Ci sono nuove accuse contro l’India sul tentato omicidio di un separatista sikh
Riguardano gli Stati Uniti e le ha rivelate il Financial Times, dopo quelle molto gravi fatte dal primo ministro canadese Trudeau
Il quotidiano britannico Financial Times ha scritto che gli Stati Uniti avrebbero sventato un piano per assassinare un separatista sikh sul suolo statunitense e che avrebbero inviato un avvertimento formale al governo indiano, accusandolo in maniera implicita di essere coinvolto nella vicenda. La notizia arriva qualche mese dopo che Justin Trudeau, il primo ministro canadese, aveva esplicitamente accusato il governo indiano di essere responsabile dell’uccisione di un altro separatista sikh, questa volta sul suolo canadese.
Secondo il Financial Times, gli Stati Uniti avrebbero scoperto un piano per uccidere Gurpatwant Singh Pannun, un cittadino statunitense e canadese considerato uno dei leader del movimento separatista sikh per la fondazione del Khalistan, uno stato sovrano che dovrebbe sorgere nel Punjab, regione indiana al confine con il Pakistan. Pannun è anche il portavoce di Sikhs for Justice, un’organizzazione non governativa con sede negli Stati Uniti che sostiene il movimento per l’indipendenza del Khalistan. Il governo indiano considera da sempre il movimento una minaccia per la sua sicurezza nazionale.
Non è ancora chiaro se il tentativo di omicidio di Gurpatwant Singh Pannun sia fallito perché l’FBI l’ha impedito attivamente o se chi lo stava organizzando si sia fermato dopo le proteste diplomatiche degli Stati Uniti nei confronti dell’India. Una delle fonti del Financial Times ha detto che l’avvertimento formale degli Stati Uniti è arrivato all’India a giugno dopo una visita a Washington del primo ministro indiano Narendra Modi. Secondo le fonti citate dal Financial Times è stata anche presentata in un tribunale distrettuale di New York un’accusa riservata, non pubblica, contro almeno un presunto autore del tentativo di omicidio, che aveva intanto lasciato gli Stati Uniti. Nessuna delle istituzioni statunitensi o indiane contattate dal quotidiano ha voluto commentare la vicenda, così come Gurpatwant Singh Pannun.
La questione degli omicidi di leader della comunità sikh era emersa a settembre, quando Justin Trudeau aveva detto che le agenzie di sicurezza nazionali stavano indagando su «accuse credibili» secondo cui alcuni agenti del governo indiano avrebbero avuto un ruolo nell’uccisione di Hardeep Singh Nijjar, un leader del movimento separatista sikh e cittadino canadese (in questo caso l’omicidio era stato compiuto). L’affermazione aveva portato a diverse proteste in India e aveva complicato le relazioni fra Canada e India, che aveva definito le accuse di Trudeau «assurde». Secondo varie ricostruzioni, almeno parte delle informazioni sull’omicidio di Nijjar era stata fornita al Canada proprio dagli Stati Uniti.
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La situazione è complicata dal fatto che gli Stati Uniti considerano l’India un elemento fondamentale nella strategia di contrasto all’influenza della Cina: al tempo dell’omicidio di Hardeep Singh Nijjar il governo statunitense non aveva criticato apertamente l’India, ma l’aveva solo esortata a collaborare con le autorità canadesi.
Il separatismo sikh è stato più volte un motivo di tensione tra l’India e i paesi che ospitano grandi comunità di persone sikh, accusati di essere troppo tolleranti nei confronti di una comunità che il governo indiano considera una minaccia. Negli ultimi anni il governo del Bharatiya Janata Party, il partito nazionalista e di destra del primo ministro Narendra Modi, ha approvato numerose leggi volte a colpire i diritti delle minoranze religiose ed etniche in India.