazione delle donne e l’industrializzazione, compresa la nascita dell’industria cosmetica (Max Factor e Maybelline, due tra le prime aziende di prodotti cosmetici, vennero fondate rispettivamente a Los Angeles nel 1909 e a Chicago nel 1914). Per la prima volta le donne e le ragazze comuni potevano acquistare dei prodotti cosmetici per assomigliare alle attrici del cinema.

Alcune di loro, come Clara Bow e l’egiziana Bahiga Hafez, si rasavano le sopracciglia e le ridisegnavano: «quella forma fintissima – spiega Viganò – serviva in un periodo in cui il teatro era lontano e il cinema era muto e gli occhi dovevano essere molto visibili e non oscurati dalle sopracciglia». Aiutava anche a ottenere uno sguardo intenso e arguto, in linea con l’idea di donna ideale del tempo.

Clara Bow (General Photographic Agency/Getty Images)

Negli anni Trenta le sopracciglia restarono sottili ma si arcuarono, come quelle dell’attrice tedesca naturalizzata statunitense Marlene Dietrich; il famoso Maksymilian Faktorowicz, cioè Max Factor, truccatore di Hollywood e fondatore dell’omonima e già citata azienda di cosmetica, rasava le sopracciglia dell’attrice Greta Garbo e le ridisegnava a mezzaluna per conferirle la sua tipica espressione intelligente e affascinante, da femme fatale.

Garbo nel 1929 (General Photographic Agency/Hulton Archive/Getty Images)

A metà degli anni Quaranta attrici come la statunitense Lauren Bacall rilanciarono la moda delle sopracciglia più folte e naturali mentre dopo la fine della Seconda guerra mondiale si impose lo stile cosiddetto New Look, inventato dallo stilista francese Christian Dior, fatto di abiti molto femminili con gonne ampie strette in vita e accompagnato da molto trucco e sopracciglia definite. Negli anni Cinquanta le sopracciglia erano folte come quelle delle attrici Audrey Hepburn e Marilyn Monroe, con una forma «ali di gabbiano, che sono quelle che noi leghiamo ancora di più al sex appeal», dice sempre Viganò.

Audrey Hepburn negli anni Cinquanta (Hulton Archive/Getty Images)

Negli anni Sessanta le sopracciglia scomparirono di nuovo per mettersi a servizio degli occhi che erano molto truccati, con ombretti colorati e eyeliner: ne sono un esempio la modella britannica Twiggy, l’attrice statunitense Mia Farrow e Sophia Loren, che se le rasava e le ridisegnava in un modo originale copiato da molte donne. Negli anni Settanta la cultura hippie promuoveva sopracciglia naturali e senza forma mentre quella legata al mondo delle discoteche le preferiva sottilissime, sopra palpebre dagli ombretti iridescenti. In quegli anni, ricorda Viganò, «in Italia se le rasavano tutte» prendendo a modello soprattutto Mina «che le cancellava per sottolineare al massimo il trucco dello sguardo: occhi all’ingiù anni Venti e Trenta, ombretto molto alto e sopracciglia inesistenti per dare tutta la rilevanza agli occhi; è anche un po’ l’idea dei manga, quella di avere occhi molto molto grandi».

Il gusto massimalista e improntato all’eccesso degli anni Ottanta fece tornare di moda le sopracciglia folte su modello dell’attrice statunitense Brooke Shields o della cantante Madonna che, come Marilyn Monroe, le portava scure in contrasto ai capelli platinati.

Brooke Shields e Christopher Atkins protagonisti del film Laguna Blu, Los Angeles, 19 giugno 1980 (AP Photo/Nick Ut)

Il minimalismo degli anni Novanta, invece, le fece ritornare sottili per accompagnare un trucco molto naturale caratteristico per esempio della modella britannica Kate Moss e dell’attrice statunitense Gwyneth Paltrow. Negli anni Duemila diventarono ancora più sottili, due linee quasi invisibili: si lavorava accuratamente di pinzetta per evitare peli fuori posto e qualsiasi ombra di monociglio.

