Da quando il 27 ottobre l’esercito israeliano ha cominciato l’invasione della Striscia di Gaza in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, le operazioni militari si sono concentrate nella zona settentrionale della piccola fascia di terra palestinese. In particolare l’esercito ha cercato fin da subito di circondare la città di Gaza, la più grande e popolosa della Striscia, esortando i civili a spostarsi a sud con l’obiettivo di tagliare i collegamenti dei miliziani di Hamas e costringerli alla resa. Negli ultimi giorni i combattimenti si sono concentrati intorno ai principali ospedali della città, sotto cui Israele sostiene siano nascoste le basi operative di Hamas (da tempo Israele accusa il gruppo radicale palestinese di usare i civili di Gaza come “scudi umani”).
I combattimenti più intensi si stanno verificando intorno all’ospedale al Shifa, il più grande della città, che da giorni è assediato dai carri armati israeliani, e al cui interno ci sono centinaia di pazienti a corto di cure mediche, e civili che si sono rifugiati lì per proteggersi dai bombardamenti israeliani delle scorse settimane. Israele ritiene che il complesso ospedaliero, grande quasi cinque ettari, nasconda un vasto centro di comando sotterraneo di Hamas, e per questo lo sta assediando. Il gruppo radicale palestinese e i medici dell’ospedale hanno però negato queste affermazioni.
Tra l’altro da giorni la struttura ha smesso di funzionare pienamente come ospedale a causa della mancanza di carburante, che serve ad attivare i generatori di energia elettrica. Israele sta infatti impedendo che nella Striscia di Gaza arrivi carburante, perché ritiene che invece che per scopi civili possa essere usato da Hamas per compiere nuovi attacchi e operazioni militari in territorio israeliano.
I responsabili della struttura, parlando con diversi giornali internazionali, hanno detto che decine di persone stanno morendo a causa dell’impossibilità di fornire loro cure mediche adeguate. Christian Lindmeier, portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha detto che l’ospedale al Shifa sta diventando ormai «quasi un cimitero». Lindmeier ha detto che, in base a quanto raccontatogli dai responsabili dell’ospedale, intorno alla struttura si stanno accumulando cadaveri di persone che non hanno potuto ricevere cure e nemmeno essere sepolte o portate in un obitorio.
Il direttore dell’ospedale, Mohamed Abu Salmiya, ha detto a BBC che le autorità israeliane non hanno ancora concesso il permesso di trasferire i corpi in decomposizione al di fuori dell’ospedale per essere sepolti, e che di conseguenza i cani stanno entrando nella struttura e stanno cominciando a mangiare i cadaveri. Martedì Salmiya ha detto all’agenzia di stampa AFP che i cadaveri accumulatisi nell’ospedale sono diventati così tanti negli ultimi giorni che in mancanza di posti in obitorio è stata scavata una fossa comune in cui sono stati seppelliti 179 corpi.
Il ministero della Salute della Striscia, controllato da Hamas, da venerdì non aggiorna il conto ufficiale dei morti nella Striscia, dicendo di non poter più fornire un dato attendibile per l’impossibilità di stabilire comunicazioni con tutte le zone e a causa delle battaglie in corso intorno agli ospedali. Il ministero ha fermato venerdì i suoi conteggi a 11.078 morti, ma da allora ritiene che altre centinaia di persone siano morte.
Secondo le fonti dello stesso ministero negli ultimi tre giorni sono morti in tutto 32 pazienti, tra cui tre neonati. Il ministero ha detto che al momento all’interno dell’ospedale ci sono più di 2.300 persone: 650 pazienti, 1.500 civili che hanno lasciato le proprie case e tra 200 e 500 operatori sanitari. Salmiya ha detto che sette di quei neonati sono morti perché nati prematuri, dato che non c’è energia per far funzionare le incubatrici. Israele nei giorni scorsi aveva detto di aver offerto ai dirigenti dell’ospedale di trasferire i neonati prematuri in altre strutture, e ha accusato Hamas di averlo impedito.
Martedì mattina l’esercito israeliano ha detto che sta lavorando per consegnare alcune incubatrici agli ospedali della Striscia di Gaza. L’esercito ha anche pubblicato su X (Twitter) una registrazione di una conversazione tra un ufficiale e il direttore dell’ospedale al Shifa, riguardante il trasferimento di 37 incubatrici e altre attrezzature mediche essenziali. Al momento non ci sono state conferme da parte dell’ospedale al riguardo.
Nei giorni scorsi Israele aveva anche detto di aver cercato di inviare all’ospedale 300 litri di gasolio per far funzionare i generatori per un po’ di tempo, ma che anche in questo caso Hamas avrebbe impedito che la struttura ricevesse il carburante. Il direttore dell’ospedale ha però detto che 300 litri di gasolio sarebbero serviti a far funzionare l’ospedale solo per mezz’ora. Secondo Salmiya per funzionare l’ospedale avrebbe bisogno «di 8mila-12mila litri al giorno».