Restano centinaia di migliaia di civili nel nord della Striscia di Gaza
Intanto i paesi del G7 hanno chiesto «pause umanitarie», ma hanno escluso la possibilità di un cessate il fuoco
Nella giornata di mercoledì è continuata l’evacuazione dei civili palestinesi dal nord al sud della Striscia di Gaza, attraverso una via “sicura” garantita dall’esercito israeliano. Non si sa con certezza quanti palestinesi l’abbiano percorsa, né quanti rimangano ancora nelle zone settentrionali, dove i combattimenti sono più intensi: questi ultimi sono comunque molti, probabilmente intorno ai 300mila. Intanto mercoledì sera l’esercito israeliano ha detto che dall’inizio delle operazioni di terra di Israele nella Striscia di Gaza, cominciate nella sera di venerdì 27 ottobre, ha distrutto 130 tunnel di Hamas. I tunnel sarebbero stati usati dai miliziani del gruppo radicale palestinese per nascondersi e organizzare da lì le operazioni militari contro Israele. L’esercito israeliano ha anche detto di essere entrato «nel cuore della città di Gaza», ritenuta il maggiore centro operativo di Hamas. Non ci sono invece novità per quanto riguarda possibili pause dei bombardamenti israeliani sulla Striscia: mercoledì mattina i paesi del G7, l’organo informale che riunisce alcuni dei paesi democratici più importanti e industrializzati al mondo, hanno chiesto in un comunicato congiunto «pause e corridoi umanitari» nella guerra, per favorire l’assistenza e l’evacuazione dei palestinesi da una parte, e il rilascio degli ostaggi israeliani dall’altra.
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