Il turismo del “foliage” si sta ingrandendo

Negli Stati Uniti le persone che si spostano per vedere i boschi d'autunno sono perfino troppe, in Italia è una cosa ancora all'inizio

Un gruppo cammina nell'Oasi Zegna, nelle Alpi biellesi, in Piemonte (Giulia Bertolazzi)
Un gruppo cammina nell'Oasi Zegna, nelle Alpi biellesi, in Piemonte (Giulia Bertolazzi)

La cittadina di Pomfret si trova nel Vermont, non molto lontano dalla foresta nazionale di White Mountain, negli Stati Uniti nord-orientali. Ha poco meno di un migliaio di abitanti e, pur essendo molto graziosa, normalmente non attira moltissimi visitatori. Da qualche anno, tra fine settembre e inizio novembre, diventa però oggetto dell’interesse di tantissime persone che la raggiungono in macchina per un solo motivo: riuscire a fare la foto perfetta a Sleepy Hollow Farm, una piccola fattoria privata dall’aria particolarmente caratteristica e bucolica, soggetto ideale per le fotografie autunnali.

Su Instagram, il social network dove è abitudine di molti pubblicare fotografie talmente belle da non sembrare vere, i post ambientati a Sleepy Hollow Farm sono migliaia, e la fattoria figura anche in varie liste dei posti migliori degli Stati Uniti in cui ammirare il foliage, ovvero il mutamento del colore delle foglie degli alberi che avviene in autunno (che si pronuncia fòlieg all’inglese, non foliàj alla francese). Dopo aver sopportato per anni il ciclico arrivo stagionale di migliaia di turisti, quest’anno il consiglio comunale di Pomfret ha deciso di chiudere ai non residenti le principali strade della città tra il 23 settembre e il 15 ottobre, bloccando tra le altre cose l’accesso a Sleepy Hollow Farm. «Negli ultimi anni, Cloudland Road (e le piccole strade che conducono a Cloudland Road) ha notato un aumento senza precedenti di “influencer” turistici che l’hanno scoperta da Instagram e TikTok, e che per guadagnare hanno finito per trasformare una piccola abitazione privata in una destinazione turistica sui social media», dice nella descrizione di una campagna di raccolta fondi per rafforzare la sicurezza stradale a Pomfret nel periodo del foliage.


Secondo la campagna, questi turisti stagionali «hanno danneggiato strade, causato incidenti, sono finiti nei fossati con l’auto, hanno calpestato giardini e defecato in proprietà private, parcheggiato in campi e vialetti e aggredito verbalmente i residenti». Altrove, però, la crescente passione per lo spettacolo delle foglie che cambiano colore viene usata strategicamente per attirare visitatori in quella che è normalmente una stagione poco vivace per il turismo. Anche in paesi, come l’Italia, dove non esiste una forte tradizione legata all’osservazione del foliage.

Il cambiamento del colore delle foglie degli alberi avviene quando, verso la fine dell’estate, le ore di sole nel corso della giornata iniziano a ridursi e la temperatura si abbassa. In quel periodo la pianta inizia a prepararsi per i mesi invernali dove si manterrà in una sorta di risparmio energetico, in attesa della primavera. Verso le foglie, ormai invecchiate dopo mesi di intenso utilizzo, si riduce l’afflusso di acqua e gli organuli responsabili della fotosintesi clorofilliana, i cloroplasti, diventano meno vitali e interrompono la loro attività, perdendo il loro classico colore verde intenso. La foglia cambia quindi colorazione perché diventano visibili altre sostanze, che sono sempre presenti ma oscurate dal verde della clorofilla, come le xantofille e altri carotenoidi che hanno colori caldi che variano dal rosso al giallo.

– Leggi anche: Perché in autunno le foglie diventano gialle

Il fenomeno che ne consegue è bellissimo a vedersi in moltissime parti dell’emisfero settentrionale: in Europa le guide turistiche consigliano spesso, per esempio, il lago di Bled in Slovenia, città come Londra ed Edimburgo nel Regno Unito, lo stato tedesco della Baviera o le Dolomiti, le foreste della Bulgaria o quelle dell’Islanda. Il foliage è assai amato in Giappone, paese di grandi boschi dove esiste un termine specifico per l’atto di guardare le foglie cambiare colore: è momijigari (紅葉狩), parola formata dal carattere per “foglie rosse” e quello per “caccia”. Nel dialetto della regione di Hokkaido, l’isola settentrionale del paese, c’è anche la parola kanpūkai (観楓会), che significa “andare insieme a vedere le foglie”.

Ma i paesi più noti da decenni per le masse di persone che decidono di viaggiare per ammirare i colori dell’autunno (e fotografarli) sono Stati Uniti e Canada, dove questa attività si chiama leaf peeping, letteralmente “sbirciare le foglie”. Il leaf peeping è in voga da molto prima che Instagram nascesse e attira milioni di spettatori soprattutto nelle zone che ospitano una varietà particolarmente vasta di alberi diversi, e che quindi possono vantare foliage più spettacolari: è il caso di una ventina di stati nel nord degli Stati Uniti, tra New England, monti Appalachi e la catena montuosa delle Cascade, ma anche di stati canadesi come Ontario e Quebec. Ogni anno vengono pubblicate guide e “previsioni del foliage” per permettere alle persone di sapere in anticipo, con un certo grado di sicurezza, in che periodo saranno visibili i colori più intensi.

