Milano vuole assegnare 450 nuove licenze di taxi
Dovrebbero aumentare di quasi il 20 per cento grazie a un bando del comune, l'obiettivo è arrivare a mille in più entro la prossima estate
La giunta del comune di Milano ha approvato le regole per un nuovo bando per assegnare 450 nuove licenze di taxi entro la prima metà del 2024. Il bando sfrutta la possibilità data ai comuni dal governo di aumentare fino a un massimo del 20 per cento i taxi in circolazione in città. A Milano sono 4.853, troppo pochi per far fronte alle tante richieste, e come in altre grandi città italiane l’attesa è molto lunga soprattutto in occasione di grandi eventi. Spesso è molto complicato o addirittura impossibile prenotare una corsa.
In Italia i taxi sono pochi – secondo i dati più recenti dell’Autorità di regolazione dei trasporti relativi al 2019 sono 23mila i tassisti con una licenza regolare – perché i governi che si sono succeduti negli ultimi due decenni hanno sempre assecondato le richieste dei tassisti, contrari all’aumento delle licenze.
I tassisti si oppongono alla possibilità di nuove licenze per il timore che un ampliamento dell’offerta comporti per loro una diminuzione dei guadagni e soprattutto una perdita di valore della licenza: solitamente le licenze vengono vendute ai nuovi tassisti da altri tassisti, e sono necessari grandi investimenti proprio per via del loro numero limitato. Per quanto siano poche persone in numeri assoluti, i tassisti hanno tutta una loro influenza, per la capacità di organizzare proteste efficaci e di far parlare di sé sui media.
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Il comune di Milano ha deciso di sfruttare la possibilità di aumentare parzialmente le licenze introdotta dal cosiddetto decreto “Asset”, approvato all’inizio di agosto. Il governo ha consentito ai comuni di aumentare del 20 per cento le licenze, ma senza ottenere guadagni: tutto il ricavato, che nel caso di Milano è stimato in circa 100mila euro a licenza, deve essere ripartito tra i tassisti già in servizio a titolo di compensazione. Per il comune, in definitiva, l’organizzazione del bando è soltanto una spesa. «Malgrado [il bando, ndr] non lasci fondi all’amministrazione per potenziare i servizi per il trasporto pubblico non di linea, Milano ha bisogno di migliorare l’offerta di taxi e ha bisogno di farlo in fretta», ha detto l’assessora alla Mobilità Arianna Censi.
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Il comune ha previsto alcuni incentivi. Chi avrà un’auto allestita per il trasporto di persone con disabilità otterrà uno sconto del 20 per cento sulla licenza, chi farà turni serali o notturni uno sconto del 30 per cento, per chi soddisferà entrambi i requisiti lo sconto sarà del 40 per cento. Oltre alle 450 licenze il comune ha esteso la possibilità della doppia guida, cioè la modalità per cui due persone si alternano alla guida della stessa auto lavorando complessivamente fino a 16 ore al giorno. Durante l’estate questa possibilità era stata riservata ai familiari, ma le adesioni erano state poche: 91. Ora il comune ha aperto la doppia guida anche per non familiari, un accorgimento che punta a garantire 100 nuovi turni.
Oltre a sfruttare il decreto Asset, il comune è in attesa di una risposta dalla Regione Lombardia alla richiesta di altre 450 licenze presentata nel 2019. In Lombardia è previsto che sia appunto la Regione a decidere sulle licenze, ma finora le richieste delle città lombarde non erano state assecondate. Il sindaco Beppe Sala ha detto che grazie al decreto Asset e alla richiesta alla Regione l’obiettivo è ottenere quasi mille nuove licenze entro la prossima estate.
Dopo l’approvazione delle regole relative al bando, le associazioni di categoria dei tassisti hanno convocato un presidio di protesta per lunedì 13 novembre davanti a Palazzo Marino, la sede del comune di Milano dove è in programma il consiglio comunale. La protesta riguarda ufficialmente la riduzione dei parcheggi dedicati ai taxi.