Nella Striscia di Gaza funzionano solo le radioline
Senza internet, molti palestinesi si informano con radio portatili a pile collegandosi a stazioni della Cisgiordania e della BBC
Dall’inizio della guerra fra Hamas e Israele, la popolazione della Striscia di Gaza è stata spesso isolata dal resto del mondo. I blackout della rete internet sono stati frequenti, causati da volontarie interruzioni imposte dall’esercito israeliano o da problemi tecnici legati ai bombardamenti, da oltre un mese la rete elettrica non è funzionante e il carburante che alimenta i generatori di emergenza è sempre più scarso e difficile da trovare. Utilizzare i dispositivi elettronici per informarsi è quindi spesso impossibile o molto complesso.
In questo contesto sono tornate a essere molto popolari e utilizzate le radio a transistor: sono portatili, possono essere alimentate con delle semplici batterie che durano piuttosto a lungo, ricevono le più comuni trasmissioni radio a modulazione di frequenza (FM), ma spesso anche quelle in modulazione di ampiezza (o onde medie, AM) che coprono distanze maggiori. Per gli oltre due milioni di palestinesi nella Striscia le radioline sono l’unica fonte di informazioni sempre reperibile, anche quando le connessioni internet non funzionano.
Secondo il Sindacato dei giornalisti palestinesi, prima della guerra operavano nella Striscia di Gaza 24 stazioni radio: nessuna attualmente sarebbe in grado di trasmettere con continuità. Alcune sedi e alcuni ripetitori delle emittenti sono stati distrutti o danneggiati dai bombardamenti israeliani, mentre altre radio si sono fermate per la mancanza di carburante e quindi di energia elettrica.
Qualcuna, come Al-Quds Radio, riesce a continuare a trasmettere, ma senza poter garantire continuità, altre sono irraggiungibili da settimane, come Al Aqsa Radio, che era gestita da Hamas come del resto Al Aqsa Tv, le cui trasmissioni via satellite sono state bloccate dopo pressioni del governo israeliano.
Come raccontato anche dal giornalista palestinese Sami al Ajrami su Repubblica, i palestinesi si sintonizzano principalmente sulle stazioni che trasmettono dalla Cisgiordania, e in particolare da Ramallah. Qui cercano notizie sui bombardamenti e sugli sviluppi di eventuali trattative per una tregua, ma anche indicazioni necessarie alla difficile vita quotidiana nella Striscia. Le stazioni radio ripropongono i notiziari di Al Jazeera e degli altri canali satellitari in lingua araba, rendendoli così accessibili a chi non può più utilizzare le televisioni. Nella Striscia si sentono anche le radio israeliane, che vengono ascoltate da chi capisce l’ebraico.
Dal 1° novembre inoltre l’azienda pubblica britannica BBC ha lanciato una radio per servizi d’emergenza dedicata a Gaza: trasmette in arabo, fa parte del Radio World Service e programma ogni giorno, alle 7 di mattina e alle 5 del pomeriggio (ora di Gaza) un notiziario con gli ultimi sviluppi della guerra, ma anche avvisi e consigli per recuperare cibo, acqua, aiuti e un rifugio dai bombardamenti (quando possibile). La BBC ha una lunga storia di trasmissioni radio in situazioni di emergenza, che risale alla Seconda guerra mondiale ma che ha avuto anche applicazioni recenti: stazioni radio simili furono messe in onda nel 2014, in occasione della precedente guerra nella Striscia, ma anche in Sudan nel maggio 2023, alcune settimane dopo l’inizio della guerra civile.
La BBC produce i notiziari nelle redazioni di Londra e del Cairo e trasmette in onde medie da Limassol, a Cipro, usando un trasmettitore già utilizzato in passato per coprire le zone del Medio Oriente. Aveva peraltro una stazione radio in arabo che è stata operativa dal 1938 fino a gennaio 2023: era stata avviata per contrastare la trasmissione di propaganda anti-britannica iniziata nel 1934 dal governo fascista in Italia. Radio Bari raggiungeva con le onde medie Marocco, Tunisia, Egitto, Palestina e altre aree sul mar Rosso.
La programmazione della BBC in arabo, la prima in una lingua straniera dell’azienda, era stata cancellata alcuni mesi fa nel contesto di una politica di contenimento dei costi voluta dal governo conservatore. Anche la trasmissione via onde medie è un’inversione di tendenza rispetto alla volontà dell’azienda di spostarsi sempre di più verso il digitale. Come in altre guerre, anche in questa la trasmissione via internet ha mostrato di avere dei limiti.