Dato che si tratta in larghissima parte di turismo interno, distribuito su varie settimane e su un territorio molto vasto, è complesso sapere esattamente quante persone viaggiano all’interno degli Stati Uniti per fare leaf peeping, ma secondo le stime già più di dieci anni fa erano tantissime. Nel 2009 erano state 7,5 milioni nel solo New Hampshire, nel 2011 3,6 milioni in Vermont.

I “leaf peepers” hanno una reputazione un po’ ambivalente: da una parte sono molto apprezzati da hotel, bed and breakfast, ristoranti e altre attività commerciali dipendenti dal turismo, che beneficiano dell’arrivo di milioni di persone. Dall’altra sono un po’ disprezzati dal resto della popolazione locale, che maltollera il fatto che le strade e i ristoranti in autunno siano molto più affollati del solito. E anche alcuni amanti del leaf peeping temono che in alcuni casi si stia esagerando: a settembre, per esempio, il Wall Street Journal ha raccontato che sui gruppi Facebook di appassionati molti hanno cominciato a chiedere a tutti gli utenti di smettere di condividere il nome dei luoghi dove hanno scattato le loro foto più belle dopo che un sentiero molto apprezzato è stato chiuso per danneggiamento di una struttura risalente al 1893.

 

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In Italia diversi territori hanno cominciato a sperimentare con la possibilità di attirare un maggior numero di visitatori anche in autunno facendo forti operazioni di comunicazioni attorno al foliage. I siti di diversi uffici del turismo regionali, dalla Toscana al Friuli Venezia Giulia, condividono per esempio lunghe liste di consigli di luoghi dove è possibile ammirare il foliage.

Il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna – che si trova nell’Appennino tosco-romagnolo, lungo il confine delle regioni Emilia-Romagna e Toscana, e si autodefinisce “la foresta più colorata d’Italia” – insieme ad alcune associazioni locali organizza anche un “Festival del Fall Foliage” annuale che include visite guidate nella foresta, concerti e conferenze, e scrive sul proprio sito che in autunno riceve moltissime telefonate di potenziali visitatori che vogliono sapere «quando e dove possono ammirare i colori della foresta». Pier Luigi Ricci, direttore dell’associazione Esploramontagne che organizza il festival insieme al Parco nazionale, dice che l’iniziativa attira da anni fino a un migliaio di persone, soprattutto dal resto del Centro Italia.

Tra la città piemontese di Domodossola e Locarno, in Svizzera, dal 2016 una piccola linea ferroviaria montuosa ha deciso di cambiare nome in “treno del foliage” per le settimane in cui le foglie cambiano colore. Sul suo sito promette ai visitatori di «attraversare un paesaggio mozzafiato lungo un percorso di 52 km con vedute spettacolari e scorci panoramici infiammati dai colori autunnali».

«Stava emergendo la necessità commerciale di rinforzare un pochino la stagione autunnale» spiega Filippo Ceretti, responsabile della comunicazione della linea. «La nostra è una ferrovia molto frequentata in primavera e in estate, soprattutto da un pubblico internazionale che vuole raggiungere il Lago Maggiore. Ma noi che viviamo qui, e che quindi viviamo la bellezza dei boschi ogni autunno, sappiamo che questa linea dà il meglio di sé proprio in quel periodo, perché attraversa delle zone di montagna che spesso d’estate sono ingombrate dalla vegetazione, mentre in autunno si vede molto meglio il paesaggio».

 

Le persone che prendono il Treno del Foliage – 40mila soltanto questo autunno, secondo le stime di Ceretti – possono fermarsi in uno dei borghi attraversati dalla linea. «È un’esperienza piuttosto lunga, pur essendo un viaggio breve a livello di chilometri, perché i treni viaggiano molto lentamente: solo per i viaggi d’andata e ritorno hai bisogno di circa 4 ore. Quindi molti sono quelli che si organizzano per il weekend o comunque per dormire via almeno una notte», spiega.

A suo dire, dal 2016 in poi l’interesse per questo esperimento è stato alto: quest’anno, per esempio, quasi tutte le corse sono state completamente riempite nell’arco di pochi giorni senza bisogno di una grande operazione di marketing. «Noi diciamo che grazie a questa iniziativa la regione vive una seconda estate: i piccoli borghi di queste zone in estate passano dall’avere mille abitanti ad averne anche 20mila. Storicamente da metà settembre c’era un calo, ma ormai anche l’autunno attira tantissime persone», dice Ceretti. «È visto come una stagione confortante, piacevole, che regala atmosfere rilassanti».

Anche Stefano Maffeo, responsabile di una serie di passeggiate titolate “Foliage al Bosco del Sorriso e in Brughiera”, nella zona di Oasi Zegna nelle Alpi biellesi, dice che non c’è davvero bisogno di pubblicizzare queste attività sui social network, dato che l’attenzione del pubblico è già molto alta. «Chiaramente abbiamo una pagina Instagram, ma abbiamo imparato che dobbiamo stare molto attenti alle foto che pubblichiamo, perché poi il visitatore chiede di vedere proprio la specifica pianta con gli specifici colori che ha visto in foto», dice. «Ma da una settimana all’altra il castagno cambia colore. La foresta non può rimanere uguale».

– Leggi anche: La scomparsa dell’autunno