Per molti attori a Hollywood fare gli imprenditori non è più solo arrotondare
Chi finisce nelle liste dei più ricchi spesso lo deve alle attività diverse dalla recitazione, dalle aziende di tequila ai marchi di moda
Da diversi anni gli attori e le attrici statunitensi in cima alla lista di quelli che guadagnano di più non sono necessariamente i più noti. Le testate che si occupano dell’industria del cinema negli Stati Uniti (note come “trades”) hanno l’abitudine di compilare una lista annuale delle persone più potenti, di chi è stato più pagato e in generale di chi ha guadagnato di più nel settore dello spettacolo. Per anni è stata una maniera di dare conto di chi avesse avuto una grande annata per quanto riguarda la recitazione, magari con un ingaggio particolarmente proficuo, e chi invece fosse in declino. Ma a partire da metà anni Dieci, e con un’accelerazione molto forte dopo la pandemia, le ragioni per cui le persone finiscono in queste liste sono in parte cambiate: per gli attori e le attrici i soldi che vengono dal cinema e dalla televisione infatti sono solo una parte delle loro entrate, in certi casi minoritaria. Sempre di più, chi ha maturato una grande notorietà nello show business decide di acquistare o fondare aziende che si occupino di altro, di diventare un imprenditore.
Un tempo era la pubblicità la principale maniera per attori e attrici di sfruttare la propria notorietà per ulteriori guadagni oltre a quelli legati ai film. Oggi lo è solo in parte, anche se il tipo di impegno richiesto è diverso. Girare una pubblicità è un tipo di lavoro breve e senza grandi rischi, che rende molto in rapporto al tempo di cui necessita. Diventare imprenditore è invece un mestiere a parte, che in molti hanno preso seriamente dedicandoci tempo e impegno, e che per altri è più semplicemente un investimento a cui associare il proprio nome e la propria reputazione, delegando l’aspetto operativo.
Già Paul Newman nel 1982 aveva contribuito a fondare Newman’s Own, una ditta di prodotti alimentari che entrò nel mercato con un condimento per insalate la cui ricetta era dello stesso Paul Newman, e che poi produsse biscotti, cioccolata e diversi generi alimentari. Per Newman era una maniera di fare beneficenza: tutti i profitti della sua quota nella Newman’s Own venivano infatti donati. Non è quindi una novità che attori o attrici partecipino ad aziende che non hanno a che fare con il cinema e la tv, ma da qualche anno sono diventati molti a farlo.
Kate Hudson, figlia di Goldie Hawn diventata famosa con il film Quasi famosi, è fondatrice e proprietaria di Fabletics, un marchio di moda per lo sport di grande successo. Sarah Jessica Parker (protagonista della serie Sex & The City) ha fondato SJP, un marchio di scarpe di lusso. Jennifer Lopez ha creato JLo Beauty, una linea di cosmetici per la pelle e contro l’invecchiamento. Harry Styles (ex cantante del gruppo One Direction e ora attore) ha fondato Pleasing, un’azienda che produce smalti, che lui stesso spesso indossa. La moda è infatti uno degli ambiti più facili in cui avviare un’attività imprenditoriale per un’attrice o un attore, visto quanto l’immagine è parte del lavoro, ciò per cui sono famosi e in certi casi ciò in cui sono considerati delle eccellenze.
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Secondo Toby Borg, che è a capo delle strategie per la clientela della CAA, la più grande agenzia che rappresenta attori, musicisti, sportivi e influencer a Hollywood, il fenomeno è cresciuto drasticamente dopo la pandemia. «In quel periodo le persone non potevano fare altro che stare a casa e approfondire le proprie passioni, la pandemia ha accelerato una tendenza che stavamo già notando», ha detto all’Hollywood Reporter. In più una grossa spinta verso l’imprenditoria è arrivata dal calo dei proventi legati al diritto d’autore. La stessa ragione per la quale sceneggiatori e attori americani recentemente hanno scioperato, cioè il fatto che le dinamiche di distribuzione di film e serie tv in streaming abbiano drasticamente ridotto gli introiti che spettano loro dal diritto d’autore, ha spinto i nomi maggiori a cercare fonti di ricavo alternative e in seguito gli altri a imitarli.
Uno dei primi nella recente ondata di attori che hanno investito in un business parallelo in grande stile e con grande successo è stato George Clooney. A metà anni Dieci iniziò a rallentare con l’attività da attore e regista e contribuì a fondare una distilleria di tequila chiamata Casamigos. Nella stessa maniera in cui a metà anni Novanta aveva capitalizzato l’incredibile fama televisiva maturata con la serie tv E.R. – Medici in prima linea passando al cinema dove le entrate e lo status di star sono maggiori, a metà anni Dieci ha fatto fruttare l’enorme notorietà che il cinema e gli spot pubblicitari gli avevano dato per dare visibilità a una sua impresa. Nel 2017, l’anno in cui il suo ultimo film da regista, Suburbicon, uscì in sala rivelandosi un fiasco, la Casamigos venne venduta da Clooney alla multinazionale del settore delle bevande Diageo per 700 milioni di dollari, più 300 milioni di bonus legati alle vendite. Di quella società Clooney era stato proprietario e fondatore, anche se mai amministratore.
Non è raro che attori o attrici che diventano imprenditori rallentino, alle volte anche molto, con la propria carriera nella recitazione per dedicarsi realmente agli affari. Gwyneth Paltrow, la cui carriera da attrice è poco vivace ormai da più di un decennio, è operativamente a capo di Goop, società di commercio al dettaglio prima solo online e da qualche anno anche con punti vendita fisici, che vende prodotti di bellezza per un pubblico attento al benessere.
