I bambini e le bambine di Dacca, che vivono in strada
Cosa si può fare per garantire loro il "diritto al futuro" grazie anche a un regalo speciale ora che si avvicinano le feste natalizie
Nell’articolo 6 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ancora oggi considerato il documento più importante del diritto internazionale sulla promozione e sulla tutela dei diritti dei minori, viene definito il diritto dei bambini e delle bambine ad avere un futuro, a diventare adulti. Per chi vive nei paesi più ricchi del mondo questo diritto potrebbe sembrare scontato, ma non lo è per chi vive invece in paesi dove, ad esempio, le carestie e le guerre sono frequenti. Milioni di bambini e bambine continuano a vivere in estrema povertà, non riescono a raggiungere un grado di istruzione adeguato, sono costretti a lavorare, non hanno accesso a strutture mediche dove essere curati, subiscono abusi e violenze. In diverse parti del mondo le bambine inoltre continuano a essere costrette a matrimoni precoci e subiscono mutilazioni genitali.
Una situazione di questo tipo, molto complicata per il futuro dei bambini e delle bambine, è quella del Bangladesh. L’endemica povertà e la rapida urbanizzazione hanno creato infatti una situazione difficile e pericolosa soprattutto nella capitale, Dacca: sono centinaia di migliaia i bambini e le bambine che vivono in strada, dove rischiano di essere coinvolti in lavori pericolosi e sono vulnerabili a violenze, abusi sessuali e tratta di esseri umani. Inoltre vivono in condizioni igieniche e sanitarie pessime e senza possibilità di accesso all’istruzione. Una di queste bambine è Nandiba, che a 5 anni viveva per strada, dormiva nei cartoni e vendeva fiori per mantenersi.
Oggi la vita di Nandiba è diversa: frequenta la sesta classe in una delle scuole di Dacca, sta imparando danza, musica, pittura e piccoli lavori di artigianato. Dice che vuole diventare ingegnere e un giorno fare qualcosa per i bambini del suo paese che rischiano di non avere un futuro, come rischiava di non averlo lei. La sua vita è cambiata quando nel 2016 ha incontrato gli operatori di ActionAid, una delle più grandi associazioni internazionali tra quelle che gestiscono forme di sostegno e adozione a distanza: a Dacca ha realizzato un progetto – Happy Home – che nasce per proteggere le bambine di strada attraverso la creazione di luoghi sicuri dove queste bambine possano crescere.
Ad oggi le ospiti di questa “casa felice”, tra cui Nandiba, sono 56, con un’età che varia dai 6 ai 18 anni, ma l’obiettivo di ActionAid è di arrivare a 150. Nella Happy Home le bambine ricevono vitto e alloggio, istruzione e formazione professionale, assistenza medica, sono sensibilizzate sui propri diritti, studiano musica e danza e quando è possibile sono inserite in percorsi di reintroduzione nelle loro famiglie o nella loro comunità d’origine.
ActionAid si occupa anche di molti altri progetti di assistenza in diverse parti del mondo. Un obiettivo dell’organizzazione riguarda ad esempio l’apertura di nuove scuole: sono circa 10mila le bambine e i bambini che frequentano quelle costruite più recentemente dall’associazione. In queste scuole a ogni bambino e bambina è garantito un pasto giornaliero, un aspetto importante che incentiva anche i loro genitori: mandare a scuola il proprio figlio e figlia significa anche avere un aiuto per i loro bisogni più concreti. Oltre all’attività didattica sono previsti progetti di agroecologia, dato che le realtà in cui opera ActionAid sono prevalentemente contadine. Così i bambini e le bambine imparano a coltivare e ad autosostenersi. Nelle scuole inoltre si organizzano corsi di sensibilizzazione su diverse tematiche: ad esempio durante la pandemia da coronavirus sono stati molti i corsi rivolti a insegnare ai bambini e alle bambine, e alle loro famiglie, come prendere le giuste precauzioni sanitarie.
È possibile contribuire ai progetti di ActionAid grazie all’adozione a distanza. L’adozione può essere a proprio nome, oppure si può decidere da quest’anno di regalarla a una persona cara: può essere un’idea soprattutto adesso che si avvicinano le feste natalizie. Non perché serva un pretesto per donare dei soldi a un’organizzazione, ma perché a volte serve qualcosa che ci spinga a pensarci e dedicarci del tempo: con l’avvicinarsi delle feste molte persone riflettono sulle loro possibilità economiche in modo più diretto del solito, e quindi sulla possibilità di donare qualcosa in più a chi ne ha bisogno. Vale per chi fa i regali tanto quanto per chi li riceve, che potrebbe apprezzare una donazione fatta a suo nome molto più di qualsiasi altra sorpresa da scartare.
L’adozione a distanza è un sostegno per i bambini e le bambine più vulnerabili che non è estemporaneo, ma si estende nel tempo. Anche per questo può essere un regalo pensato per una persona con cui abbiamo un rapporto più stretto: un genitore, un figlio o una figlia, una sorella o un fratello, un caro amico o amica. Oppure può essere un regalo originale per neogenitori: inizialmente si tende a puntare su regali più materiali, soprattutto oggetti che possono servire ai piccoli o alle piccole appena arrivati, ma successivamente si può pensare a un’adozione a distanza per celebrare in maniera diversa questo particolare momento della loro vita.
Come per tutte le adozioni a distanza di ActionAid, infatti, chi riceve il regalo avrà la possibilità di costruire un legame con il bambino adottato grazie alle foto, le lettere e i disegni che riceverà e che racconteranno i suoi progressi. ActionAid lavora molto per mettere in comunicazione i donatori e i bambini e le bambine delle comunità, attraverso comunicazioni cartacee e digitali che seguono gli aggiornamenti e i progressi delle attività: sono elementi molto importanti per chi dona, come dicono numerose testimonianze.
L’adozione a distanza sarà invece sempre a carico della persona che fa il regalo. Potrà scegliere la frequenza di pagamento (mensile, trimestrale o annuale) e detrarre le donazioni quando presenterà la dichiarazione dei redditi. Se in futuro non potrà più sostenere economicamente l’adozione a distanza, potrà chiedere alla persona a cui l’ha regalata di occuparsene direttamente.
Come tutte le adozioni a distanza di ActionAid quelle che si possono regalare in occasione del Natale andranno a contribuire per l’80 per cento a migliorare le condizioni di vita del bambino e della sua comunità il restante 20 per cento sarà utilizzato per le campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi, oltre che per sostenere i costi operativi e di gestione dell’organizzazione.