La fine di “Top Gear”
La BBC ha annunciato che il programma di auto più famoso al mondo non sarà rinnovato per una nuova stagione
Martedì l’emittente britannica BBC ha annunciato che Top Gear, il programma di automobili più famoso al mondo, non sarà rinnovato per una nuova stagione. La scelta di sospendere la trasmissione è collegata all’incidente che, nel dicembre dello scorso anno, aveva coinvolto Freddie Flintoff, uno dei presentatori della trasmissione, rimasto gravemente ferito durante le riprese di una puntata del programma a Dunsfold Park (un ex aeroporto della città di Cranleigh, in Inghilterra, convertito in un circuito automobilistico fin dalla prima stagione di Top Gear).
Le dinamiche dell’incidente non sono mai state chiarite, anche perché la BBC ha mantenuto un certo riserbo sulla questione. A ottobre l’emittente aveva stipulato con il presentatore un accordo di risarcimento da 9 milioni di sterline. Dopo l’incidente la BBC aveva inoltre affidato a un ente terzo un’indagine sull’efficacia delle misure di sicurezza adottate nei suoi programmi, da cui secondo il Guardian erano emersi degli «insegnamenti importanti» su quanto la produzione di Top Gear sottovalutasse i rischi derivanti dalle corse automobilistiche in cui venivano coinvolti gli ospiti e i presentatori.
Flintoff peraltro non è stato l’unico conduttore di Top Gear a rimanere coinvolto in un incidente: nel 2006 Richard Hammond, che ha presentato il programma insieme a Jeremy Clarkson e James May per più di dieci anni, aveva subito gravi ferite guidando un dragster (uno di quei veicoli molto lunghi usati per gare di accelerazione senza curve) in una pista di York, in Inghilterra.
Top Gear andava in onda con il format attuale dal 2002, e aveva acquisito una fama internazionale soprattutto grazie allo stile umoristico e spesso provocatorio con cui i tre conduttori storici del programma, Jeremy Clarkson, James May e Richard Hammond, recensivano automobili solitamente molto costose. Prima di allora era stato un sobrio programma di motori della durata di mezz’ora, trasmesso dall’emittente BBC Birmingham dal 1977 al 2001.
Il successo globale, però, arrivò con la nuova formula del programma, incentrata sulla personalità irriverente dei tre conduttori e sulle sfide in cui questi ultimi venivano coinvolti, che erano spesso assai bizzarre: attraversare il Vietnam in motorino o costruire dei camper da zero, per esempio. Nel 2013 la trasmissione aveva raggiunto un’audience globale di circa 350 milioni di spettatori, numeri che le avevano fatto ottenere il titolo del Guinness World Records come programma di auto più visto al mondo.
Una delle caratteristiche di Top Gear era quella di coinvolgere delle celebrità, spesso britanniche, in gare di velocità. Accadeva durante la rubrica “Star in a Reasonably-Priced Car” (traducibile come “Star in un’auto a buon mercato”), un segmento in cui Clarkson intervistava la celebrità di turno per poi invitarla a battere il record di velocità sul circuito di Dunsfold Park.
Anche altre scelte degli autori furono particolarmente apprezzate dal pubblico, come ad esempio l’introduzione del personaggio di The Stig, il soprannome con cui veniva chiamato il pilota taciturno e dal volto perennemente coperto da un casco che testava le varie auto durante la parte iniziale del programma, “Power Laps”. Clarkson, May e Hammond costruirono una piccola mitologia attorno alla figura di The Stig, ad esempio presentando alcuni suoi lontani cugini o speculando sulla sua reale identità (nelle prime due stagioni fu interpretato dal pilota inglese Perry McCarthy).
