Alle elezioni nei Paesi Bassi ha vinto l’estrema destra, inaspettatamente
Ma il Partito per la Libertà di Geert Wilders, islamofobo e antieuropeista, faticherà a trovare alleati per un governo
Il Partito per la Libertà, di estrema destra, è stato il più votato nelle elezioni parlamentari di mercoledì nei Paesi Bassi. Guidato dal leader radicale Geert Wilders, il Partito per la Libertà (PVV) ha preso oltre il 23 per cento dei voti, quasi il dieci per cento in più di quanto indicavano i sondaggi della vigilia: dovrebbero garantirgli 37 dei 150 seggi nella camera bassa del parlamento olandese. La vittoria dell’estrema destra è un risultato sorprendente e rappresenta un cambiamento importante, in un paese che negli ultimi 11 anni era stato governato da Mark Rutte, primo ministro su posizioni centriste.
Il cartello elettorale fra Partito Laburista e Sinistra verde (PvdA-GL) guidato da Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea, è stato il secondo partito più votato con il 15,6 per cento dei voti e 25 seggi. Il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) dell’ex primo ministro conservatore Mark Rutte, ora guidato dalla ministra della Giustizia e della Sicurezza Dilan Yeşilgöz-Zegerius, ha avuto il risultato probabilmente più deludente e al di sotto delle aspettative: ha preso quasi il 7 per cento in meno rispetto alle ultime elezioni, chiudendo al 15 per cento: avrà 24 seggi alla Camera.
Netherlands, national parliament election:
95.5% counted
PVV→ID: 23.4% (+12.6)
GL/PvdA-G/EFA|S&D: 15.6% (+4.7)
VVD-RE: 15.0% (-6.9)
NSC→EPP: 12.8% (new)
D66-RE: 6.2% (-8.8)
BBB-*: 4.7% (+3.7)
…vs. +/- 2021 election
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— Europe Elects (@EuropeElects) November 23, 2023
Il leader del PVV Geert Wilders è probabilmente il politico europeo con il programma più radicale nei confronti di Islam e immigrazione, fatta eccezione per i gruppi apertamente neofascisti o neonazisti: da tempo chiede la chiusura di tutte le moschee e il divieto di ingresso nel paese per i musulmani. Fra i temi forti della sua campagna elettorale c’è anche un forte euroscetticismo: Wilders è sostenitore di un possibile referendum per l’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione Europea, definita Nexit.
Nonostante il successo del suo partito alle elezioni parlamentari Wilders difficilmente diventerà primo ministro: nella grande frammentazione della politica del paese (alle elezioni si sono presentati 26 partiti) per formare un governo sarà necessario che più formazioni politiche trovino un accordo. In campagna elettorale e nelle prime ore dopo l’inizio dello spoglio i partiti più votati hanno già dichiarato di non avere intenzione di far parte di una coalizione guidata dal PVV. Per formare un governo la maggioranza parlamentare necessaria è di 76 seggi, il che rende complesso anche ipotizzare una coalizione che escluda il partito di Wilders. Servirebbe infatti un accordo fra quasi tutte le altre maggiori forze politiche, che sono anche molto distanti fra loro.
La vittoria elettorale è stata sorprendente per lo stesso PVV, che non aveva previsto un luogo per celebrarla fino a tre giorni prima del voto. Alla fine Wilders ha commentato i risultati in un piccolo locale a Scheveningen, un quartiere dell’Aia: «Gli elettori hanno parlato e hanno detto di essere stufi». Wilders ha detto di essere pronto a rinunciare alle sue misure più divisive e anticostituzionali sull’Islam per formare una coalizione di governo: «Non parleremo di moschee, Corano e scuole islamiche».
Ha invece ribadito le sue posizioni contro l’immigrazione: la presunta emergenza migratoria è stato un tema centrale della campagna elettorale nei Paesi Bassi. Ne hanno parlato molto anche le altre formazioni di centrodestra e prima che cadesse il governo la nuova leader di VVD Dilan Yeşilgöz-Zegerius si era detta molto favorevole alla legge che avrebbe reso più difficile il ricongiungimento famigliare delle persone richiedenti asilo, nonostante lei fosse arrivata nei Paesi Bassi proprio attraverso questo meccanismo. Yeşilgöz-Zegerius è infatti figlia di due rifugiati politici turchi e curdi e si era trasferita nei Paesi Bassi quando era molto piccola insieme alla madre e alla sorella, ricongiungendosi al padre arrivato lì tre anni prima.
In un sondaggio del quotidiano Algemeen Dagblad precedente alle elezioni più del 40 per cento degli intervistati riteneva che venissero spesi troppi soldi per accogliere migranti e richiedenti asilo. Nel 2022 i Paesi Bassi hanno ricevuto 37.020 richieste d’asilo, il numero più alto dal 2015: sono 2,1 ogni mille abitanti, l’Italia ne ha ricevute 1,4.
Un eventuale governo guidato dal PVV cambierebbe ulteriormente gli equilibri all’interno dell’Unione Europea, spostandoli verso destra e verso i paesi più ostili a politiche comuni sull’accoglienza dei migranti e sulle misure di contrasto al cambiamento climatico. Il leader ungherese Viktor Orbàn è stato infatti fra i primi a congratularsi con Wilders, scrivendo sui social: «Il vento del cambiamento è qui».