Jessica Alba, molto nota negli anni Duemila per film come Sin City o I Fantastici Quattro, ha da molto tempo una società di prodotti per bambini e per la bellezza chiamata The Honest Company, recentemente valutata 1 miliardo di dollari. Ashton Kutcher, che da più di dieci anni non è protagonista di un film o di una serie di successo ma lavora più che altro con partecipazioni o ruoli secondari, è stato tra i primi a investire su Twitter ed è diventato un venture capitalist (cioè le persone che investono nelle start up, di fatto finanziandole nella fase in cui non sono in grado di creare profitti e scommettendo sul loro successo).
Lavorare alla creazione di una società esterna al mondo del cinema ha sostituito quella che per diversi anni era sembrata la strada più logica per attori e attrici per avviare una carriera parallela: diventare imprenditori del cinema, cioè produttori. Gli attori più celebri degli ultimi 20 anni hanno quasi sempre creato una propria società di produzione, alle volte anche molto piccola, così da poter investire nei film in cui hanno interesse a recitare per aiutare i progetti in caso abbiano bisogno di una spinta iniziale per trovare un produttore maggiore, oppure per avere un po’ più di controllo su come vengono girati e poi promossi.
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I più attivi poi con queste case di produzione hanno anche creato altri progetti di serie e film senza di loro. Lo ha fatto Brad Pitt con la sua Plan B Entertainment, che dal 2004 a oggi ha prodotto più di 40 film (tra cui quelli in cui lo stesso Brad Pitt ha recitato) e ha vinto tre Oscar con The Departed, 12 anni schiavo e Moonlight. Tuttavia la società più redditizia è sicuramente stata Hello Sunshine, fondata da Reese Witherspoon, che ha prodotto sia film che serie in cui ha recitato la fondatrice (Big Little Lies, The Morning Show, Wild) sia altri in cui non compare, come Daisy Jones & The Six o il film Gone Girl di David Fincher. Nel 2021 Hello Sunshine è stata venduta al fondo Blackstone per 900 milioni di dollari.
Non è sorprendente che per capitalizzare il proprio successo mondiale la modella e celebrità televisiva Kim Kardashian abbia scelto di creare una linea di intimo modellante (l’abbigliamento da indossare sotto i vestiti per dare una certa forma alla linea del corpo). Semmai lo è il fatto che, secondo Forbes, questa attività l’abbia trasformata da milionaria a miliardaria. È invece molto meno scontato che Ryan Reynolds, attore di buona fama e buoni incassi, sia diventato investitore di più aziende in settori diversi, tra cui un club di calcio inglese (in comproprietà con un altro attore, Rob McElhenney), il Wrexham, che gioca nella quarta lega del paese, l’equivalente della Serie C2 italiana. Ancora meno prevedibile infine è che Susan Sarandon abbia investito in una catena di club di ping pong e bar a tema ping pong (di cui è appassionata) chiamati SPiN.
La maggior parte degli attori o attrici sceglie la strada più semplice, quella di acquistare una quota di una società già esistente o di entrare in partecipazione a una che sta nascendo, ma di cui saranno altre persone a occuparsi. Da parte di queste aziende c’è l’interesse ad associarsi a delle star che godono di una presenza sui social media molto forte o di ampie possibilità di visibilità in televisione o sui giornali, in modo da dare grande pubblicità alla loro attività. In questa maniera il budget che sarebbe stato investito in promozione può essere di molto ridotto e investito in altro. Kendall Ostrow, responsabile della crescita a NOWwith (una compagnia che lavora nel settore del commercio attraverso i social network) ha spiegato all’Hollywood Reporter che «avere successo oggi non è più questione di fare una cosa molto bene, ma di avere 25 ferri da stiro sul fuoco allo stesso tempo. Partecipare a un film o a una serie di successo non è più la miniera d’oro di una volta. Per molti è diventata una maniera di alimentare la fama che serve per costruire un business».
Ad oggi tra gli attori più ricchi di Hollywood c’è Dwayne Johnson, che effettivamente è uno di quelli dagli ingaggi maggiori ma che si trova nelle posizioni più alte in virtù degli affari che fa con il suo marchio di Tequila Teremana e con gli energy drink ZOA. E poi ci sono attori che non sono molto attivi come Robert De Niro, che ha investito in diversi ristoranti e in una società di produzione, la TriBeCa Productions, George Clooney, e Arnold Schwarzenegger, che ha investito in attrezzature per il bodybuilding e organizza ogni anno l’Arnold Classic, un grande evento sul culturismo.
Oltre a loro è tra i più ricchi un attore che non recita in film di enorme successo come Mark Wahlberg, investitore in diverse aziende come la Tequila Flecha Azul, i panini della catena Wahlburgers, autosaloni e ditte di integratori da palestra. Mentre il più ricco (tra quelli che non hanno acquisito la ricchezza sposandosi o ereditandola) è Brock Pierce, il cui patrimonio di 2 miliardi di dollari non viene dalla carriera di attore, fatta più che altro di ruoli in film per la televisione o piccole partecipazioni in produzioni minori tra gli anni ’80 e ’90, ma dagli investimenti fatti all’epoca nelle società Digital Entertainment Network e Internet Gaming Entertainment, una azienda che commercia in beni virtuali per MMORPG, cioè i videogiochi di ruolo online come World of Warcraft).