Alcune grandi aziende hanno sospeso le pubblicità su X

IBM, Disney e Apple lo hanno fatto in seguito a un post di Elon Musk a sostegno di alcune dichiarazioni antisemite

Elon Musk (AP Photo/Kirsty Wigglesworth, Pool)
Elon Musk (AP Photo/Kirsty Wigglesworth, Pool)
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Alcuni dei più grandi inserzionisti pubblicitari su X (già Twitter) hanno sospeso le proprie campagne pubblicitarie sul social network in seguito a un commento di Elon Musk a un post antisemita. Tra le aziende che hanno interrotto gli investimenti nella pubblicità ci sono IBM, Disney, Paramount Global e la società di intrattenimento Lionsgate; secondo alcune fonti anche Apple avrebbe sospeso la pubblicazione dei propri annunci, ma l’azienda come spesso avviene in questi casi non ha confermato la circostanza. Non è la prima volta che alcune grandi società sospendono le attività promozionali su X in seguito ad alcune dichiarazioni o decisioni di Musk, proprietario del social network da circa un anno.

Mercoledì 15 novembre Musk aveva commentato un post che accusava gli ebrei vittime di attacchi antisemiti in seguito alla guerra nella Striscia di Gaza di usare «la stessa identica dialettica basata sull’odio nei confronti dei bianchi che chiedono non sia usata contro di loro», accusandoli inoltre di favorire la migrazione di «orde di minoranze». Musk aveva risposto al post dicendo: «Hai detto le cose come stanno».

Come avviene spesso con ciò che Musk pubblica, il commento era stato ampiamente ripreso soprattutto perché molti avevano visto nel post originario diverse similitudini con la teoria complottista della “grande sostituzione”, secondo la quale esiste una cospirazione globale per sostituire i bianchi. Negli anni questa teoria è stata citata esplicitamente come fonte di ispirazione da diversi autori di attentati e attacchi armati razzisti negli Stati Uniti. Tra questi c’erano stati: il responsabile dell’attentato alla sinagoga di Pittsburgh del 2018, in cui furono uccise 11 persone, quello dell’attentato alla sinagoga di San Diego, nell’aprile del 2019, in cui fu uccisa una persona e l’autore dell’attentato di El Paso dell’agosto del 2019, in cui furono uccise 23 persone.

In seguito alla pubblicazione del commento di Musk, alcune aziende avevano segnalato la sospensione delle proprie campagne pubblicitarie su X, per evitare il rischio che il social network mostrasse post sponsorizzati tra contenuti razzisti, cospirazionisti e antisemiti. IBM ha sospeso tutte le campagne e gli investimenti in pubblicità che aveva concordato con X fino alla fine dell’anno e che sarebbero dovuti ammontare a un milione di dollari circa. La società ha detto di applicare da sempre «tolleranza zero nei confronti dei contenuti d’odio e delle discriminazioni».

La CEO di X, Linda Yaccarino, ha scritto un post sul social network per confermare l’impegno del social network nel «contrastare l’antisemitismo e le discriminazioni». Musk ha però continuato a fare commenti sulla sospensione delle sponsorizzazioni, sostenendo che IBM abbia interrotto le pubblicità per questioni di opportunismo. Ha poi aggiunto che come sempre saranno bloccati tutti i contenuti che fanno appello all’uso «di violenza estrema».

Dopo avere acquisito il social network lo scorso anno, Musk aveva annunciato alcune modifiche ai sistemi di moderazione dei contenuti, sostenendo di volere tutelare la libertà di espressione di ogni iscritto al servizio. Da allora secondo numerose analisi la quantità di contenuti d’odio, violenti e di notizie false è aumentata sensibilmente, spingendo varie grandi aziende a sospendere e riprendere la pubblicazione dei post sponsorizzati.

L’organizzazione non profit Media Matters for America aveva di recente pubblicato un rapporto segnalando come in molti casi gli annunci pubblicitari di IBM, Apple e altri fossero apparsi vicino a post a sostegno del nazismo e della supremazia dei bianchi. Musk aveva commentato la pubblicazione del rapporto dicendo che «Media Matters è un’organizzazione malvagia» e in seguito ha annunciato che la prossima settimana X intenterà una «causa termonucleare» contro l’organizzazione.