C’è una svolta nel mistero del furto del water d’oro di Cattelan
Era stato rubato in Inghilterra nel 2019 e da allora non se n'è più saputo niente, ma ora quattro persone saranno processate
Il famoso water realizzato con 104 chilogrammi d’oro dall’artista italiano Maurizio Cattelan non è ancora stato ritrovato dopo che era stato rubato da una mostra al Blenheim Palace di Woodstock, in Inghilterra, nel settembre del 2019, più di quattro anni fa. Lunedì, però, per la prima volta quattro uomini sono stati incriminati in Regno Unito per l’accaduto: dovranno presentarsi in un tribunale di Oxford, in Inghilterra, il prossimo 28 novembre. Hanno tra i 35 e i 39 anni, uno di loro è accusato di aver commesso il furto con scasso e di aver organizzato ed eseguito lo spostamento del water, uno è accusato soltanto di furto con scasso e gli altri due di aver organizzato lo spostamento del water rubato.
Al momento del furto l’opera d’arte, che si chiama “America” e ha un valore di circa 5,4 milioni di euro, faceva parte della mostra Victory is not an option, dedicata alle opere di Cattelan e appena inaugurata al Blenheim Palace, il palazzo in cui era nato l’ex primo ministro del Regno Unito Winston Churchill. Era esposto in un piccolo vano chiuso da pannelli di legno appena fuori dalla camera da letto dov’era nato Churchill e poteva essere utilizzato come un normale water dai visitatori. La notte prima del furto si era tenuta la festa di inaugurazione della mostra, che si era conclusa verso le due del mattino; secondo la polizia locale, il water sarebbe stato rubato un paio di ore dopo. Il furto aveva causato anche dei danni alla sala in cui era esposto il water, che era collegato all’impianto idraulico del palazzo.
Da allora sono state arrestate in tutto sette persone, ma non erano mai state incriminate, venendo sempre rilasciate per mancanza di prove. Fino a lunedì. Da subito, però, erano circolate molte teorie sul furto: alcuni a Woodstock erano convinti che il water fosse stato gettato da un ponte in uno dei due laghi nel parco, altri che fosse stato portato via dal Regno Unito utilizzando un piccolo aeroporto a circa tre chilometri di distanza, altri ancora accusarono Cattelan di averlo rubato per farsi pubblicità.
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Una delle teorie più condivise dagli esperti è che il water sia stato fuso. Nel 2021 Matthew Barber, commissario del distretto di polizia Thames Valley, aveva detto alla BBC che probabilmente qualcuno aveva già distrutto il water per utilizzarne l’oro. All’epoca del furto James Ratcliffe, uno dei responsabili del database internazionale di arte rubata Art Loss Register, aveva raccontato che erano aumentati i furti di opere d’arte che poi erano state fuse. Richard Ellis, consulente per i furti d’arte e di antiquariato, aveva commentato: «dubito fortemente che qualcuno l’abbia rubato perché è arte e non perché era un grosso pezzo d’oro».
Prima di essere brevemente esposto a Woodstock, il water era stato installato per un anno, tra il settembre 2016 e l’agosto 2017, in un bagno gender neutral (unico per tutti a prescindere dal genere) del museo Guggenheim di New York. Il water era controllato da una guardia davanti alla porta, la coda per entrarci durava una media di due ore e veniva pulito ogni quindici minuti. Nel 2017 l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump chiese in prestito al Guggheneim un quadro del pittore Vincent van Gogh per i suoi appartamenti privati alla Casa Bianca ma i gestori del museo rifiutarono e gli proposero il water di Cattelan; Trump rifiutò.
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Il water d’oro era una delle tante opere irriverenti di Cattelan che rifletteva, denunciava o semplicemente ironizzava sulle diseguaglianze della società: come spiegò lui stesso, «che tu mangi un pranzo da 200 dollari o un hot dog da due, i risultati sono gli stessi, dal punto di vista del water». Quello rubato era inoltre una delle tre versioni che aveva realizzato.
Cattelan, comunque, ha sempre detto di non aver niente a che vedere con la sparizione del water, nonostante in passato avesse messo in scena una performance artistica di questo tipo, intitolata Another fucking readymade: works from a stolen exhibition. Nel 1996 aveva organizzato, infatti, una rapina in una galleria di Amsterdam, nei Paesi Bassi, e aveva poi presentato le opere rubate come proprie. L’obiettivo era ragionare sull’idea della legittimità del “furto” nell’arte, inteso come ispirazione, citazione o plagio, trasportando il concetto dal piano metaforico a quello reale.