Giovedì esce nei cinema italiani Napoleon, film diretto da Ridley Scott che racconta la storia dell’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte, soprattutto attraverso la sua relazione con Giuseppina di Beauharnais, la prima moglie dell’imperatore francese tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Da quando si è saputo che a interpretare il ruolo di Napoleone sarebbe stato l’attore statunitense Joaquin Phoenix, diverse persone hanno iniziato a domandarsi se le sue caratteristiche fisiche fossero adatte per il ruolo, e in particolare una: la sua altezza.
Tra i tanti luoghi comuni associati a Napoleone, quello relativo alla sua bassa statura è infatti uno dei più famosi. La credenza è però infondata: era alto anche più della media maschile, nella sua epoca. Ci sono tante teorie sulle ragioni che portarono alla diffusione del falso mito della bassezza di Napoleone: secondo la principale, questa credenza sarebbe da attribuire alla propaganda britannica degli inizi del Diciannovesimo secolo, e in particolare al lavoro dello scrittore e caricaturista inglese James Gillray.
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È ormai abbastanza noto che Napoleone Bonaparte non fosse poi così basso. Come per altre sue caratteristiche fisiche, le fonti storiche si contraddicono un po’, ma mettendole insieme si può ritenere probabile che fosse alto almeno 1 metro e 68, cioè sopra la media maschile ottocentesca sia in Francia che in Italia. Nelle sue memorie Louis Marchand, valletto di Napoleone durante l’esilio sull’isola di Sant’Elena, scrisse che l’ex imperatore era alto «5 piedi, 2 pollici e 4 linee», cioè 1 metro e 68,6 centimetri, secondo una misurazione fatta da lui insieme al medico Francesco Antommarchi, che assistette Napoleone prima della morte e fece l’autopsia del suo cadavere. Un’altra misurazione la fece Andrew Darling, l’artigiano incaricato di costruire la bara per Napoleone: nel suo diario scrisse che l’altezza era di 5 piedi e 7 pollici, cioè 1 metro e 70.
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Questa versione è confermata anche dallo storico inglese Michael Broers, che ha scritto un’apprezzata biografia in tre volumi su Napoleone e ha collaborato con Ridley Scott come consulente storico durante la realizzazione di Napoleon. Intervistato dal Washington Post, Broers ha spiegato che Napoleone era «leggermente più alto della media per il periodo», ma anche che «tutte le cose sono relative. I suoi fratelli, ad esempio, erano tutti più alti di lui», così come molti soldati del suo esercito e sua moglie Giuseppina di Beauharnais.
Come altri storici, Broers sostiene che l’ipotesi più probabile sia quella secondo cui le false credenze sulla statura di Napoleone iniziarono a prendere piede agli inizi del Diciannovesimo secolo, quando il vignettista inglese James Gillray realizzò una serie di caricature che iniziarono a diffondersi in tutta Europa.
In un approfondito articolo pubblicato sull’edizione francese di Slate, la giornalista Elodie Palasse-Leroux ha ricordato ad esempio come, nel giugno del 1803, Gillray decise di prendere spunto da una delle opere più famose del secolo precedente, I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, per disegnare Napoleone nei panni di un lillipuziano, ossia uno dei piccolissimi abitanti dell’immaginario paese di Lilliput. In particolare, Gillray disegnò un minuscolo Napoleone tenuto nel palmo di una mano da Giorgio III, re d’Inghilterra. Nella vignetta, intitolata “The King of Brobdingnag and Gulliver”, l’imperatore francese veniva descritto dal re britannico come «un piccolo rettile odioso».
Foto: Metropolitan Museum of Art
Il ruolo che Gillray ebbe nel diffondere questa immagine dissacrante e caricaturale di Napoleone è stato oggetto di alcuni studi, tra cui una ricerca pubblicata dallo storico francese Pascal Dupuy, secondo cui il 1803 segnò «l’inizio della lunga carriera caricaturale di Napoleone, in Inghilterra ma anche nel resto d’Europa».
Prima di allora non era mai stato rappresentato in maniera così svilente e offensiva: l’anno prima Charles Williams, collega e connazionale di Gillray, aveva dedicato a Napoleone una caricatura dal significato opposto, in cui venivano evidenziate la sua eleganza e la sua cortesia in contrasto alla vistosa volgarità di due personaggi della cultura popolare britannica: John Bull, un uomo corpulento e sempliciotto che incarnava lo stereotipo del conservatore inglese, e sua moglie Hibernia.
Foto: British Museum
Gillray affibbiò anche un nomignolo poco lusinghiero a Napoleone, “Little Boney”, che divenne presto famoso anche al di fuori dell’Inghilterra. Secondo Boers questo soprannome nacque da un’altra caricatura che Gillray realizzò nel 1803, intitolata “Maniac ravings – or – Little Boney in a strong fit”, in cui Napoleone veniva ritratto come un bambino capriccioso che distruggeva mobili e lanciava per aria carte e documenti. Da quel momento in poi divenne piuttosto comune chiamare Napoleone “Little Boney”: nei disegni la sua corporatura minuta veniva enfatizzata dall’inserimento di alcuni dettagli, come stivali e copricapi decisamente troppo grandi. «Certamente, nel mondo anglofono, Gillray ha creato l’immagine [di Napoleone] che è arrivata fino ai nostri giorni», ha detto Broers.
Nella sua ricerca Dupuy ha spiegato che, in quegli anni, le vignette di Gillray fissarono un canone: dopo il 1803 iniziarono a circolare altre caricature che «ingrandivano l’arredamento attorno a Napoleone per sottolineare il suo nanismo e, quindi, la sua inadeguatezza al mondo che lo circonda».
Un’altra teoria, citata tra gli altri anche da Broers, è che la falsa credenza sulla bassa statura di Napoleone abbia iniziato a circolare già qualche anno prima della vignetta di Gillray, ossia nel 1793, quando fu promosso generale di brigata a soli 24 anni. C’è chi sostiene che ai tempi, a causa della sua giovinezza e del suo viso pulito, i suoi soldati lo chiamassero affettuosamente “le petit caporal”, ossia il piccolo caporale, anche se questo soprannome non aveva nulla a che fare con la sua statura. Altri ancora sostengono che il mito della statura di Napoleone ebbe origine a causa della sua continua vicinanza con i soldati della Guardia Imperiale, che erano molto più alti della media del periodo.
Boers spiega inoltre che Napoleone non aveva nessun particolare complesso relativo alla sua altezza, «tranne quando si trattava di Giuseppina [di Beauharnais]», perché «era più alta della media delle donne francesi».
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Nel corso degli anni le dicerie sulla statura di Napoleone si sono diffuse a tal punto che è stato coniato un termine specifico, “sindrome di Napoleone”, per descrivere quel complesso di inferiorità di cui, nella vulgata comune, soffrirebbero le persone di bassa statura. In realtà, anche se alcune ricerche suggeriscono che l’altezza potrebbe incidere sullo sviluppo psicologico delle persone, la fondatezza scientifica di questo complesso è molto contestata. Ad esempio una ricerca condotta dalla University of Central Lancashire nel 2007 aveva dimostrato che, probabilmente, non esiste alcuna “sindrome di Napoleone”. I ricercatori avevano provato a verificare la fondatezza della convinzione secondo cui gli uomini più bassi sarebbero indotti a cercare di dominare quelli più alti di loro. I risultati dell’indagine avevano però evidenziato una tendenza opposta, dimostrando che gli uomini di bassa statura avevano meno probabilità di andare in escandescenze rispetto a quelli di altezza media.