Secondo i primi exit poll alle elezioni parlamentari nei Paesi Bassi è in vantaggio il Partito per la Libertà, di estrema destra
Secondo i primi exit poll dell’istituto di ricerca e sondaggi IPSOS, il partito più votato alle elezioni parlamentari di mercoledì nei Paesi Bassi sarebbe il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders, di estrema destra. Stando agli exit poll, il PVV potrebbe ottenere circa 35 dei 150 seggi del parlamento olandese, più del doppio rispetto a quelli che aveva ottenuto nelle elezioni del 2021.
Se confermato, sarebbe un risultato piuttosto sorprendente: a queste elezioni si erano presentati 26 partiti, ma si prevedeva che nessuno sarebbe riuscito a ottenere più di 30 seggi. Sarebbe soprattutto una dura delusione per il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), il partito dell’ex primo ministro conservatore Mark Rutte, che in base agli ultimi sondaggi prima del voto sembrava quello destinato a vincerle. Sempre secondo gli exit poll di IPSOS, il VVD sarebbe invece il terzo partito più votato e si prevede che ottenga 24 seggi: dieci in meno di quelli attuali e due in meno rispetto a quelli che si pensa otterrà la coalizione formata dal Partito Laburista e dalla Sinistra verde (PvdA-GL), che è guidata dall’ex vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e attualmente ne ha 17. In ogni caso, come ampiamente previsto, il prossimo governo dovrà essere sostenuto da una coalizione di più partiti.
Prima delle elezioni di mercoledì non esistevano chiare alleanze e c’era molta incertezza su chi sarebbe riuscito a prendere il posto di Rutte. Fino a qualche giorno fa il primo partito nei sondaggi era Nuovo Contratto Sociale (NSC), il nuovo partito di centrodestra e anti establishment fondato ad agosto dall’ex deputato indipendente Pieter Omtzigt, che però nei sondaggi più recenti era sceso dal 19 al 16 per cento e adesso si prevede otterrà 20 seggi. Secondo i sondaggi degli ultimi tre mesi invece il Partito per la Libertà di Wilders era passato dal 10 al 15 per cento.
Wilders è probabilmente il leader politico europeo con il programma più radicale nei confronti di Islam e immigrazione, fatta eccezione per i gruppi apertamente neofascisti o neonazisti: da tempo chiede la chiusura di tutte le moschee e il divieto di ingresso nel paese per le persone musulmane. Pur cedendo ad alcune pressioni sulle politiche legate all’immigrazione, finora Rutte era riuscito a tenerlo fuori dai governi di coalizione.
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