Nel frattempo negli anni Novanta e Duemila anche alcuni uomini si interessarono alle proprie sopracciglia praticando il cosiddetto slit brow o cut brow, cioè radendosi una piccola porzione di una o di entrambe le sopracciglia. La moda derivava, probabilmente, dalle cicatrici dovute ai tagli e alle coltellate tra gang urbane rivali, e conferiva un’idea di virilità e anticonformismo. Pare che il primo a diffondere il sopracciglio tagliato sia stato il rapper Big Daddy Kane alla fine degli anni Ottanta; dopo di lui lo portarono Luke Perry nella serie tv Beverly Hills 90210, il calciatore britannico David Beckham e il calciatore portoghese Cristiano Ronaldo.

Adesso lo slit brow è comune anche tra le donne, per esempio ce l’avevano le modelle che sfilarono indossando la collezione primavera/estate di Miu Miu, il marchio disegnato da Miuccia Prada e rivolto alle più giovani. È diventato anche un modo per esprimere la propria individualità e per indicare la propria appartenenza alla comunità LGBTQ+, come poteva accadere negli anni Ottanta con l’orecchino portato all’orecchio destro da molti uomini gay.

L’idea di sopracciglia perfette cambiò negli anni Dieci, quando la modella Cara Delevingne rese desiderabili sopracciglia folte, grosse e abbondanti mentre quelle dell’attrice Lily Collins, incolte e a volte simili a un monociglio, arrivarono addirittura ad avere un account dedicato su X (ex Twitter). Fu un vero ribaltamento dei canoni estetici che fece nascere molti prodotti cosmetici e operazioni chirurgiche dedicate, perlomeno in Occidente: in Medio Oriente, infatti, l’idea di bellezza è sempre stata collegata a un paio di sopracciglia ben marcate.

Cara Delevingne a Londra, Regno Unito, nel 2012 (Stuart Wilson/Getty Images)

Di recente, scrive il New York Times, è diventato comune anche rasarsele: un gesto un tempo sovversivo, proprio di sottoculture come quella punk o del mondo delle drag queen. Nel 2022, fa notare, se le sono rasate l’attrice Jodie Turner-Smith e la modella statunitense Amelia Hamlin, mentre l’attrice britannica Mia Goth le porta così sottili che molte ragazze se le rasano per imitarla; nello stesso anno la rapper statunitense Doja Cat se l’è rasate in diretta su Instagram e da allora le porta così, applicandoci a volte dei gioiellini.

Secondo il New York Times l’estetica delle drag queen, resa popolare da programmi come RuPaul’s Drag Race and Dragula, ha contribuito a diffondere questa moda in modo giocoso perché molti esperti di cosmetici provano a riprodurre il loro makeup, compreso quello delle sopracciglia, su Instagram e TikTok.

«Ora siamo in una fase molto libera – spiega Viganò – non c’è una vera tendenza, forse l’unica che potrei individuare è l’effetto laminazione», un trattamento che infoltisce, definisce e solleva i peli delle sopracciglia. Insieme alle sopracciglia folte di Rosalía ci sono infatti quelle arcuate a 45 gradi della modella Bella Hadid, le cosiddette skinny brows, cioè sottilissime, le fluffy brows, dall’effetto un po’ selvaggio, e le clean brows per un viso naturale e apparentemente senza trucco, e quelle colorate, decolorate e decorate con i brillantini. Nel 2022, quando la cantante italiana Levante (da sempre molto caratterizzata dalle sue spesse sopracciglia scure) si presentò a Sanremo con capelli e sopracciglia decolorate la sua scelta fu molto commentata. Oggi, insomma, le sopracciglia sono qualcosa con cui giocare e sperimentare di volta in volta, un po’ come accade con la manicure alle unghie, pur restando uno strumento potente e immediato per raccontare qualcosa di sé.

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