In India si è ricominciato a scavare per cercare di soccorrere i 41 operai bloccati sottoterra dal 12 novembre
Nello stato di Uttarakhand, nel nord dell’India, sono ricominciati gli scavi alla bocca del tunnel stradale lungo quasi cinque chilometri nel quale 41 operai sono bloccati da dieci giorni. Gli uomini erano rimasti intrappolati il 12 novembre a causa del cedimento del tunnel, e i suoi detriti avevano bloccato ogni via d’uscita. Inizialmente i responsabili dei soccorsi avevano provato a scavare una via di accesso al tunnel con l’aiuto di alcune macchine perforatrici, ma venerdì gli scavi erano stati fermati per seguire una strategia diversa: tentare di raggiungere il punto in cui si trovano i lavoratori non più orizzontalmente ma verticalmente, scavando un pozzo a partire dalla sommità del rilievo sotto al quale passa la galleria in costruzione. Le autorità locali hanno fatto sapere che al momento sono stati scavati due terzi dei detriti che stanno bloccando gli operai nel tunnel: nel frattempo, si sta anche cercando di raggiungerli attraverso l’altro ingresso della galleria.
Il tunnel fa parte della cosiddetta “Char Dham All Weather Road”, un progetto infrastrutturale federale che ha l’obiettivo di rendere più agevole il viaggio dei moltissimi pellegrini induisti che vanno ogni anno nei luoghi sacri dell’Uttarakhand, alle pendici dell’Himalaya. Era stato inaugurato nel 2016 dal primo ministro indiano Narendra Modi, ma aveva ricevuto sin da subito dure critiche dai collettivi ambientalisti e da una parte della popolazione locale, secondo cui le trivellazioni e le costruzioni avrebbero potuto causare cedimenti, frane e gravi danni ambientali. In questi giorni le autorità della zona sono riuscite a mettersi in contatto con gli operai e a fornire loro ossigeno, cibo, acqua e medicine attraverso il sistema di tubi presente all’interno del tunnel.
– Leggi anche: In India ci sono 41 operai bloccati sottoterra da più di una settimana