Oggi l’Argentina sceglie il suo nuovo presidente
Al ballottaggio ci sono Sergio Massa, di centrosinistra, e Javier Milei, di estrema destra: non potrebbero essere più diversi
Oggi in Argentina si vota per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. I candidati sono Sergio Massa, il leader della coalizione di centrosinistra e attuale ministro dell’Economia, e Javier Milei, economista di estrema destra che ha recentemente ottenuto l’appoggio della coalizione di centrodestra.
I seggi saranno aperti dalle 8 alle 18 ora locale (dalle 12 alle 22 in Italia). Il voto non si svolgerà in modo elettronico ma con schede tradizionali, che quindi dovranno essere scrutinate una per una: i primi risultati dovrebbero arrivare circa tre ore dopo la chiusura dei seggi. In Argentina il voto è obbligatorio (se non si vota si rischia una multa), ma al primo turno l’affluenza si era fermata al 74 per cento degli aventi diritto, un dato basso per la media del paese. Gli ultimi sondaggi, diffusi il 10 novembre, hanno segnalato Milei come leggermente favorito, ma con un margine molto ridotto. Per tutta la campagna elettorale però i sondaggi si sono rivelati non particolarmente affidabili, e quindi l’esito potrebbe essere diverso.
Nella prima parte di campagna elettorale, terminata con il voto del primo turno il 22 ottobre, Milei si era presentato come una figura intransigente e sopra le righe: in stadi e piazze aveva gridato di voler privatizzare sanità e istruzione, di voler «bruciare la banca centrale», aveva definito la vendita di organi «un mercato in più», detto che i politici «devono essere presi a calci in culo» e che lo stato andava «preso a colpi di motosega», tra molte altre cose. I suoi comportamenti eccessivi avevano di fatto dominato la discussione politica argentina, e la popolarità di Milei era cresciuta molto.
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Nella seconda parte di campagna elettorale, quella relativa al ballottaggio, Milei ha invece provato a trasformare la propria comunicazione per presentarsi agli elettori come un candidato più moderato e affidabile, allontanandosi dalle posizioni estremiste sostenute fino a pochi giorni prima. Ha detto di non avere intenzione di privatizzare la sanità, lo sport o l’istruzione, e di non voler cambiare l’attuale normativa sul commercio di organi (anche se questa idea era già stata presa più che altro come una provocazione).
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Il suo sfidante, Sergio Massa, è invece considerato il “candidato delle istituzioni”, un’etichetta che sottolinea l’enorme distanza da Milei. Fa il politico da moltissimi anni e nella sua lunga carriera ha adottato posizioni diverse, cambiando spesso schieramento ma restando sempre nell’ala del centrosinistra. È di fatto il candidato del kirchnerismo, la corrente politica di centrosinistra che dal 2003 ha espresso quattro degli ultimi cinque presidenti.
Nell’agosto del 2022 Massa diventò ministro dell’Economia, un ruolo estremamente delicato e complesso dato che l’Argentina vive una crisi economica quasi ventennale. Massa è anche ministro dello Sviluppo e dell’Agricoltura, ed è quindi una figura molto conosciuta nel paese.
In poco più di un anno di mandato però non ha raggiunto grandi risultati: non è riuscito a fermare l’aumento rapido dell’inflazione, né a ridurre la svalutazione della moneta locale, né a migliorare le condizioni di povertà in cui vive il 40 per cento della popolazione. Ora promette di farlo come presidente, se verrà eletto.
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Il primo turno si è svolto lo scorso 22 ottobre. Per essere eletti sarebbe stato necessario ottenere almeno il 45 per cento dei voti, o il 40 per cento con almeno dieci punti di vantaggio sul secondo, ma nessun candidato ci era riuscito. Unione per la Patria, la coalizione peronista di centrosinistra di Massa, aveva ottenuto un risultato superiore alle aspettative ed era risultata la più votata con il 36,7 per cento. La Libertad Avanza, la coalizione di destra ed estrema destra di Milei, era considerata favorita da alcuni sondaggi ma si era fermata poco sotto al 30 per cento dei voti. Infine Patricia Bullrich, candidata della coalizione di centrodestra Juntos por el Cambio, era arrivata terza con il 23,8 per cento ed è quindi rimasta esclusa dal ballottaggio.
Dopo la conferma dei risultati Bullrich ha annunciato che avrebbe sostenuto Milei. Lo stesso ha fatto Mauricio Macri, una figura centrale nel centrodestra argentino e leader del partito Propuesta Republicana. Al primo turno Macri aveva sostenuto Bullrich, ma aveva comunque sempre mostrato simpatie per Milei.
Vista l’enorme distanza tra Massa e Milei da praticamente tutti i punti di vista, l’esito del voto sarà in ogni caso divisivo. Il candidato che vincerà il ballottaggio entrerà in carica il prossimo 10 dicembre succedendo all’attuale presidente Alberto Fernández, che non si è ricandidato.