Hollywood e le opinioni sulla guerra a Gaza
L'agenzia di talenti di Susan Sarandon ha interrotto i rapporti con l'attrice dopo un suo discorso a una manifestazione pro Palestina, e ci sono stati altri casi
L’agenzia di talenti United Talent Agency, una delle più note degli Stati Uniti, ha annunciato che smetterà di lavorare con la celebre attrice americana Susan Sarandon dopo alcuni suoi commenti sulla guerra tra Israele e Gaza e sull’aumento degli attacchi antisemiti nell’ultimo mese, fatti durante una manifestazione a favore della Palestina. Il caso di Sarandon, che ha vinto il premio Oscar come migliore attrice nel 1995, è l’ultimo di una serie di polemiche e controversie legate a come attori e altri personaggi dello spettacolo si sono schierati nei confronti della guerra a Gaza, spesso con posizioni piuttosto forti.
Negli stessi giorni anche Melissa Barrera, un’attrice meno nota ma piuttosto seguita per essere stata protagonista degli ultimi due film horror della saga di Scream, è stata estromessa dal cast del prossimo film (il settimo) dopo un post su Instagram in cui parlava del conflitto israelo-palestinese.
La polemica attorno a Sarandon è stata la più rilevante. Sarandon è un’attrice nota da decenni per il suo attivismo politico in molti settori, e la settimana scorsa aveva partecipato a una manifestazione a favore della Palestina, durante la quale a un certo punto aveva tenuto un breve discorso. Sarandon ha condannato i bombardamenti e le azioni militari di Israele nella Striscia di Gaza, ma ha detto al tempo stesso di essere contraria all’antisemitismo: «Sta succedendo questa cosa terribile per cui criticare Israele è confuso con l’essere antisemiti. Sono contro l’antisemitismo, sono contro l’islamofobia!», ha detto.
Ma l’attenzione di molti si è concentrata su un’altra frase di Sarandon: «Ci sono molte persone che hanno paura, hanno paura di essere ebree in questi tempi, e che stanno provando che cosa significa essere musulmani in questo paese, ed essere così di frequente vittime di violenze». La frase di Sarandon è stata percepita da molti come una specie di rivendicazione per cui gli ebrei si meritano gli attacchi antisemiti di cui sono vittime. Un’ex membro della delegazione di Israele alle Nazioni Unite, per esempio, ha scritto su X (l’ex Twitter): «Quando Susan Sarandon dice che gli ebrei “stanno provando che cosa significa essere musulmani in questo paese” dice che gli ebrei americani se la sono cercata, che non si meritano di vivere liberi da molestie e aggressioni».
Alcuni giorni dopo la manifestazione l’agenzia United Talent Agency ha annunciato l’interruzione del rapporto di lavoro con Sarandon. Un’agenzia di talenti è una società che fornisce agenti ad attori, cantanti e personaggi pubblici, e che li aiuta a trovare lavoro sui set, a gestire la propria immagine e la propria comunicazione pubblica, e così via. La United Talent Agency è un’agenzia prestigiosa, che rappresenta centinaia di personaggi famosi, soprattutto statunitensi. Né l’agenzia né Sarandon hanno però fatto dichiarazioni pubbliche.
Negli stessi giorni Spyglass Media Group, la casa di produzione della saga horror di Scream, ha annunciato che Melissa Barrera non farà più parte del cast per i prossimi film della serie. Scream è una serie cominciata nel 1996, che ha avuto enorme successo e secondo molti esperti ha cambiato il genere horror. La saga, dopo una lunga interruzione durata una decina d’anni, era stata ripresa l’anno scorso con notevole riscontro da parte del pubblico. Negli ultimi due film della serie, pubblicati nel 2022 e nel 2023 e intitolati Scream e Scream VI, Barrera era una delle protagoniste.
Qualche giorno fa Barrera aveva pubblicato su Instagram un post in cui sosteneva che Israele fosse una terra «colonizzata» e riprendeva lo stereotipo antisemita secondo cui gli ebrei controllerebbero i media: «I media occidentali mostrano soltanto la versione [israeliana]. Perché lo facciano, lo lascio immaginare a voi». Spyglass Media ha annunciato l’esclusione di Barrera dal cast scrivendo: «Abbiamo zero tolleranza per l’antisemitismo o l’incitamento all’odio in ogni sua forma».
Casi come quelli di Sarandon e Barrera sono diventati relativamente comuni a Hollywood nell’ultimo mese. Per esempio un’altra grossa agenzia di talenti, la Creative Artists Agency, di recente ha licenziato Maha Dakhil, una delle sue agenti, dopo aver postato sui social network un messaggio in cui accusava Israele di «genocidio».