Una canzone delle Tatu
Alle volte basta davvero poco
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
È stato identificato l’uomo sulla copertina del quarto disco dei Led Zeppelin (quello di Stairway to heaven).
Peggy Gou, che è una deejay e musicista sudoreana che è andata piuttosto forte negli ultimi anni, ha fatto un pezzo dance con Lenny Kravitz che suona molto anni Novanta.
Jeff Tweedy dei Wilco ha fatto un libro e ha spiegato in tv come ha cambiato idea su Dancing queen degli Abba.
Ieri sera, dopo che avevo mandato la newsletter sulla canzone di Bob Martin, mi ha risposto Paul Marion, un suo vecchio amico che avevo interpellato per farmi raccontare qualcosa in più su di lui: «Bob and I became friendly, and I invited him to play his songs to open the dedication ceremony for the Jack Kerouac Commemorative, the large outdoor sculpture installation in downtown Lowell with thousands of words inscribed in granite.
Hundreds of people attended. They enjoyed Bob’s music.
That’s where he met Mrs. Stella Kerouac, who was on stage with all the dignitaries. My understanding is that Bob later had a chance to meet her and talk about Jack. He had a soft spot for her.
When he heard she had passed away, Bob was moved to compose the song “Stella” in her memory. It is one of his finest lyrics and was always popular when he played his songs in public».
Bernie Taupin, quello che ha scritto le parole di tutte le grandi canzoni di Elton John (anche di quelle scarse, ok), ha fatto un bel discorso per la sua “introduzione nella Rock and roll Hall of fame” (una baracconata americana che loro prendono molto sul serio), ha celebrato la grandezza del pop (“as in popular music”) e ha detto che il migliore di tutti era Merle Haggard. Poi Elton John ha fatto Tiny Dancer (un po’ stufo di farla, forse). Che se volete vedere nella sua migliore “rendition” di sempre, per me è questa (“I have to go home”, “You are home”).
Nel nuovo numero di Cose spiegate bene , che si chiama “A Natale tutti insieme” (una citazione raffinatissima), si parla naturalmente molto di canzoni di Natale.
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