Top Gear, con le sue battute sopra le righe, le prese in giro reciproche tra i conduttori e le auto date alle fiamme, era un programma di intrattenimento: difficilmente infatti uno spettatore avrà deciso di comprare un’auto basandosi su uno dei test del programma, anche perché di auto “normali”, disponibili a un prezzo accessibile, ne venivano provate ben poche, ed eventualmente venivano inserite all’interno di sfide assolutamente prive di senso o utilità pratica. La volontà di non prendersi troppo sul serio era continuamente rimarcata anche dagli stessi conduttori, che giocavano sul presentarsi come delle specie di stereotipi del maschio medio: Jeremy Clarkson incarnava l’uomo di mezza età eccessivo in tutto, ossessionato dalle dimensioni e dalla potenza, Richard Hammond il sempliciotto innamorato degli Stati Uniti e delle auto “grezze” e James May il calmo e temperato saputello che guarda gli altri due con sufficienza.
Nel corso delle stagioni lo stile di conduzione di Clarkson fu spesso oggetto di polemiche per le sue uscite ritenute omofobe, razziste o misogine: nel 2007 per esempio fu criticato per avere descritto una Daihatsu Copen come un’auto «un po’ gay». Nel 2015 fu poi licenziato a causa di una lite con uno dei produttori della trasmissione, Oisin Tymon. Secondo le informazioni divenute pubbliche, il litigio tra i due fu dovuto a motivi abbastanza futili: Clarkson se l’era presa per avere ricevuto un piatto freddo come spuntino invece di una bistecca con patatine come aveva chiesto, e se ne era lamentato con Tymon, con cui c’erano già stati altri problemi durante la giornata di lavoro. Clarkson aveva insultato Tymon a più riprese per una ventina di minuti, minacciando tra le altre cose di farlo licenziare. Clarkson aveva poi colpito il produttore, in una rissa durata una trentina di secondi, facendogli anche sanguinare un labbro.
In seguito all’incidente, Clarkson si era messo in contatto con Danny Cohen, ai tempi responsabile del settore televisione di BBC, segnalandogli il litigio. Cohen aveva deciso di sospendere la trasmissione e di avviare un’indagine interna: sulla base dei risultati dell’inchiesta, il direttore generale di BBC Tony Hall decise di licenziare Clarkson.
Dopo il licenziamento, Clarkson aveva iniziato a condurre assieme a May e Hammond The Grand Tour, un programma molto simile a Top Gear per dinamiche e toni, pubblicato da Amazon Prime Video: l’ultima stagione, la quinta, è andata in onda nel settembre del 2022. Il programma aveva sostanzialmente raccolto l’eredità di Top Gear, di cui era stato per certi versi la prosecuzione, avendo i conduttori originali.
Nel frattempo il programma originale, arrivato alla 23esima stagione, aveva proseguito con l’avvicendamento di diversi conduttori: inizialmente con lo speaker radiofonico Chris Evans, l’attore Matt LeBlanc, che interpretava Joey in Friends, e altri ad affiancarli. Dopo la fine della collaborazione con Clarkson, May e Hammond, il programma però calò negli ascolti: fino al 2015 lo guardavano in media 6 milioni di spettatori, che a partire dalla 23esima stagione erano circa 4 milioni. Le cose erano poi migliorate nel 2019, quando la conduzione era stata affidata a Chris Harris (che aveva già affiancato Evans a partire dal 2016), Flintoff e Paddy McGuinness.
In particolare dal 2020, con l’inizio della pandemia da coronavirus (e di conseguenza con molte più persone del solito a guardare la televisione), gli ascolti erano tornati sui livelli precedenti alla partenza di Clarkson. Peraltro, a causa dell’impossibilità di viaggiare in aereo, molte puntate erano ambientate nel Regno Unito: lo stesso Flintoff aveva suggerito che proprio questo poteva aver contribuito a riavvicinare gli spettatori, dopo anni di sfide ambientate principalmente all’estero. Dopo la fine della pandemia, però, era cominciato un altro periodo negativo degli ascolti: l’ultima stagione, andata in onda dall’ottobre al dicembre del 2022, era stata vista in media da 4 milioni di persone.
Top Gear era un programma molto apprezzato anche in Italia: fu trasmesso da Discovery a partire dal 2011, e nel 2016 fu realizzata anche un’edizione interamente italiana condotta da Joe Bastianich, Guido Meda, Davide Valsecchi e The Stig.