La gente di Las Vegas contro la Formula 1
Residenti, lavoratori e frequentatori abituali denunciano enormi problemi con il traffico e scarse comunicazioni: uno sciopero di oltre 30mila lavoratori è stato evitato per poco
Nel fine settimana la Formula 1 tornerà a correre a Las Vegas in uno degli appuntamenti più attesi della stagione. Lo farà in modo completamente diverso rispetto a quando, tra il 1981 e il 1982, nella città furono organizzati due Gran Premi ricordati soltanto per la loro scarsa riuscita. Questa volta la Formula 1 è tornata a Las Vegas per restarci a lungo e per sfruttare la grande crescita di popolarità che sta avendo negli Stati Uniti, un tempo ai margini del campionato e ora sede di ben tre gare stagionali.
Il Gran Premio si correrà in notturna in un circuito cittadino di circa 6 chilometri ricavato proprio nel centro della città, con il rettilineo principale sulla Strip, il viale dove si concentra il maggior numero di hotel e casinò più conosciuti. La curiosità è molta e anche le scuderie stanno organizzando molte iniziative per l’occasione: almeno cinque squadre correranno con delle livree dedicate a Las Vegas, per esempio. Si prevedono almeno 100mila spettatori in ciascun giorno di gare, ma questo entusiasmo non sembra riguardare chi a Las Vegas ci abita o ci lavora.
Da settimane circolano online immagini dei disagi creati dai lavori di allestimento del circuito, che coinvolgono alcune delle strade più trafficate e centrali della città, e di come alcune famose attrazioni siano state coperte o adombrate dalle strutture temporanee che ospiteranno le gare.
Il sito Jalopnik, specializzato negli sport motoristici nordamericani, ha raccolto le testimonianze di lavoratori, residenti e frequentatori abituali di Las Vegas, tutti piuttosto critici nei confronti degli organizzatori. Un membro di un sindacato dei lavoratori locale ha raccontato: «La Formula 1 non è riuscita a capire Las Vegas, tantomeno la Strip. Vede semplicemente le strade su una mappa, le camere d’albergo da affittare e i dollari da guadagnare. Las Vegas può sembrare diversa da ogni altra città, ma per molti versi è una città qualsiasi. Le persone qui vivono, lavorano, crescono i figli. Alla Formula 1 questo sembra non importare».
I maggiori disagi riguardano il traffico, con i tragitti verso il centro che in certi casi, nei momenti più critici della giornata, si allungano anche di ore. In un’altra testimonianza raccolta da Jalopnik si legge: «La frustrazione e il disagio dei residenti di Las Vegas vengono anche dalla mancanza di comunicazioni nei nostri confronti e di coordinamento tra promotori dell’evento».
Anche per via di questi disagi, e per lo scarso sostegno ricevuto dalle aziende, a una sola settimana dall’evento oltre 30mila membri del sindacato dei lavoratori del settore della ristorazione hanno minacciato uno sciopero che avrebbe potuto paralizzare sia il centro città che l’intera struttura adibita all’accoglienza. Lo sciopero è stato scongiurato soltanto dopo che il sindacato è riuscito a negoziare «un significativo aumento salariale» per i lavoratori del settore e quindi per le decine di migliaia impiegati a Las Vegas in questa settimana.
Per altri frequentatori del centro l’arrivo della Formula 1 ha reso ancora più complessa una situazione già critica, la cui origine sarebbe però altrove. Da anni infatti la città si sta preparando a diventare uno dei grandi centri dello sport professionistico mondiale e per questo sono state costruite nuove strutture per l’intrattenimento che hanno richiesto grandi interventi alla viabilità. Ci sono strade ad alta percorrenza in costruzione da anni, i cui tempi sono stati peraltro allungati dalla pandemia, e snodi interurbani che hanno inevitabilmente allungato i tragitti. A tutto questo si aggiunge il cambiamento del traffico in sé, dato che le tre grandi arene sportive già costruite in città vengono ancora servite dalle stesse strade pensate per il vecchio traffico di pendolari e lavoratori.
Il nuovo circuito di Las Vegas è una sorta di rettangolo irregolare lungo oltre 6 chilometri che ha reso inaccessibile al traffico la zona più frequentata della città, quella in cui ci sono alcune delle più grandi attrazioni, come il Flamingo, il Venetian, il Planet Hollywood e la Sfera, la nuova arena alta circa 111 metri e ricoperta da 1,2 milioni di LED ad altissima definizione. Ma anche le zone esterne all’anello del circuito sono chiuse al traffico, e lì ci sono altri grandi alberghi con casinò, come il Caesars Palace, che attirano flussi costanti di decine di migliaia di lavoratori e clienti.
Agli inizi degli anni Ottanta proprio il Caesars Palace finanziò e sponsorizzò le prime due gare che la Formula 1 tenne a Las Vegas. Il circuito fu ricavato tra il parcheggio del casinò e uno spazio che allora era ancora deserto. Ne venne fuori una pista stretta e piatta di tre chilometri e mezzo con 14 curve che si avvitavano su sé stesse per soddisfare la lunghezza minima di 3,2 chilometri richiesta dalla Formula 1. Per la presenza di tutte queste curve, unita alle alte temperature, i piloti ebbero grandi difficoltà a guidare. Entrambe le edizioni andarono piuttosto male anche dal lato dell’affluenza, che non superò mai i 30mila spettatori.
Dopo quel fallimento la Formula 1 si presenterà a Las Vegas in modo completamente diverso, a partire da un circuito che potrebbe contenere almeno tre volte la vecchia pista del Caesars Palace. L’attuale contratto tra Las Vegas e la Formula 1 è di tre anni, ma ci sono piani per estenderlo a dieci che dipenderanno anche dalla riuscita di queste prime edizioni.
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