Salvini ha precettato i lavoratori del trasporto pubblico, riducendo lo sciopero di venerdì
Sarà di quattro ore invece che otto: la decisione è arrivata dopo un duro scontro fra ministero e sindacati
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato martedì sera la lettera di precettazione che limita a quattro ore, fra le 9 e le 13, lo sciopero indetto dal settore del trasporto pubblico per venerdì. Era inizialmente previsto per otto ore ed è al centro di uno scontro fra il governo e i sindacati CGIL e UIL. I sindacati avevano indetto lunedì una serie di scioperi a partire da venerdì 17 novembre: il 17 è previsto uno sciopero nazionale dei dipendenti pubblici, dei lavoratori dei trasporti e dell’istruzione, oltre ai lavoratori di tutti i settori ma solo in alcune regioni del centro Italia. In tutti i casi era prevista l’interruzione del lavoro per otto ore o per un intero turno. Lo sciopero è stato indetto per chiedere aumenti salariali e protestare contro la politica economica del governo.
Lunedì si era riunita la Commissione di garanzia, l’autorità che per legge ha il compito di vigilare sui modi e sui tempi di convocazione degli scioperi. Secondo la Commissione lo sciopero del 17 novembre non terrebbe conto della concomitanza tra gli scioperi e delle limitazioni imposte per legge alla durata degli scioperi in alcuni settori, quindi è stato chiesto ai sindacati di escludere i settori del trasporto aereo e dell’igiene ambientale, per i quali sono già programmati scioperi nei giorni vicini, e di abbreviare quello dei Vigili del Fuoco e del trasporto pubblico locale, che per legge possono scioperare solo 4 ore consecutive, e ferroviario, che può scioperare per otto ore.
I sindacati martedì avevano confermato lo sciopero, revocando solo quello del settore aereo e confermando le sue modalità per il settore del trasporto pubblico: un incontro convocato dal ministro Salvini non aveva sbloccato la situazione. In serata è arrivata la precettazione che il segretario della CGIL Maurizio Landini ha definito «un atto politico gravissimo» e quello della UIL Pierpaolo Bombardieri «un attacco al diritto di sciopero».
Il termine “precettazione” deriva da una forma tarda del verbo latino praecipĕre, che fra i suoi diversi significati ha anche “ordinare”: nel linguaggio giuridico italiano, “precettare” definisce l’attività di un’autorità che ordina a un dato soggetto di comportarsi in una certa maniera e che punisce la violazione di questa norma. Il termine è applicato all’ambito degli scioperi ed è una pratica prevista dalla legge italiana, anche se attuata piuttosto raramente.
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La possibilità di precettare uno sciopero attraverso un provvedimento amministrativo straordinario è prevista dalla legge 146 del 1990 che disciplina i servizi minimi da garantire in caso di sciopero e in generale dà la possibilità alle autorità statali di intervenire in casi ritenuti particolarmente critici. Tale legge è stata poi parzialmente modificata con la legge 83 del 2000. All’articolo 8 si prevede che in caso di «fondato pericolo di un pregiudizio [cioè di un danno] grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati, che potrebbe essere cagionato dall’interruzione o dalla alterazione del funzionamento dei servizi pubblici, conseguente all’esercizio dello sciopero» il presidente del Consiglio o uno dei ministri del governo (oppure il prefetto, nel caso di uno sciopero locale) possa emettere un’ordinanza per precettarlo.